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Val d’Ayas, prima neve al Lago Perrin

Come previsto questa mattina mi sveglio sotto un diluvio universale ma non mi perdo d’animo. Le previsioni meteo ormai sono precise al minuto ed esattamente come avevano preannunciato verso le ore 11,00 il cielo inizia a rischiararsi.

Preparo al volo lo zaino e mi dirigo verso Champoluc (1.587 mt) per affrontare un anello che avevo in mente da un po’ di tempo. Salgo con gli impianti MonteRosa Sky fino al Crest (1.980 mt) per poi raggiungere il Lago Perrin (2.633 mt) e scendere nel vallone di Mascognaz (1.840 mt).

Si può ovviamente salire anche a piedi direttamente da Champoluc ma il giro di per sé è già abbastanza lungo ed essendo partita tardi preferisco guadagnare quota in velocità. Il biglietto di sola salita costa € 10,00 (non esattamente a buon mercato) potete acquistarlo anche alle casse automatiche ma assicuratevi di avere carta o bancomat con voi, non accettano contanti.

Il primo pezzo del sentiero è lo stesso che conduce ai Laghi Pinter. Già l’anno scorso salendo ai Laghi e al Collo del Pinter volevo proseguire fino al Lago Perrin ma il tempo si era guastato improvvisamente ed una nebbia fitta fitta mi aveva costretto a tornare indietro.

La pioggia che questa notte è scesa copiosa in bassa valle, in alta quota era neve. Tutte le montagne sopra i 2.000 metri sono innevate di fresco. Uno spettacolo! Il cielo si sta aprendo e la giornata promette bene.

Uscendo dalla funivia ci sono diverse indicazioni e trovo anche quella che conduce al Lago Perrin.

Io però ho in mente un anello diverso. Imbocco la strada sterrata che sale a sinistra della ovovia e conduce al villaggio di Cunéaz (2.057 mt). A dirla tutto sono salita tagliando per la pista da sci che in prossimità della baita NOVEZ Cafe Bar si ricongiunge alla strada sterrata appena citata. È proprio in questo punto che trovo un bivio, per raggiungere il villaggio di Cunéaz devo girare a destra. Ci sono dei cartelli ma un po’ scoloriti ma ugualmente chiari e ben visibili.

Val d’Ayas, Lago PerrinVal d’Ayas, Lago PerrinVal d’Ayas, Lago PerrinCunéaz è un villaggio molto caratteristico e oggi, con queste montagne spruzzate di neve fresca che lo circondano, lo è ancora di più. Nell’abitato di Cunéaz il tempo sembra esserci fermato, fatta eccezione di qualche parabola che mi rimanda alla giusta collocazione spazio-temporale. Al centro del villaggio c’è una fontana, ne approfitto per un rabbocco alla borraccia. Nel rispetto dei cartelli che delimitano la proprietà privata e mettono in guardia da possibili edifici pericolanti, attraverso l’abitato. Trovo diverse frecce gialle dipinte sulle case che mi suggeriscono la giusta direzione da seguire anche se si parla di una manciata di case, perdersi a Cunéaz è impossibile.

Val d’Ayas, Lago PerrinVal d’Ayas, Lago PerrinVal d’Ayas, Lago PerrinVal d’Ayas, Lago PerrinSuperato Cunéaz proseguo dritto. Come dicevo in apertura è lo stesso sentiero che conduce ai Laghi Pinter anche se a breve lascerò il sentiero n.1 per imboccare il n.13

Val d’Ayas, Lago PerrinOvviamente c’è un pò di fango perché ha piovuto per tutta la notte ma pensavo di trovare una situazione molto peggiore. L’aria calda sta già asciugando il terreno, si riesce a camminare tranquillamente. Più che al fango bisogna fare attenzione al fettucciato elettrificato che delimita la zona di pascolo delle mucche poco più sotto. Bisogna scavalcarlo in alcuni punti.

Val d’Ayas, Lago PerrinSto attraversando il vallone di Cunéaz. A breve dovrò imboccare una stradina sulla destra per scendere verso Pian Long. Si attraversa un primo terrente che è il Torrente Cunéaz; è proprio un rigagnolo e bastando alcune pietre per non bagnarsi i piedi. Poco distante ne trovo un secondo. Questa volta c’è un ponticello, immagino in inverso possa avere una capienza maggiore di quella attuale.

Val d’Ayas, Lago PerrinVal d’Ayas, Lago PerrinSono quasi al famoso bivio che devo prendere. Sta uscendo un bel sole e devo dire che la vista di queste montagne spruzzate di neve fresca è davvero suggestiva. Proprio come a Natale quando si cosparge il pandoro di zucchero a velo. Le prime nevicate fuori stagione richiamano alla mia mente sempre questa immagine.

Raggiungo l’imbocco del sentiero 13. È tutto ben segnalato e non c’è possibilità di errore.

Val d’Ayas, Lago PerrinVal d’Ayas, Lago PerrinSto per addentrarmi in un vallone a me sconosciuto e quanto mi piace andare in avanscoperta! Nonostante viva in Valle da un anno abbondante ci sono ancora tante zone che sono per me inesplorate. Ho stilato una sorta di “wishing list” delle cime e delle zone che vorrei perlustrare a breve ma per qualche strano motivo tante più voci depenno, tante più voci si aggiungono… e cosi la lista si allunga sempre più.

Sto ora scendendo verso Plan Long, intravedo da lontano un alpeggio che ha l’aria di essere in disuso da tempo. Sto camminando esattamente da un’ora; ho preso la funivia alle 13,00 la prima corsa dopo il breve fermo in corrispondenza dell’orario di pranzo. Come dicevo sto scendendo nel vallone di Cunéaz, dal lato opposto a dove sono salita. Mi aspetto che il sentiero a breve riprenda a salire, considerato che il Lago Perrin si trova a quota 2.633 mt e sono ora a 2.180 mt.

Val d’Ayas, Lago PerrinVal d’Ayas, Lago PerrinVal d’Ayas, Lago PerrinDietro di me la Testa Grigia coperta dalle nuvole, il Colle Pinter dove ero salita l’estate scorsa e la Gran Cima.

Dall’alpeggio di Plan Long al Lago Perrin la mia app stima io possa impiegare 1 ora e 20 minuti.

Nei punti più all’ombra resiste un po’ della neve scesa stanotte, neve che con il prima sole si è velocemente sciolta. È bellissimo il contrasto tra l’inizio dei colori autunnali, come i cespugli di mirtillo che si stanno tingendo di rosso con la neve, un contrasto cromatico e stagionale che non sempre capita di vedere o avere l’occasione di poter vivere in prima persona godendosi un bellissimo trekking come quello di oggi. In settimana quando ci sono le condizioni climatiche migliori mi accontento di osservare la natura fuori dalla finestra, in attesa trepidante del week end quando invece non sempre il meteo permette uscite come questa.

Val d’Ayas, Lago PerrinVal d’Ayas, Lago PerrinVal d’Ayas, Lago PerrinVal d’Ayas, Lago PerrinVal d’Ayas, Lago PerrinVal d’Ayas, Lago PerrinDa Plan Long, come avevo immaginato, il sentiero inizia a salire ma sale dolcemente. Ogni tanto mi volto a guardare lo spettacolo del vallone ai miei piedi. In lontananza di potrebbe vedere anche il Cervino ma oggi non solo ha indossato il suo famoso “cappello”, è vestito di tutto punto e posso solo immaginarlo sapendo dove è posizionato.

È ben evidente il sentiero che salendo a zig zag conduce al Lago Perrin. Sto salendo di quota ed entrando in una zona dove la neve di questa notte è ancora presente. Dovrò prestare attenzione a dove metto i piedi per non scivolare, anche se questa attenzione in montagna è sempre richiesta, a prescindere dalle dal tempo e dalle condizioni meteo. È logico che su di un terreno “patoccoso” e su pietre bagnate bisogna avere qualche riguardo maggiore. C’è comunque il sole che mi accompagna e questo è di grande supporto.

Val d’Ayas, Lago PerrinVal d’Ayas, Lago PerrinVal d’Ayas, Lago PerrinVal d’Ayas, Lago PerrinVal d’Ayas, Lago PerrinArrivo al Lago alle 15,20. Peccato che in contemporanea sia andato via il sole e la temperatura sia drasticamente scesa. Ma non ho tempo per pensare al freddo, voglio scattare una bella foto del Lago. Mi è ben chiaro ormai che per scattare una foto soddisfacente di un qualsiasi lago devo ritrarlo da una prospettiva più alta. Identifico un crestone erboso che fa proprio al caso mio e sul quale inizio ad inerpicarmi con foga anche per contrastare il vento gelido che si è alzato.

Mi ritengo soddisfatta del risultato. Che ne dite?

Val d’Ayas, Lago Perrin

Scendo dal crestone erboso e raggiungo le sponde del lago per qualche altro scatto.

Val d’Ayas, Lago PerrinVal d’Ayas, Lago PerrinNon sono pienamente soddisfatta del risultato, cosi mi inerpico su un secondo crestone erboso. Molto meglio!

Val d’Ayas, Lago Perrin

Non ci sono indicazioni. Seguo l’unico sentiero evidente che costeggia il lago e mi dirigo in direzione del Vallone di Mascognaz, dove mi aspetto di trovare uno scenario spettacolare come quello che mi ha accompagnato fino ad ora. Inizia la discesa.

Val d’Ayas, MascognazVal d’Ayas, MascognazOgni angolo è una nuova sorpresa. In lontananza intravedo una roccia dalla forma molto particolare, sembra la sagoma di un uomo. L’ho battezzato Perrin, come il lago.

Val d’Ayas, MascognazVal d’Ayas, MascognazA seconda della prospettiva da cui lo si guarda il mio nuovo “amico Perrin” potrebbe anche assumere le sembianze di un dito medio alzato 😊

Val d’Ayas, MascognazDalla prospettiva e probabilmente anche dall’umore della persona che guarda. Da sotto sembra quasi un soldato con il pennacchio in testa. Il guardiano Perrin del vallone di Mascognaz. L’ufficio del turismo potrebbe creare uno storytelling molto suggestivo.

La discesa è molto piacevolmente, sono rapida da questo paesaggio autunnale così ricco di scorci, spunti e suggestioni fotografiche.

Val d’Ayas, MascognazVal d’Ayas, MascognazVal d’Ayas, MascognazSono arrivata agli alpeggi di Toulassa e come tutti gli alpeggi che si rispettino è suddiviso in Inferiore e Superiore. Il sentiero qui un po’ si perde. Tenete a mente che bisogna scendere e non proseguire diritto, direzione che verrebbe da seguire più spontaneamente. Devo raggiungere il torrente che sento scorrere sotto di me. Mi muovo un po’ ad intuito e dopo un centinaio di metri di esitazione e riesco a recuperare la traccia del sentiero corretto.

Raggiungo l’alpeggio Toulassa inferiore. Scendo ora su una strada poderale che compie un’ampia curva.

Val d’Ayas, MascognazVal d’Ayas, MascognazIgnoro la strada che gira a sinistra e che porta verso i Laghi Palasinaz, proseguo tenendo la destra.

Numerose marmotte al mio passaggio danno l’allarme facendomi trasalire. Marmotte che si stanno preparando al letargo, ne ho appena intravista una che portava dentro alla sua tana un bel fascio di erba secca, immagino sarà il suo giaciglio. Ammetto che per un attimo l’ho invidiata. Pensate che bello, dormire per i prossimi 6 mesi e svegliarsi che è già primavera!

Sto passando sotto un altro bel alpeggio di cui però non riesco a identificare il nome.

Val d’Ayas, MascognazQuesto ultimo tratto che conduce a Mascognaz è molto piacevole e defaticante. Costeggia il fiume Mascognaz, sono scesa notevolmente di quota anche se quel vento fastidioso che si è unito al mio cammino in prossimità del Lago non mi ha ancora abbandonato.

Val d’Ayas, MascognazAttraverso un piccolo ponticello in legno in prossimità di due case. Mascognaz non dovrebbe essere lontana.  Dopo il ponticello entro in una radura di larici e abeti molto suggestiva. Gli alberi mi trasmettono un bel senso di protezione.

Val d’Ayas, MascognazAlle 17.30 ecco Mascognaz con i suoi tipici rascard.

Val d’Ayas, MascognazAvevo visitato Mascognaz l’estate scorso sotto una pioggia battente e forse anche oggi diventerà una visita bagnata.  Faccio una breve visita alla pittoresca chiesa ed ecco le prime gocce.

Val d’Ayas, MascognazVal d’Ayas, MascognazL’idea inziale era completare l’anello tornando al Crest seguendo il sentiero nr. 13 A ma impiegherei ancora un’oretta e dal Crest l’ultima corsa della funivia era alle 17,00. Questo implica il dover scendere a Champoluc a piedi e mettere in conto ancora un’ora e mezza buona di cammino.

Decido di scendere dal sentiero della cascata, molto più rapida e diretta, numerato come 14 D

Val d’Ayas, MascognazSarà sempre un anello, perché raggiungo comunque Champoluc anche se non arriverò esattamente nel punto dove sono partita ma in prossimità dell’ufficio del Turismo.

Quello della “cascata”, come lo chiamo io, è stretto, bello ripido in alcuni punti, con sassi e radici sporgenti, seppur molto piacevole all’interno di un bel bosco di abeti e larici. Anche se l’Ufficio del Turismo vi promuove questo itinerario come una facile passeggiatina, come aveva fatto con me, ricordate che in alcuni punti è parecchio sconnesso e con una bella pendenza, che può mettere in difficoltà sia salita che in discesa se non equipaggiati nel modo corretto. L’estate scorsa ricordo averla percorsa con normali scarpe da ginnastica e senza bastoncini da trekking e mi ero trovata un po’ in difficoltà per la ripidità e scivolosità del terreno. Quindi è vero che si tratta di una passeggiatina in quanto breve ma non sottovalutatelo.

Val d’Ayas, Mascognaz

Scendo accompagnata dal fragore della cascata. Facendosi largo tra la vegetazione ci sono diversi punti che permettono di scattare belle foto stando sempre molto attenti a dove si mettono i piedi. Io stessa nonostante le numerose raccomandazioni sono già scivolata un paio di volte.

Val d’Ayas, MascognazRaggiungo una sorta di terrazzino, dove la cascata fa un bel balzo anche se la portata d’acqua è molto inferiore a quanto ricordavo, vero che ero stata qui a giugno e veniva alimentata dai ghiacciai e dalla neve che sti stava sciogliendo.

Val d’Ayas, MascognazLa staccionata oltre a proteggervi può risultare un valido strumento se vi piacciono le foto “effetto velo” per stabilizzare la fotocamera.

Val d’Ayas, Mascognaz

Consiglio utile ovviamente se siete sprovvisti di cavalletto ma se state facendo un trekking come quello che vi ho appena descritto dubito fortemente che abbiate con voi anche un cavalletto. Più in basso c’è un altro terrazzino da cui si può riprendere la cascata da una prospettiva più ampia. È un terrazzino un po’ di ampio. Ci sono dei sassi ricoperti da bellissimo muschio, sembra il bosco degli elfi, dei folletti e delle fate.

Val d’Ayas, MascognazEccomi arrivata alla fine del percorso. In prossimità di un ponte c’è un ultimo salto della cascata. Attraversando il ponte e tenendo la sinistra si sviluppa un altro sentiero molto bello che collega Periasc con Champoluc seguendo il corso del torrente.

Val d’Ayas, MascognazVal d’Ayas, MascognazIo torno verso il centro di Champoluc per andare a recuperare l’auto. Sono le 18.30, direi di aver percorso un anello di tutto rispetto.

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