Tour des Six – dalla Valle di Gressoney alla Val d’Ayas
- Luglio 31, 2023
- by
- Maria Paola Salvanelli
Come descritto nel post precedente sto percorrendo un tratto del Tour de Six, un trekking di media montagna che mette in comunicazione tre vallate: Gressoney, Val d’ Ayas e Valtournanche. Per l’itinerario completo, volendolo assaporare con calma, sono necessari 7 giorni. Io ho preso spunto dall’itinerario ufficiale e l’ho modulato in base ai miei tempi e gusti. L’ho suddiviso in due diversi anelli che coprirò in due week end e pernottando in due diversi rifugi. Ho volutamente tralasciato un tratto già battuto tante volte, un tratto meraviglioso intendiamoci, ma avendo i giorni risicati volevo inserire dei tracciati mai percorsi e poi diciamocelo, questa cosa di svalicare da una vallata all’altra a piedi…è galvanizzante!
Ecco come mi sono organizzata:
1 week end
- 1 tappa: Champoluc – Crest- Colle e Laghi Pinter- Alpenzu Grande (pernottamento e cena presso rifugio Alpenzù). Il resoconto della prima tappa lo trovate a questo link.
- 2 tappa: Alpenzu Grande – Colle Valnera – Rifugio Arp – Colle Palasinaz – Mascognaz – Champoluc
2 week end
- 3 tappa: Barmasc – Col di Nana – Cheneil – Lago di Lod (Chamois). Pernottamento e cena presso affittacamere del Lago
- 4 tappa: Lago di Lod-Chamois – Colle Pillonet- Barmasc
Barmasc non rientra nel Tour Des Six, si passa invece da Antagnod. Come vi dicevo ho perso spunto e l’ho adattato alle mie esigenze. Spero di essere di ispirazione anche a voi.
Quella che vado a descrivervi in questo post è quindi la 2 tappa. Il risveglio in Rifugio è sempre emozionante, soprattutto perchè la nottata è finalmente passata e chi russava si è finalmente svegliato. Scherzi a parte, mi piace ogni tanto trascorrere la notte in Rifugio, consapevole che non chiuderò occhio. Ho un udito fine o forse un sonno molto leggero e, anche se munita di tappi in cera, se c’è qualcuno che russa lo sento anche dalla camerata di fianco. A parte questi piccoli inconvenienti è bello svegliarsi in quota e trovarsi già sul percorso, senza dover guidare, parcheggiare, capire dove si è girati…beh, magari dopo una notte in bianco un po’ di stordimento iniziale appena si inizia a camminare c’è ma si carbura subito.
Una delle sensazioni più belle è la consapevolezza che nello zaino ho tutto quello che mi serve. Non ho bisogno di altro.Che sia un trekking di due giorni ma potremmo estenderlo anche tre, quattro, dieci giorni…È una sensazione di grande, grandissima libertà verso uno stile di vita molto più minimal ed essenziale. Questi cammini sono propedeutici a liberarsi di tutte quelle zavorre materiali (ma anche mentali) che ci appesantiscono la giornata, la vita. Ovvio che più il cammino è lungo più l’imprinting sarà efficace, ma come si dice, anche poco è meglio di niente. In questo caso…parlando di vita minimal potrebbe sembrare contraddittorio ma sono certa avete capito il senso del mio ragionamento.
Ore 8,00 parto dal Rifugio Alpenzù Grande (1.780 m), percorrendo il segnavia 1W in direzione di Gressoney Saint Jean.
Salirò poi verso il Colle Valnera (2.675 m), Colle che mette in comunicazione la Valle di Gressoney con quella di Ayas. Questo per me è un tracciato totalmente nuovo e sono molto curiosa. Sarà una tappa molto più lunga e impegnativa rispetto a quella di ieri in quanto unisco due tappe del Tour de Six.
Dopo una interessante prospettiva su Gressoney Saint Jean, continuo a guadagnare quota fino a raggiungere una pietraia non simpaticissima ma ben segnalata.
Raggiungo un bel alpeggio diroccato e dove trovo un bivio. La ragazza del Rifugio mi ha consigliato di seguire il segnavia 5 o 105 e non il 5A che è mal segnalato. In realtà trovo solo indicazioni inerenti al 5, anche volendo non potrei sbagliare. Dall’alpe fino al Colle Valnera il dislivello si fa decisamente impegnativo.
Impiego 4 ore dall’Alpenzù al fino Colle, con brevi pause fotografiche e attraversando un gregge di ben 1.000 pecore!
Dal Colle i segnavia un pò si perdono, mi aiuto usando la traccia disponibile sull’app dedicata del Tour Des Six. Seguo alcuni ometti in pietra e mi muovo perdendo quota verso il Rifugio Arp (2.446 m), raggiungibile dal Colle all’incirca in 30 minuti.
Appena sotto il Colle si trovano due laghetti, i laghetti di Valnera. Dall’invaso di percepisce che un tempo erano di dimensioni decisamente più grandi.
Trovo un cippo che, a sinistra si raggiungono i Laghi di Estoul, tenendo la destra si raggiunge il Rifugio Arp, dove mi concederò una pausa. Il tratto appena percorso è stato sfidante, il dislivello di 1.000 m non è trascurabile e ammetto che lo avevo sottovalutato, aggravato anche da una notte in cui ho dormito a singhiozzo. Il tracciato ufficiale del Tour des Six prevede un pernottamento all’Arp.
Per chi viene da fuori è una splendida occasione per raggiungere i Laghi Palasinaz e dedicare l’intera giornata ad esplorare questa zona. Magari spingendosi verso il Corno Bussola, una vetta che regala una vista impareggiabile sui Laghi di Palasinaz e il vallone in cui sono racchiusi. Per me che gioco in casa, quella ai Laghi Palasinaz è una escursione fatta in diverse occasioni, così ho preferito proseguire e unire due tappe in una.
Dopo una breve sosta all’Arp imbocco il sentiero 105 per il Colle Palasinaz (2.668 m), distante circa 1 ora dal Rifugio. La segnaletica indica 35 minuti ma trovo questa indicazione un po’ troppo ottimistica. Costeggio le sponde del Lago Battaglia e del Lago Verde.
Da qui il dislivello torna ad essere impegnativo. Con una brevissima deviazione si può raggiungere anche il Lago Courloir. L’ambiente che mi circonda, nonostante abbia famigliarità con queste zone, mi stupisce come fosse la prima volta.
Raggiungo finalmente il Colle Palasinaz (2.661 mt). Da qui si può raggiungere il Corno Bussola (3.023 m) citato prima, il Corno Vitello (3.057 mt) oppure, come nel mio caso, in 1 ora e mezzo di cammino il villaggio di Mascognaz, seguendo il segnavia 105. Dopo tanta salita mi aspetta ora una bella discesa, nel primo tratto perdo quota molto rapidamente, raggiunto il fondo del Vallone il dislivello si fa poi via via più dolce.
L’arrivo a Mascognaz è sempre emozionante. Sembra di viaggiare indietro nel tempo e viene quasi da camminare in punta di piedi per non fare troppo rumore.
Su Mascognaz vi riporto ad un articolo a parte. Da un lato non voglio rendere troppo lungo questo post ma soprattutto un angolino così fiabesco merita uno spazio dedicato.
Non può mancare una breve sosta al belvedere e successivamente una visita alla caratteristica chiesa di San Grato prima di imboccare il sentiero delle cascate che mi riporterà a Champoluc.
Si conclude qui la seconda tappa del mio personalissimo Tour des Six. A brevissimo troverete disponibile il resoconto delle due tappe successive.