Valle d’Aosta – Rifugio Bezzi e Lago di San Martino
- Luglio 13, 2022
- by
- Maria Paola Salvanelli
Nuovo giro, nuova vallata.
Oggi mi dirigo in Valgrisenche, una vallata che tutte le volte mi affascina e mi ammalia. E’ una delle vallate meno pubblicizzate e forse anche per questo io ci respiro quel fascino dei paesi di montagna di una volta. E’ rude (un aggettivo che per me è un complimento), ancora più rude delle altre vallate e uno dei grandi pregi della Valle d’Aosta è proprio quello di essere ancora bella ruvida.
La prima tappa del mio itinerario è il Rifugio Bezzi, a 2 ore di cammino da Usellières ma ovviamente non mi fermerò li. Ho in mente un anello abbastanza ambizioso che costruirò strada facendo.
Parcheggiata l’auto nel comodo e ampio parcheggio di Usellières, imbocco l’ampia e comoda forestale che costeggia la Dora della Valgrisanche.
Sono stata accolta dagli acuti fischi delle marmotte. In genere sono abituata a vederle attive nel tardo pomeriggio, oggi sono belle vispe già di primo mattino. Non riesco a vederle ma sento forte e chiaro il loro richiamo, sono letteralmente circondata.
Dopo una decina di minuti dalla partenza arrivo ad un primo incrocio. Girando a destra di prosegue per il Rifugio Bezzi, a sinistra si raggiunge lo Chalet d’Epee. Tengo la destra, l’idea è utilizzare il sentiero che scende dal Rifugio Chalet de l’ Epee per il ritorno.
Sono appena partita ma devo dire che questo sentiero mi sta già entusiasmando e ricordiamoci che siamo all’Interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Ovviamente il sentiero si sviluppa totalmente in salita ma è una salita molto dolce, sono quelle forestali che ti portano in quota senza che te ne rendi conto.
Arrivo a un nuovo bivio. Per il Bezzi si procede a sinistra, quello sulla destra conduce a un vecchio alpeggio, il Saxe Savoie.
La forestale ora si restringe e diventa un vero e proprio sentiero di montagna. Il segnavia è sempre il numero 12.
Attraverso un ponticello in legno sulla Dora. Una nuova segnaletica indica ancora 50 minuti all’arrivo. Oggi sono perfettamente nei tempi nonostante mi sia fermata a scattare 200 foto.
Successivamente troverò altri ponti che facilitano l’attraversamento in altri punti in cui la Dora e i suoi affluenti scendono a Valle.
Arrivo al Rifugio Bezzi, ubicato in un angolino meraviglioso.
Ho impiegato 1 ora e 35 minuti, quindi pe runa volta posso dire che la segnaletica era corretta. Mi concedo una fettina di torta e proseguo in direzione del Lago di San Martino ( 2.781 mt). Sentiero 12 A. Tempo stimato per arrivare un’ora e 30 minuti. poi scenderò di nuovo di quota per imboccare il sentiero 11 che conduce allo Chalet de l’Epee. Dovrei impiegare altre 3 ore e seconda la rifugista non è complicato, è solo un lungo traversone con continui sali e scendi. Vedremo. In apertura vi avevo detto che avevo in mente un anello molto ambizioso ma è solo ora, sul momento, che decido di provarci.
Inizio a salire verso il Lago. Il sentiero parte dietro il Rifugio Bezzi. E’ tutto bene indicato da diversi segnavia anche se l’imbocco del sentiero per il Lago un pò si perde nell’erba.
Bisogna salire sul costone dietro il Rifugio, vedrete un sentierino stretto stretto che sale come una serpentina con diversi zig zag.
Ovviamente il dislivello ora inizia a sentirsi. La parte facile della giornata è andata, ora devo guadagnare quota fino al Lago San Martino, sarà il punto più altro dell’escursione odierna.
Dopo un bello strappo arrivo su un pianoro erboso pieno zeppo di stelle alpine.
Arrivo ad un bivio. Il sentiero di destra conduce a Col Basac (3.164 mt) 12B, io invece tengo la sinistra.
Da questo pianoro il sentiero continua a salire ma in maniera più dolce, posso assaporare il panorama che mi circonda che è semplicemente magnifico! è un altopiano selvaggio, inaspettato e con poca gente (quasi nessuna). Sono i posti che piacciono a me. Davanti a me si erge Punta Basac Nord, con i suoi 3.400 metri è una cima di tutto rispetto!
Arrivo al cippo segnaletico da cui, una volta ri discesa dal Lago prenderò il segnavia 11.
- Rifugio Eppe 3 ore e 15 minuti
- Lago di San Martino 35 minuti
Via che si va! Oggi sono dentro i tempi di marcia e sono molto soddisfatta.
Ho ormai superato i 2.600 metri di quota, l’ambiente si fa più sassoso, non c’è più vegetazione ad alto fusto. Sto attraversando un ambiente detritico ma c’è sempre qualche fiorellino coraggioso che si fa spazio tra le pietre. E’ pieno di margherite e genziane. E’ quasi commovente vedere come anche ad alte quote la natura riesca ad avere la meglio e fiorire nonostante l’ambiente più ostico e sterile.
Ecco spuntare il Lago. Dal rifugio Bezzi ho impiegato 1 ora e mezza precisa.
Il sentiero è ben evidente ma ci sono anche degli ometti in pietra che facilitano.
Arrivata al Lago ci giro attorno alla ricerca del punto di ripresa migliore. Lo trovo anche se non è proprio a favore di luce ma non importa. Mangio un panino al volo e riparto, di strada ne devo macinare ancora parecchia.
Ore 14.30 sono di nuovo al cippo. Inizia la mia traversata per raggiungere il Rifugio Chalet Epee.
Ho quasi raggiunto la famosa quota 2.660 mt. Un punto panoramico che si affaccia sulla Valgrisanche e che mi suscita una grande grandissima soddisfazione.
Incontro una famiglia di francesi che procede in senso opposto al mio. Questo mi fa venire in mente che ovviamente lo stesso mio giro si può compiere in senso opposto. Per me il Bezzi e il Lago erano l’obiettivo della giornata, ho deciso sul momento di aggiungere questo traversone dopo essermi consultata con la rifugista. Se come me siete appassionati di fotografia, vi consiglio di seguire questo ordine per avere il sole alle vostre spalle. Ovvio che dall’Epee al Bezzi avrete i ghiacciai davanti a voi ma avrete anche sempre il sole frontale. A voi la scelta.
Arrivo ad un bel ponticello in legno che mi permette di attraversare un affluente della Dora.
Da qui si può vedere ammirare il fondo valle e la strada utilizzata questa mattina per salire. Se strizzo gli occhi vedo anche la mia auto parcheggiata ad attendermi.
Non mancano diversi passaggi su roccia e su pietraia ma è tutto bene indicato e fattibile, tra frecce gialle e ometti. Ammetto che arrivata a questo punto un pò di stanchezza inizia a farsi sentire.
Guardo la forestale del fondovalle e mi chiedo perchè non scelto questa variante ma la risposta arriva in simultanea. A quest’ora mi starei sicuramente lamentando di quanto noiosa, diritta e assolata sarebbe stata. Questa variante è decisamente più dinamica. Ecco, forse incontrare anche solo una persona mi sarebbe di conforto, tanto per farmi sentire meno folle, alle volte credo di essere l’unica matta che si lancia in imprese del genere.
Uscita da questa lunga pietraia che mi ha porto via una bella mezz’ora vedo che il sentiero si arrampica sul costone davanti a me. Quindi guadagnerò nuovamente quota per poi ridiscendere. Ora riesco a capire perchè la frase della rifugista “è tutto un su e giù” era stata accompagnata da una leggera smorfia di disgusto a cui non avevo voluto dare la minima importanza.
Arrivo al torrente di Tsalé che scende bello incazzoso. Per fortuna c’è un ponte che mi aiuta ad attraversalo.
Il sole non sarà a favore ma ho scattato ugualmente una foto per immortale questo momento. Ne ho fatto di strada da questa mattina! Mi sento un pò come nel film “Into the Wild”.
Sono ormai le 16,30. sono scesa da un costone, ho attraversato il fiume, sono salita per un altro costone per un sentiero a serpentina ed ho un brutto presentimento, temo che la meta (Rifugio Epee) sia ancora lontanuccia.
Per quanto sia molto impegnativo sono felice di aver optato per questa variante. Devo dire che questo itinerario concentra tutto gli elementi che si possono desiderare di trovare in montagna.
Arrivo ad un bivio e sono improvvisamente le 17,45. Al Rifugio Epee mancherebbe ancora 1 ora di cammino. Faccio velocemente mente locale. E’ ormai chiaro che l’anello che avevo in mente richiede molto più tempo del previsto. A questo punto insistere ad andare avanti mi sembra quasi una forzatura. Opto per la discesa verso l’Alpe Monte Forclaz e da li scenderò all’auto, sempre facendo un anello ma tralasciando il Rifugio Epee che avrò il piacere di visitare con un’escursione dedicata.
Forse ora capisco perchè non trovavo descrizioni di questo traversone. Bisogna essere dei malati di montagna D.O.C. come me per percorrerlo. Detto questo sono felice di averlo testato e di averlo raccontato ma per favore non fatelo in giornata. Può avere senso spezzarlo pernottando al Bezzi e all’Epee per non stramazzare una volta raggiunta l’auto. Inoltre, pur essendo classificato come E ci sono alcuni punti che non sono esattamente cosi semplici, bisogna avere dimestichezza con certo ambienti per affrontarlo senza correre rischi inutili.
Siate sempre consapevoli del vostro stato di salute, allenamento e dei sentieri che percorrete.
Inoltre, dal Bezzi ell’Epee era indicata un tempo di percorrenza di 3 ore e 20 minuti. Non mi sembra di aver dormito, visto che fino al Lago ero perfettamente dentro i tempi indicati e l’ho volutamente sottolineato più volte anche un pò ironicamente sapendo quello che mi aspettava dopo.
Questo continuo sali e scendi spezza le gambe e credo bisogni considerare 4 ore e 30 minuti come tempistica realistica. E non è solo un sali – scendi, questo traversone include tanto altro. Spero avervi trasmesso il messaggio nel modo giusto.
Raggiunta l’Alpe Monte Forclaz attraverso il ponte e imbocco il sentierino sulla destra. Non è molto evidente tanto che sono andata sparata nella direzione opposta e me ne sono accorta perchè quello imboccato non portava da nessuna parte. La stanchezza alle volte gioca brutti scherzi.
L’ultimo pezzo è particolarmente piacevole. Attraverso un bosco di larici secolari, alcuni hanno addirittura più di 500 anni.
Uscita dal bosco, costeggio l’Alpe privata Arolla e poi mi immetto sulla forestale utilizzata la mattina a salire. Arrivo al bivio che conduce al Rifugio Chalet Epee, quello che vi avevo citato questa mattina.
Raggiungo l’auto che sono ormai le 19,00 e profondo esausta sul sedile. Felice ma esausta. Ora tocca guidare per rientrare a casa!
Spero questo resoconto semi serio vi abbia strappato almeno un sorriso e prometto che il prossimo giro sarà più tranquillo o almeno ci provo 🙂
5 Comments
Alessandro
7th Ago 2022 - 20:30Ciao Paola,
bellissime foto, brava!
Ho fatto lo stesso identico giro un paio di anni solo che al contrario ed arrivando al lago nel pomeriggio ci è scappato pure un bagnetto…
A me era piaciuto moltissimo (sopratutto il selvaggio traversone alto).
Maria Paola Salvanelli
12th Ago 2022 - 15:37ciao Alessandro, fantastico fare il bagno dei laghetti ad alta quota!
La Valgrisanche mi stupisce e commuove ogni volta che vado. Mi conforta sapere che non sono l’unica che si butta in giri cosi lunghi, alle volte quando mi ritrovo a camminare da sola per ore ed ore senza incontrare anima viva mi chiedo “ma cosa ti spinge”? poi mi guardo indietro, ripercorro con lo sguardo il sentiero appena percorso, guardo in avanti quello che ancora mi aspetta, il gusto dell’esplorazione, della scoperta… difficile farlo capire a chi non lo ha mai provato. Grazie per essere passato sul mio blog e aver lasciato la tua testimonianza.
Clemente
12th Lug 2024 - 12:13Sono un assiduo frequentatore del Bezzi e la traversata all’Epee l’ho fatta diverse volte ma mai includendo il Lago di S.Martino che visito in giornata sempre partendo dal Bezzi e compiendo un giro ad anello che comprende il primo tratto seguendo il vecchio sentiero che sale al Col Bassac fino ad arrivare alle prima morena ai piedi della Gran Traversiere. Da qui’ piegando decisamente a sx attraversando tutto l’alpeggio del Vaudet si arriva a 100 mt sopra il lago di S.Martino. Questa ultima parte non esiste sentiero…basta solo tenere come riferimento il Col Giasson che si trova proprio sopra il Lago di S.Martino. Ritornando alla traversata verso l’Epee e condiderando che poi devo ritornar su al Bezzi (in genere mi fermo li una settimana) anch’io ultimamente per accorciare non arrivo sino all’Epee ma taglio x l’Alpe Forciaz. Hai fatto un bel servizio fotografico…complimenti!!
Maria Paola Salvanelli
15th Lug 2024 - 8:26ciao Clemente, grazie per il tuo commento e testimonianza. Alla prima occasione utile provo a salire al Lago San Martino seguendo l’itinerario da te descritto. Grazie per il suggerimento!
Clemente
16th Lug 2024 - 14:26Paola…io ci sono stato dal 04/07 fino all’11(07. Non ho potuto fare tante escursioni perche c’era ancora parecchia neve, tantè che il versante che sale al Col Vaudet e al Col de Lac Noir era impraticabile (il ponte tibetano che attraversa la Dora appena sotto il rifugio lo abbiamo steso solo mercoledì 10…il giorno prima che io ripartissi x casa). Conto di ritornarci dopo Ferragosto. Se capiti al Bezzi chiedi del sottoscritto…sono di casa.
Se capita di incontrarci casomai ci facciamo un’escursione insieme….la Becca della Traversiere potrebbe essere un’idea. Un caro saluto