Valle d’Aosta – I Laghi di Djouan e la Casa di Caccia di Orvieille
- Luglio 12, 2022
- by
- Maria Paola Salvanelli
Oggi sono diretta nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, in particolare in Valsavaranche.
Salirò verso il Laghi di Djouan (2.515 mt). Avevo già cercato di raggiungerli due volte in autunno e in inverno ma a causa di condizioni meteo avverse non ero mai riuscita ad arrivare fino ai Laghi. Oggi il meteo non dovrebbe essere un ostacolo! L’itinerario non presenta alcuna difficoltà, certo è un tragitto lungo ( 22 km A/R) con un dislivello impegnativo (+970 mt) ma niente di più.
In occasione delle mie perlustrazioni invernali ero partita da Eau Rousse, oggi decido di prenderla un pò più larga e parto da Degioz, capoluogo della Valsavarenche.
Lascio l’auto davanti al Municipio e imbocco il sentiero nr. 8.
La segnaletica indica come tempo di percorrenza 2 ore fino al Casotto di Orvieille e 3 ore e 15 minuti fino al Lago di Djouan. Sono tempi per me estremamente sottostimati ma andiamo con ordine.
Dal Municipio di Degioz supero il ponticello che attraversa il fiume Savara e imbocco il sentiero che sale verso la piccola frazione di Vers le Bois (1.545 mt).
Attraverso il caratteristico borgo formato da un gruppo di una decina di case e seguendo la segnaletica proseguo entrando in un bellissimo bosco di larici. L’ombra degli alberi in queste calde giornate estive è un toccasana. Sto percorrendo la storica mulattiera reale costruita per raggiungere la ex Casa Reale di caccia del Re Vittorio Emanuele II.
L’ombra dei larici in alcuni punti sembra quasi creare dei centrini. Guardate che meraviglia.
La forestale sale, sale, sale senza sosta. Partendo da Degioz il tragitto per arrivare alla Casa di Caccia di Orvieille è più lungo rispetto a patire da Eau Rousse ma avevo piacere a percorrere un sentiero diverso.
Il percorso, fino al casotto del Guardia Parco, si sviluppa quasi unicamente all’interno del bosco, quindi non è particolarmente panoramica ad eccezione di una finestra che si affaccia sull’abitato di Tignet e la cascata formata dal torrente Levionaz.
In questo primo tratto ho guadagnato un notevole dislivello in salita (circa 500 metri) altezza ma non mi sono spostata molto in lunghezza rispetto dal punto di partenza.
Dopo 2 ore e mezza raggiungo la ex Casa Reale di Caccia di Orvieille (2.168 mt)
Qui, il Re Vittorio Emanuele II era solito pernottare con il suo seguito per dedicarsi alla sua grande passione. Costruita nel 1862 per volere del Re, venne parzialmente distrutta nel 1982 in seguito ad una valanga. In seguito, è stata ricostruita, e sebbene la sua struttura ricordi molto quella originale non è più la stessa. Oggi viene utilizzata dai guardia Parco del Gran Paradiso come punto di appoggio per lo studio e la ricerca.
Non è possibile accedere al casotto del Parco, protetto da uno steccato, ma trovate una fontana sul retro dove potrete rabboccare le vostre borracce in caso di necessità.
Posso affermare che la Conca di Orvieille è spettacolare in tutte le stagioni. L’ho vista in autunno avvolta nella nebbia, in inverno sotto una spessa coltre di neve ed ora circondata da verdi prati in fiore.
Costeggio il casotto e procedo per il largo ed evidente sentiero che sale gradatamente e in breve conduce all’Alpe Djouan (2.232 mt). L’alpeggio è ora in uso e alcune corde appositamente messe per bloccare il transito invitano a passare dietro l’alpeggio. In autunno/inverso si può passare sia davanti che sul retro.
Il sentiero offre ora un panorama a dir poco spettacolare.
Ammiro estasiata la candida calotta ghiacciata del Ciarforon e lo spettacolare versante nord del Gran Paradiso. Sembra quasi che il sentiero porti direttamente sulla vetta più alta. Purtroppo, non è così facile salire sul Gran Paradiso 🙂 la visuale è notevole ma fa male vedere come il ghiacciaio quest’anno sia sofferente. La sua sagoma bianca mi tiene compagnia per tutto il percorso, oltre a contrastare con il verde dei prati.
Procedo per i pascoli in mezzo ad una bellissima fioritura di Genziana maggiore fino a raggiungere i casolari dell’alpe Chamoulanaz.
Imbocco ora un lungo traverso a mezza costa che fa parte dell’Alta Via n.2. Prima o poi mi toglierò la soddisfazione di percorrere.
Dopo 4 ore e mezzo di cammino ecco finalmente il Laghi di Djouan (2516 mt), una piccola perla incastonata in un contesto da favola.
Come vi avevo indicato in apertura il tempo di percorrenza stimato era di 3 ore e 15 minuti ma sono sempre più convinta che il tempo reale impiegato dipenda da tantissimi fattori. Oggi fa particolarmente caldo e per quanto mi sia sembrato di andare con un buon passo evidentemente non era così. Quella di oggi è anche la terza escursione consecutiva, ci sta che le gambe inizino a risentire un pò di stanchezza e anche se non la percepisco il mio passo potrebbe essere meno performante del solito.
Raggiungo subito l’alpe di Tramail per avere una visuale dei laghi dall’alto. Sapete quando sono fissata con questo dettaglio.
Successivamente cerco un angolino riparato per gustarmi il mio pranzo al sacco. Proprio sopra il lago ci sono due casottini in sasso che fanno al caso mio. Un angolino di pace al riparo da vento e altra umanità.
Per i più esperti che avessero ancora energia e voglia di camminare si può proseguire verso il Colle di Entrelor (3.002 mt), il valico che collega la Valsavarenche con la Valle di Rhemes. Questo ultimo tratto è classificato come EE perchè esposto in alcuni tratti e ci sono alcuni passaggi su roccia che non sono per tutti ma nell’insieme è una 3.002 semplice. Dovete solo mettere in conto un’altra oretta e mezza di camminata e altri 500 metri di dislivello in positivo.
Per oggi io mi concedo una breve pausa per poi rientrare sullo stesso percorso dell’andata. Per scendere impiegherò molto meno pur concedendomi ancora brevi pause per immortalare il paesaggio nella luce calda e avvolgente del tardo pomeriggio che rende tutto ancora più magico. E non mancano incontri ravvicinati molto interessanti 🙂