NAMIBIA – Sandwich Harbour, dove le dune scendono in mare
- Ottobre 25, 2017
- by
- Maria Paola Salvanelli
Swakopmund, che città bizzarra.
È la seconda città più grande della Namibia e dopo tanti giorni immersi nel nulla e circondati da una natura incontaminata, il primo impatto con la civiltà è strano, provo quasi fastidio. Mi sento spaesata nell’ incontrare tante macchine tutte assieme, le prime code, il traffico, i cantieri.
DOVE DORMIRE
Pernottiamo due notti presso l’ Atlantic Villa Guest House, un moderno complesso con vista Oceano nel tranquillo quartiere di Vogelstrand, a circa 6 km dal centro. Al nostro arrivo siamo talmente stravolti dal viaggio che chiediamo in reception di prenotarci un tavolo per evitare di vagare in macchina altre ore, vogliamo solo cenare e andare a dormire. Suggeriamo un paio di posti che ci avevano consigliato ma prontamente sostengono che sono tutti pieni perché hanno già chiamato poco fa per altri ospiti. Dopo aver guidato per più di 8 ore di fila siamo davvero troppo cotti per replicare e li lasciamo fare. Ci riservano un tavolo presso il l’Anchor Point, poco distante dal molo.
Dobbiamo quindi fare ritorno in città ma per fortuna, grazie alla cartina ed indicazioni forniteci lo troviamo subito. L’ambiente è elegante e veniamo accolti da personale cortese e sorridente ma se tralasciamo la coppia che stava pagando al nostro arrivo, il ristorante è praticamente vuoto e questo ci fa sentire un po’ in imbarazzo. Forse è questo il motivo per cui l’Hotel lo sta sponsorizzando? Ogni dubbio svanisce non appena ci vengono serviti gli antipasti. Le porzioni sono super abbondanti ed è tutto squisito. A seguire ordiniamo due sogliole alla griglia, siamo al mare e dobbiamo approfittarne dopo tanti giorni di menù a base di carne. La gamma dei prezzi è in linea alla qualità del cibo e l’atmosfera del luogo. Andiamo a dormire soddisfatti e ritemprati.
L’ ESCURSIONE A SANDWICH HARBOUR
L’indomani la sveglia suona sempre all’alba, dobbiamo essere al molo di Walvis Bay per l’escursione di Sandwich Harbour. Walvis Bay è una cittadina che dista circa 35 km da Swakopmund facilmente raggiungibile grazie alla B2, la comoda strada costiera asfaltata che collega le due cittadine. L’escursione è stata prenotata con anticipo dall’Italia con la compagnia Sandwich Harbour. Il costo non è irrilevante (€ 90 a persona) ma li vale davvero tutti! Alle 8,00 puntuali partiamo a bordo di un potente Land Rover guidato dal simpaticissimo Mike, la nostra guida e driver. Con noi c’è un’altra coppia di Catalani (non spagnoli, catalani come ci hanno tenuto a sottolineare).
L’escursione organizzata è l’unico modo per guidare tra le dune di Sandwich Harbour e se anche l’accesso alla zona fosse libero è impensabile gestirla in autonomia.
Facciamo una prima sosta alla Sandwich Harbour Lagoon, la baia popolata di fenicotteri rosa.
Di esemplari ce ne sono davvero tanti ma quelli più vicino alla riva e quindi più facilmente fotografabili sono praticamente tutti con la testa immersa sott’acqua intenti a cacciare. La cosa che più mi colpisce e fa sorridere è il movimento ritmico delle loro lunghe zampe, sembra che si muovano a tempo di musica e mi hanno ricordato il celebre passo del film “Flashdance”!
Usano questa tecnica per stanare molluschi e pesciolini che diventeranno poi il loro pasto. La laguna è fiancheggiata da ville meravigliose, una più bella dell’altra, un paesaggio molto simile alla Camps Bay di Cape Town, in Sudafrica. Una zona molto lussuosa insomma. Giusto il tempo di qualche foto per poi ripartire a bordo della nostra gippona.
Costeggiamo delle saline, depositi che vengono riempiti con l’acqua pompata dal mare e per effetto della vaporizzazione i minerali contenuti nell’acqua si cristallizzano. La presenza di diversi tipi di alghe regalano a ciascuna pozza un colore caratteristico, pozze che sono diventate l’habitat ideale per fenicotteri , gabbiani, cormorani e altri piccoli uccelli acquatici.
La Land Rover si fa strada sulla spiaggia, disturbando un nutrito gruppo di cormorani che volano via al nostro passaggio. Stiamo percorrendo una strada che sembra asfaltata ma in realtà è composta di sale!
Sale che si è compattato e solidificato. Il colore scuro del fondo è semplicemente dovuto al passaggio delle gomme delle auto. Un po’ quello che capita sulle strade di città a qualche giorno da una nevicata.
Raggiungiamo la famosa zona di Sandwich Harbour, mentre Mike ci spiega che le dune rispetto ad anni fa si sono purtroppo ritirate e sono destinate e ritirarsi sempre di più verso l’entroterra, con il rischio che tra qualche decina di anni questo spettacolo naturale non sia più visibile. La causa non sono per una volta tutte da attribuire all’ uomo, si tratta di un fenomeno dovuto ai venti e alle correnti, tanto dell’aria quando del mare. Una cosa è certa, è uno spettacolo che toglie il fiato!
Mike ci sfida scalare la duna, in tre minuti netti lui è già sulla cima mentre io non sono nemmeno a metà! È proprio come scalare una montagna di neve fresca, i piedi affondano fino alla caviglia; due passi avanti e uno e mezzo all’ indietro alla ricerca di un punto in cui la sabbia sia più compatta. Arrivo alla cima senza stremata e senza più fiato ma la fatica viene ampiamente ripagata dallo spettacolo che si apre davanti ai nostri occhi. Dall’ alto della duna il panorama è…..WOW! Sarà uno dei momenti indimenticabili del viaggio.
Dune dorate a perdita d’occhio. Tenui giallo e azzurro pastello sono i colori predominanti che conferiscono al paesaggio un aspetto etereo, quasi onirico. Mi pervade una pace incredibile, mi siedo a cavallo della duna e contemplo questo panorama dove il tempo sembra essersi fermato. Da un lato mi arriva il rumore dell’oceano, delle onde che si infrangono sulla battigia, respiro l’aria salmastra a pieni polmoni.
Dall’ alto lato assaporo il silenzio del deserto rotto solo dal sibilo vento. Osservo la sabbia dorata cambiare velocemente forma al passaggio del vento. Sandwich Harbour è davvero una meraviglia.
Rimarrei qua per sempre ma Mike mi esorta a scendere dalla duna, ora ci aspetta la parte più divertente.
Con la jeep ci siamo divertiti a correre su e giù per dune con una pendenza pazzesca! anche un pilota esperto come Mike spesso deve ingranare la retromarcia e ritentare la manovra. Bisogna essere davvero bravi per non ribaltarsi ma non ho avuto paura per un momento. Mi fidavo di Mike che si stava divertendo più di noi e si capiva che sapeva il fatto suo. C’erano altri tour che percorrevano più o meno il nostro percorso e mi fatto forse più impressione vedere le altre jeep scendere da queste pendenze pazzesche che non viverla in prima persona stando sulla jeep stessa.
Prima di fare ritorno a Walvis Way ci viene offerta un piccolo spuntino a base di ostriche e spumante! Credo di non aver mai bevuto alcolici alle 10,00 del mattino ma il momento meritava di essere celebrato! Cin cin!
Informazioni utili: come già evidenziato abbiamo prenotato un’escursione di mezza giornata con la Compagnia omonima Sandwich Harbour. In molti scelgono l’opzione full day, che include anche un giro di 4 ore in barca per osservare delfini, i pellicani ed una colonia di otarie. Noi abbiamo preferito la versione ridotta avendo in programma di visitare la colonia di Cape Cross l’indomani. In alternativa ho sentito spesso citare la Compagnia Mola Mola i cui uffici erano proprio di fianco alla Compagnia da noi prescelta. Non posso testimoniare sulla Mola Mola ma la Sandwich Harbour ci ha offerto un servizio impeccabile. Di certo è un’escursione da prenotare con anticipo.
SWAKUPMUND, IN GIRO PER LA CITTA’
Al termine dell’escursione facciamo ritorno a Swakupmund per pranzo. Il The Tug di cui tutti parlano è al completo ma di fronte scorgiamo il Jetty 1985. Non so come sia il The Tug ma alla fine non siamo poi capitati così male!
Il ristorante si trova alla fine alla fine di un lungo pontile che si protende verso l’Oceano Atlantico. La location è molto suggestiva e grazie alle enormi vetrate si ha quasi l’illusione di trovarsi in mare aperto, cullati dalle onde che si infrangono sui pilastri del molo su cui è ubicato.
Il locale è molto carino e raffinato ma non richiede un abbigliamento elegante. Cucina di ottimo livello, con i piatti abbondanti e curati. Personale attento e gentile. I prezzi sono più elevati per la media dei ristoranti in Namibia, ma resta a buon mercato per noi europei.
Purtroppo la giornata vira in peggio. Improvvisamente è scesa una nebbia fittissima, sembra di essere in Pianura Padana in pieno novembre e anche la temperatura è calata drasticamente costringendoci a passare dalle mezze maniche al piumino!
Questo repentino cambio climatico ha dettato le sorti del pomeriggio. Eravamo tentati dall’idea di un giro panoramico in elicottero per vedere Sandwich Harbour da un’altra prospettiva, ma al di là del costo esorbitante non avremmo visto quasi nulla a causa della fitta nebbia. Se siete interessati a questa attività di consiglio di muovervi per tempo prima di partire in modo da permettere all’ agenzia di abbinarvi ad altre persone. Prenotando in loco il costo era tutto a carico nostro e pagare più di 300 euro per 30 minuti di volo mi sembrava eccessivo. Alla fine il meteo ha deciso per noi.
Abbandoniamo definitivamente l’idea dell’elicottero e trascorriamo il pomeriggio passeggiando per le vie della città. La sensazione è quella di non essere più in Namibia e di essere stati catapultati in Nord Europa.
Case in stile bavarese dai tetti spioventi, aiuole fiorite ed ordinate, supermercati, ristoranti, pasticcerie, agenzie di viaggio ad ogni angolo e una moltitudine di semafori. Mi sento un po’ disorientata, complici anche la giornata fredda e la nebbia fitta che conferiscono alla cittadina un’aria un po’ malinconica e dormiente. Ma siamo davvero ancora in Africa?
Nella tranquilla Swakopmund non c’è molto da fare se non passeggiare tra le tipiche case eredità della lunga colonizzazione tedesca e fare un giro al crafts market dove sicuramente avrete la possibilità di acquistare oggetti di artigianato locale ma bisogna avere la pazienza di contrattare, dote che mi manca totalmente. Gli stranieri significano soldi, e noi veniamo letteralmente assaliti non solo dai commercianti delle bancarelle ma anche da “mendicanti” che chiedono l’elemosina e ci ricordano che nonostante le incredibili bellezze naturali che ci sta regalando questo viaggio, la Namibia, ha ancora forti disparità sociali con cui fare i conti.
Passeggiamo sul molo fino a raggiungere il faro, ben abbottonati nelle nostre giacche e ancora increduli per l’ atmosfera tetra che si è venuta a creare in poche ore.
Spulciamo il lungo e in largo la guida alla ricerca di attività alternative, come l’acquario e la locomotiva di Martin Luther ma con delusione scopriamo che il primo ha già chiuso e sulla seconda ci hanno costruito sopra un negozio talmente pieno di cianfrusaglie che la locomotiva, per quanto grossa è quasi sotterrata da oggetti e souvenir di ogni tipo. Insomma oggi sembrava girare tutto a nostro sfavore, ma non ci facciamo scoraggiare: domani è un altro giorno e sarà sicuramente migliore.
Per cena ci rechiamo al Kukis Pub, dove non abbiamo prenotato ma confidiamo essendo solo in due di trovare un posto. Il locale è apparentemente vuoto ma tutti i tavoli sono prenotati. Ci fanno accomodare al bancone e attendere una 15 di minuti in attesa di sistemare tutte le persone con prenotazione che stanno mano a mano arrivando. Il locale è sempre molto affollato, quindi la prenotazione è consigliata ma non date retta a chi vi dice che senza è impossibile sedersi; qualcuno che arriva un ritardo o proprio non si presenta c’è sempre, anzi dal numero di tavoli rimasti vuoti attorno a noi direi anche più di uno.
Il locale è frequentato per lo più da stranieri e in agosto in prevalenza da italiani, un dettaglio che in genere mi spinge ad andare in altri posti ma questo Pub merita davvero. Lo stile è quello classico di una birreria tedesca, con arredamento di legno rustico e dall’atmosfera gioviale e molto rilassata.
Nonostante il locale fosse molto affollato il servizio è stato veloce ed efficiente. Prezzi sempre molto contenuti in proporzione alla qualità e quantità di quello che viene servito. Offre un menù molto vario, con cucina internazionale e locale. Noi ordiniamo due bistecche, di orice e sprinboks davvero tenere e gustose! Anche i costi sono molto contenuti in proporzione alla qualità e quantità di quello che viene servito
Tenete sempre a portata di mano qualche dollaro da lasciare ai parcheggiatori, se anche la strada vi sembra fuori spunteranno fuori come i funghi non appena scendete dall’ auto. Vi chiederanno di poter controllare la vostra macchina mentre siete a cena. Accettate e al ritorno lasciategli dai 20 ai 40 NAD di mancia. Si tratta di una prassi comune in tutta la Namibia. Questo però non vi autorizza a lasciare oggetti in bella vista sul sedile posteriore, siamo pur sempre in Africa, ci sono un sacco di persone povere che chiedono l’elemosina e come in tutte le grandi città ci vuole un minimo di attenzione.
Stasera fa davvero molto freddo e dopo cena rientriamo subito in hotel anche perché alla sera Swakupmund non offre chissà quali attrazioni e a dirla tutta diventa un po’ spettrale. Non ci resta che andare a dormire godendoci, per una notte, qualche ora di sonno in più.
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