LANGHE – Guida pratica per il week end
- Ottobre 29, 2017
- by
- Maria Paola Salvanelli
Post conclusivo e di taglio più “pratico” per organizzare al meglio il vostro week end nelle Langhe.
Come da tradizione, il nostro mini tour parte dal cuore pulsante di questa zona, ovvero Alba.
Parcheggiamo l’auto nel comodo parcheggio a pagamento di fianco alla stazione ferroviaria e in pochi minuti raggiungiamo Via Vittorio Emanuele, il corso principale fiancheggiato di bellissimi negozi. La scusa che devo far girare l’economia è ormai vecchia ma sulla mia coscienza ha sempre un’ efficace effetto persuasivo. Oggi è sabato e lungo il corso si svolge il mercato settimanale. Doppia tentazione quindi e per non fare torto a nessuno divido equamente i miei acquisti su entrambi i fronti. In certe situazioni dovrebbero mettermi i paraocchi come ai cavalli, anche se, sono certa, troverei ugualmente qualcosa che attirerebbe la mia attenzione. Siamo nella patria del tartufo e non mancano ovviamente anche le bancarelle gastronomiche dove rifornirsi, non solo di tartufo, ma di tutte le squisitezze mangerecce di Langhe e Roero.
Raggiungiamo Piazza Risorgimento, dominata dalla bellissima cattedrale di San Lorenzo.
Qui trovate anche l’Ufficio del Turismo e come la scorsa volta faccio incetta di depliant e brochure, si scoprono sempre tante attività interessanti. Vi segnalo ad esempio Alba Sotterranea, una visita guidata da un archeologo professionista che vi illustrerà importanti resti di epoca medioevale e romana.
Ma quella odierna è una giornata di sole talmente bella che preferiamo rimanere in superficie, e poi è quasi ora di raggiungere il Ristorante La Piola dove abbiamo prenotato per pranzo e di cui vi ho parlato in questo POST tutto dedicato alla gastronomia di Langa.
Se è la prima volta che visitate Alba ed è il periodo giusto, vi consiglio un giro alla Fiera Internazionale del Tartufo, manifestazione con cadenza annuale che si svolge in genere dal primo week end di Ottobre all’ultimo di Novembre. Non serve essere degli estimatori esperti per apprezzarne l’importanza. Verrete sicuramente sedotti dall’odore pungente di questo prezioso frutto, un gioiello del sottosuolo.
Il resto del week end è dedicato al lento vagare per colline e vigneti, alla scoperta dei piccoli borghi immersi nella campana. Volevo ubriacarmi gli occhi di bellezza e questo paesaggio, seducente e solitario allo stesso tempo, che come il vino, mi ha fatto letteralmente girare la testa. Un itinerario ideale per chi, come me, ama il silenzio e la tranquillità.
Nel pomeriggio ci spostiamo in direzione di La Morra e in località Brunate visitiamo la Cappella della Madonna delle Grazie, meglio nota come la Cappella del Barolo. Si tratta di una minuscola chiesa mai consacrata fatta costruire nel 1914 per dare riparo in caso di maltempo e temporali improvvisi ai contadini intenti a lavorare nelle vigne sottostanti. Nel 1970 la chiesa viene acquistata dalla famiglia Ceretto assieme alle prestigiose vigne di Brunate. Ridotta quasi a un rudere, dopo un lungo periodo di abbandono, viene restaurata negli anni 90 dagli artisti David Tremlett e Sol Lewitt, rispettivamente inglese il primo e americano il secondo, che ne decorano le pareti esterne con disegni geometrici dai colori accesi: rosso, giallo, viola, arancione. Una scelta eccentrica ma di grande impatto, che ha riportato la cappella a nuova vita. L’atmosfera che regna all’interno è più raccolta, i colori usati sono più tenui ma ho solo potuto dare una sbirciata furtiva dalla porta semi aperta perché si stavano svolgendo delle prove di canto e non volevo essere troppo indiscreta, anche se la mia curiosità mi sussurrava all’orecchio: entra, entra.. entra! L’edificio, infatti, ospita spesso eventi culturali e rassegne.
Il panorama da qui è strepitoso, abbiamo anche la fortuna si assistere alla lenta ascesa di due mongolfiere, che come un ascensore salgono sempre più su nel cielo fino a scomparire dalla nostra vista. Il giro in mongolfiera è sicuramente una attività che prenderò in considerazione per un prossimo giro, per gustarmi il paesaggio da un’altra prospettiva.
Da valutare anche un bel trekking in mezzo ai vigneti. I sentieri sono molteplici e per tutte le gambe, bisogna però indossare degli scarponcini adatti perché il terreno è argilloso e si sprofonda! Dei normali scarponcini da trekking vanno più che bene, sconsiglio invece le classiche scarpe da ginnastica, che vi farebbero scivolare oltremodo, anche in presenza di terreno asciutto. Parlo per esperienza, visto che per fare alcuni scatti mi sono spinta fino in mezzo ai filari ed oltre a sollevare una spessa nuvola di polvere mi muovevo a fatica e con la grazia di un gatto di marmo. L’associazione Terre Alte organizza un sacco di escursioni guidate che. se abitassi più vicino. farei tutte! Oppure trovate tanti altri itinerari anche sul sito Strada del Barolo. C’è solo che l’imbarazzo della scelta.
Se è la prima volta che visitate queste zone è d’obbligo una tappa a La Morra, con la sua terrazza panoramica sulle Langhe e la Torre Campanaria, che vi regalerà una vista ancora più mozzafiato. L’ingresso è gratuito e si tratta di salire pochi scalini, occhio solo che la campana è ancora in funzione e scandisce le ore! Non è per niente piacevole trovarsi in cima quando si mettono in azione. Dopo aver visitato La Morra scendete a Barolo, un altro must della zona. Un borgo di origini medioevali perfettamente conservato dove potrete visitare il curioso Museo del Cavatappi, il Museo del vino allestito all’interno del castello o semplicemente passeggiare per le stradine acciottolate alla ricerca di scorci suggestivi, e per quanto piccola Barolo ne è pieno. Per maggiori informazioni, vi rimando al mio POST precedente.
A questo giro vogliamo concentrarci su paesi diversi dallo scorso anno e più tranquilli, La Morra e Barolo nei fine settimana, sono quelli presi più d’assalto.
Percorriamo la bellissima e tortuosa strada che tra i vigneti conduce a La Morra, l’anno scorso con la nebbia il paesaggio era nettamente diverso, quest’anno sembra di essere dentro una cartolina. Troviamo qualche vigneto dove stanno ultimando la vendemmia del Nebbiolo, uva che giunge a maturazione piuttosto tardi rispetto ad altri e la cui vendemmia è ritardata al sorgere delle prime nebbie d’autunno, da cui appunto deriva il suo nome.
Ci spostiamo ora nel minuscolo paesino di Sinio, dove pernottiamo presso l’ Osteria del Maiale Pezzato. Una bellissima cascina finemente ristrutturata con una piacevole vista sulle colline e da dove, per altro, ci gustiamo un tramonto strepitoso! Quando è stagione potete rilassarvi in piscina, circondata da un giardino dove regna una quiete surreale. Il nome del locale non è di fantasia ma dedicato al maialino pezzato allevato come un vero e proprio animale domestico da Claudio, il gestore molto simpatico e cordiale, che ancora con gli occhi lucidi vi intratterrà raccontando le prodezze e marachelle di Bruno, scomparso improvvisamente qualche anno fa. Peccato non averlo conosciuto. Avendo scelto di testare le osterie dei diversi paesini che stavamo visitando non abbiamo avuto l’occasione di provarne la cucina, da cui però provenivano profumi davvero allettanti. Ma torneremo, e non mi dispiacerebbe vederlo con la neve!
Sinio è un piccolo comune immerso nel verde, distante circa 15 km dalla più turistica Alba e nello stesso tempo vicino a tutte le principali località da visitare. Un’ ottima base per il vostro soggiorno.
L’indomani iniziamo la giornata con la visita di Serralunga d’Alba, che con il suo castello alto ed affusolato ubicato in cima alla collina vi chiamerà da lontano.
Il Castello di Serralunga rappresenta un unicum in Italia come uno degli esempi di castello nobiliare del 300 meglio conservato. Già da fuori il piccolo giardino che lo circonda è un gioiellino e vi offrirà un panorama strepitoso. Per visitarne l’interno è possibile unirsi ad una delle visite guidate della durata di 45 minuti e al costo contenuto di € 6. Anche se gli interni non sono arredati e potrebbero risultare un po’ spogli sono tenuti in perfette condizioni; la bravura delle guide sapranno sapientemente sopperire alla mancanza di porcellane e letti a baldacchino e renderanno la visita ugualmente esaustiva ed interessante. La visita guidata vi illustrerà la storia e struttura del castello, senza mai diventare noiosa.
Il Castello di Serralunga fu costruito per volere della famiglia Falletti, nel XIV secolo, non solo per sottolineare il prestigio della famiglia ma più che altro per controllare le attività produttive locali, non a caso presenta una struttura estremamente slanciata che come una sentinella vigila attenta sul borgo sottostante e sulle dolci colline tutt’attorno.
Proseguiamo verso Monforte D’Alba.
Questo tratto appartiene alla cosiddetta “Langa del Barolo” ovvero quella parte delle Langhe in cui viene prodotto uno dei vini più pregiati d’Italia. Salendo verso Monforte incontrerete distese di vigneti a perdita d’occhio, filari perfetti che sembrano quasi disegnati. Guidare per queste strada è un piacere per la vista e l’animo. Qui le colline delle Langhe, diventate Patrimonio dell’ UNESCO dal 2014, esplodono in tutta la loro bellezza.
Monforte è un piccolo e suggestivo borgo arroccato su di una collina, su cui dovrete inerpicarvi per arrivare al nucleo più antico del paese che racchiude una serie di meraviglie tra cui l’ Auditorium Horszowski, una conca naturale a forma di anfiteatro oggi ricoperta d’erba, che ogni anno ospita il Festival del Jazz. Purtroppo l’elevato numero di turisti non mi ha permesso di apprezzarla al meglio ma voi potreste essere più fortunati, come la mia amica Ivonne che è passata qualche giorno dopo di noi e che ringrazio per le bellissime foto e per una preziosa dritta gastronomica.
In una via del paese vecchio, quindi sempre nella parte alta di Monforte, trovate un ristorante molto particolare, Le Case della Saracca, il lavoro di recupero di un vecchio edificio dismesso è stato notevole. Il ristorante si sviluppa in verticale con un gioco di scale ed inserti di vetro e acciaio. Una location davvero unica. Il pezzo forte è sicuramente il caveaux dove sono custodite più di 5.000 bottiglie e la cui apertura è controllata da un dispositivo elettronico degno di un film di James Bond. Guardatelo voi stessi con il tour virtuale disponibile sul sito. Io l’ho già segnato in agenda per il prossimo giro!
Ultima tappa del nostro tour nelle Langhe è Dogliani. Una graziosa cittadina di età preromana costruita sul torrente Rea. Questo paesino è contraddistinto da due parti ben distinti. La parte alta, raccolta attorno al castello di stampo chiaramente medioevale e la zona più moderna che racchiude il centro storico vero e proprio, ricca di negozi e attività commerciali. Qui vi colpirà senz’ altro la bellissima chiesa parrocchiale ottocentesca, dedicata ai santi Paolo e Quirino. Mi ha stupito il numero spropositato di agenzie immobiliari in proporzione alle dimensioni ridotte del paese. Ci dirigiamo con passo spedito, mossi forse più dalla fame che non dalla curiosità, per il dedalo di viuzze che compongono il centro storico alla ricerca del Ristorante L’Acciuga nel Bosco dove abbiamo prenotato per pranzo. Di questo ottimo ristorante vi avevo parlato sempre nel post dedicato alla gastronomia locale.
Prima di lasciare Dogliani, non fate come noi e assicuratevi di fermarvi ad ammirare la splendida Piazza del Belvedere, un punto panoramico di incomparabile bellezza. Qui trovate anche una delle panchine giganti di Chris Bangle, un designer americano che ha ideato un progetto davvero inusuale “The Bing Bench Community Project”, allo scopo di farvi osservare il mondo da un’altra prospettiva, suscitando lo stupore di quando si era bambini. Un progetto divertente e che ha permesso per raccogliere fondi da donare in beneficenza. Queste installazioni sono disseminate per tutto il territorio di Langhe e Roero e si potrebbe pensare ad un tour alternativo per andarle a scoprire. Sul sito trovate una mappa dettagliata delle 44 panchine costruite fino ad ora.
Purtroppo, per quanto mi documenti sempre prima di partire il Progetto delle Panchine Giganti l’ho scoperto solo qualche giorno dopo essere tornata a casa, grazie ad una foto trovata su Instagram. Non vi dico quanto ho bruciato, purtroppo non ci siamo spinti fino al Belvedere ma l’intento dei miei post, altre a facilitarvi la visita, è proprio quello di suggerirvi tappe e luoghi che per mancanza di tempo o in questo caso delle dovute informazioni, noi abbiamo saltato. Se andate però mandatemi almeno una foto, ci conto!
Si conclude qua il nostro minitour nella Langhe che salutiamo a malincuore per averci ammaliato la vista e sedotto il palato. Ma ci siamo già fatti una promessa, quella di tornare presto, e le promesse vanno mantenute!