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ETOSHA – Guida pratica per organizzare un safari

Ci sono nomi che nell’immaginario collettivo riportano immediatamente a certi luoghi e quando sentiamo pronunciare il nome Etosha l’abbinamento con la Namibia è automatico. Anzi, prima di iniziare a documentarmi su questo meraviglioso paese ritenevo che un Safari all’Etosha fosse l’unico vero motivo per spingersi fino in Namibia. Beh, mi sbagliavo di grosso e se mi avete seguito nel resoconto di questa incredibile avventura converrete con me che esiste più di un valido motivo per organizzare un viaggio in Namibia. Il safari all’ Etosha è “solo” la ciliegina sulla torta!

Ammetto di avere una fissa con i safari, questo ritorno alla natura scatena in me emozioni che poche altre esperienze durante i miei viaggi sono state in grado di trasmettermi. Ufficialmente è il mio terzo Safari (il primo in Kenya e poi in Sudafrica) e sarei già pronta per organizzare il prossimo. In me è sempre più forte il desiderio di vivere la natura e quanto più la natura è isolata e selvaggia tanto meglio. Ma arginiamo questo flusso di pensieri e andiamo con ordine.

Voglio fornirvi qualche informazione pratica su come organizzare un Safari in Etosha.

In lingua herero Etosha significa “la terra delle acque asciutte” o anche “grande posto bianco” a causa della grande pianura salina che ricopre il 25% della superficie totale del parco, il pan che durante la stagione secca è un luogo surreale, completamente deserto.

Proclamato come riserva nel 1907 dal governatore tedesco Von Lindequist, il parco aveva in origine un’ estensione che raggiungeva gli 80.000 km2 ma nel corso degli anni è stata ridotta agli attuali 23.000 km2.

Il parco è visitabile dall’ alba al tramonto attraverso ad una fitta rete di strade bianche che conducono alle famose pozze d’acqua di Etosha, alcune naturali, altre artificiali quindi create dall’ uomo e dove gli animali sono soliti andare ad abbeverarsi.  All’ interno del Parco i safari vengono effettuati a bordo del proprio veicolo ed è vietato l’ingresso a moto e motociclette.

Il parco è tagliato in due da una strada principale che unisce le strutture principali da est ad ovest: Namutoni, Halali e Okaukuejo, queste sono strutture a gestione statale. Proseguendo in direzione ovest, verso il Galton Gate incontrerete il Dolomite Camp, a gestione privata, un bellissimo complesso di recente costruzione in un’area del parco che fino a pochi anni fa non era accessibile ai turisti che viaggiavano in maniera indipendente.

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Ogni struttura è dotata di una pozza artificiale realizzata per consentire ai turisti di osservare gli animali.

Dalla direttrice principale dipartono numerose stradine secondarie tutte indicate da cippi segnaletici di pietra recanti le indicazioni e i nomi delle pozze in stampatello e ben visibili. È proprio in queste stradine che abbiamo fatto gli avvistamenti più divertenti, tra cui una dolcissima famiglia di struzzi.

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I Gate di ingresso sono 5: Anderson’s Gate, Von Lindequist Gate, Namutoni Camp, Galton Gate, King Nehale Lya Mpingana Gate. Scegliete quello a voi più comodo in base al vostro itinerario.

Noi provenendo di Opuwo entriamo ad ovest, dal Galton Gate, non prima di aver passato un veterinary check. Ci vengono disinfettate le ruote e successivamente ispezionato il bagagliaio. Vogliono assicurarsi che non trasportiamo carne o altri generi alimentari che potrebbero nuocere agli animali del parco.

Entrare nel parco non è un problema, anche per chi volesse fare un safari giornaliero, basta rispettare gli orari di apertura e chiusura dei cancelli e pagare l’apposito permesso da tenere sempre con voi a da esibire in uscita.

Per 3 giorni abbiamo pagato 510 NAD. L’ ingresso giornaliero per un adulto (straniero) è 80 NAD a cui occorre aggiungere la tassa per il veicolo. L’ ingresso giornaliero per veicoli fino a 10 posti è 10 NAD.

Per informazioni sempre aggiornate e precise vi invito a consultare ancora una volta a consultare la pagina web del Parco.

Decisamente più difficile è soggiornare all’ interno del parco, soprattutto in alta stagione. Tenete conto che a Febbraio quando abbiamo iniziato ad organizzare il nostro viaggio molte strutture erano già fully booked. E così ho dovuto rinunciare alla possibilità di pernottare a Okaukuejo, la cui pozza sembrava essere la migliore per gli avvistamenti ma siamo stai comunque ben ripagati da altre meravigliose sorprese.

Abbiamo pernottato in Etosha un totale di 3 notti ( 2 notti presso il Dolomite Camp ed una notte presso l’Halali)  e credo sia stato un buon compromesso per vedere con calma diverse zone del parco e tornare nelle pozze con maggiore affluenza, anche in orari differenti. Personalmente amo talmente tanto i safari che i giorni per me non sarebbero mai abbastanza e visto che i giorni di ferie non sono illimitati bisogna per forza scendere ad un compromesso.

L’ideale sarebbe pernottare una notte in ogni lodge Dolomite Camp, Okaukuejo, Halali e Namutoni in modo da avere una panoramica completa del Parco e poter perlustrare in tutta tranquillità le zone attorno ad ogni camp senza dover macinare km e km ogni giorno per gli spostamenti. Se proprio dovete fare una scelta e ridurre i giorni vi consiglio Okaukuejo e Halali. Le strutture sono sicuramente più spartane rispetto al Dolomite Camp, che è un gioiellino ma sarete in una posizione centrale che vi permetterà di raggiungere con facilità sia le pozze ad est che ad ovest.

Come già trattato nel post Guida pratica al viaggio, il nostro viaggio in Namibia, Etosha compreso, è stato prenotato tramite l’agenzia Xenia Viaggi

In alternativa potete consultare la pagina web del parco e richiedere la disponibilità ad ogni singola struttura.

Se non vi siete mossi con anticipo non scoraggiatevi, potete sempre pernottare nelle strutture adiacenti ai Gate principali e godervi il Parco Etosha dall’alba al tramonto anche per più giorni consecutivi. Certo dormire all’interno del parco è indubbiamente molto più suggestivo e grazie alla presenza di pozze d’acqua illuminate a giorno i vostri avvistamenti potranno proseguire anche dopo il calare del sole.

Imprescindibile l’acquisto di una mappa per orientarsi all’ interno del parco. Noi l’abbiamo acquistata presso uno dei curio-shop presenti al Gate di ingresso, dopo aver richiesto il permesso di transito. La mappa vi sarà utilissima per capire le distanze in km tra una pozza e l’altra, dove sono dislocate le stazioni per il rifornimento di benzina, ect. o banalmente la distanza dal Gate di ingresso alla struttura dove pernotterete.

Per darvi un’ idea questa è la mappa scaricata direttamente dal sito del parco ma quelle acquistabili in loco sono molto più dettagliate.

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Tenete conto che è vietato transitare nel parco dopo il calar del sole; anche se pernottate all’ interno del Parco dovete far rientro al vostro lodge o camp prima che faccia buio. È una questione di sicurezza e i trasgressori vanno incontro a multe molto salate, quindi non rischiate e studiate con attenzione la vostra mappa per assicurarvi di non essere dalla parte opposta a dove dovreste essere negli orari in cui non è più consentito circolare.

Allo stesso modo è vietato scendere dalle proprie auto ad eccezione delle aree di sosta segnalate. Potete quindi condurre il vostro safari in totale autonomia ma dovete attenervi a queste poche e semplice regole.

In prossimità delle pozze d’acqua è consigliato spegnere il motore dell’auto e stare in silenzio per non disturbare gli animali e le altre persone attorno a voi. Inutile dire che è vietato sporgersi dai finestrini, aprire le portiere e ovviamente non si può dare da mangiare agli animali.

Durante la stagione giusta, la nostra estate, grazie all’ altissima concentrazione di animali preso le pozze d’acqua, un safari in Etosha è un successo assicurato. Non dovrete vagare ore ed ore per avvistare qualche esemplare di giraffa o zebra, come ad esempio mi era capitato in Sudafrica. Qui sarà la natura a venire da voi, basta spostarsi da una pozza all’ altra ed aspettare.

In assoluto quella che mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta è la Ozonjuitji. C’erano cosi tanti animali che non sapevo più dove guardare. Zebre, springbok, kudu, gnu, giraffe e dopo poco addirittura un enorme, anzi, mastodontico Rinoceronte che ha puntato dritto verso di noi facendoci quasi temere il peggio ma dopo aver annusato l’aria ha cambiato direzione.

Ora non so dirvi se è sempre cosi ma se avrete la fortuna di organizzare un safari ad Etosha segnatevi questo nome Ozonjuitji  e andate a verificare di persona, vi auguro la mia stessa fortuna. Si perché, è vero che gli animali tendono a frequentare più o meno le stesse pozze quasi con la puntualità di un orologio svizzero ma alla fine il safari è soprattutto un buon mix di fortuna pazienza e fiducia.

La famosa pozza del Okaukuejo ad esempio quando siamo arrivati era deserta, non c’era nemmeno un passero! Non vi dico la delusione. Ci siamo seduti all’ ombra e abbiamo atteso quasi due ore. Stavamo per andarcene e ricordatevi che in genere quello è il momento topico. Nell’attimo stesso in cui avete stabilito che ormai non vale più la pena rimanere, le vostre convinzioni verranno subito stravolte. Ed è cosi che scorgiamo in lontananza un elefante. Con tutta la calma del mondo è arrivato, ha fatto il giro della pozza scegliendo il punto a lui più congeniale per iniziare il suo trattamento di bellezza con i fanghi.

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Mentre eravamo occupati ad osservare la scena quasi non ci accorgiamo della apparizione di 5 lunghi colli di giraffe che vendendo la pozza occupata da un animale più forte di loro si sono mantenute per un po’ a debita distanza, poi evidentemente la sete ha vinto sulla paura e si sono avvicinate per bere, con le loro movenze scoordinate.

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L’arrivo di un secondo elefante le riporta in uno visibile stato di allerta e le farà desistere del tutto dalla loro impresa di abbeverarsi, nonostante l’elefante non le stesse degnando nemmeno di uno sguardo. Sono davvero fifone. Cosi si allontanano mentre i due elefanti giocano indisturbati tra di loro tra spruzzi d’acqua e fango.

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La savana riserba sempre un sacco di sorprese, soprattutto quando meno te lo aspetti.

Quindi il mio consiglio più spassionato è: quando arrivate a una pozza non scappate via subito se la pozza è vuota. Parcheggiate, rilassatevi e abbiate la pazienza di aspettare. Oltre l’episodio dell’ Okaukuejo  di cui vi ho appena parlato, c’è stato un altro frangente presso la pozza del Dolomite Camp in cui sono arrivati di colpo una ventina di elefanti a fare il bagno! Vi assicuro che l’emozione è stata indescrivibile. Gli elefanti  giocavano, bevevano, si spruzzavano fango per rinfrescarsi ed erano presenti anche i piccolini. Il gruppo stava dominando la pozza e tutti gli altri animali seppur presenti in numero anche maggiore attendevano pazienti il loro turno a debita distanza ma gli elefanti non erano minimamente intenzionati a cedere il posto. Alla pozza tutti gli animali vorrebbero bere ma poi vince il più forte. Siamo rimasti in estasi ad osservarli giocare per più di mezz’ ora.

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La stagione migliore per gli avvistamenti è la nostra estate, quando il pan, la grande depressione al centro del Parco è totalmente in secca e gli animali per bere sono costretti a recarsi presso le pozze d’acqua. Al contrario, nella stagione umida, quando il pan è coperto da un sottile strato d’acqua e si trasforma in un acquitrino gli animali non hanno nessun interesse a spostarsi, la vegetazione è più alta e rigogliosa e di conseguenza gli avvistamenti diventano più difficili.

Etosha è il paradiso dei safari fotografici e sorprende per la strabiliante concentrazioni di animali di ogni specie in pochi chilometri quadrati…e attorno alle pozze si parla di metri!

Forse non è il parco più adatto per avvistare i felini, leoni e ghepardi sono presenti ma in numero molto ridotto. Se riuscirete ad avvistarli tanto meglio ma non ostinatevi sulla loro caccia, la natura di Etosha saprà ugualmente ripagarvi per la vostra visita. Noi abbiamo avvistato un gruppo di 7 leoni dopo nemmeno 2 ore dal nostro arrivo presso la pozza del Dolimite Camp e il giorno successivo presso la pozza di Newbrowni dove un leone e una leonessa incuranti degli spettatori si sono accoppiati. Purtroppo non abbiamo visto leopardi e ghepardi ma sono ugualmente soddisfatta della mia “caccia”.

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Gli animali non si vedono solo in prossimità delle pozze ma si possono incontrare anche lungo la strada. Andate piano perchè il via vai di zebre e giraffe che attraversano all’ improvviso la strada è impressionante!

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Come dicevo in Etosha i safari possono essere tranquillamente autogestiti a bordo del proprio veicolo. Se avete un 4×4 tanto meglio, sarete seduti più in alto e avrete una visuale maggiore.

Vale quindi la pena prendere parte ai game drive organizzati dai lodge? Un altro grande dubbio che avevo prima di partire. Noi ne abbiamo fatti un paio anche per forze di causa maggiore, eravamo rimasti quasi a secco con la benzina e dovevamo conservarla per percorrere i 180 km che separavano il Dolomite Camp dalla prima zona dove fare rifornimento ed essendo quasi in riserva ogni metro in più poteva essere fatale!  Assicuratevi di avere con voi 2 taniche di benzina piene prima di entrare nel parco, potrebbero tornarvi molto utili!

Purtroppo non sono riuscita ad unirmi al safari notturno, l’unico che forse valeva la pena fare, al nostro arrivo erano già tutti fully booked. Il mio consiglio, se siete interessati, è di prenotarli prima della partenza per assicurarvi il posto. Quanto ai safari organizzati diurni, a mio avviso, non valgono più di tanto la pena.

Certo i ranger vi forniranno un sacco di informazioni utili sugli animali che state osservando, ora posso distinguere senza dubbio alcuno una plain zebra da una mountain zebra, cosi come un Orix femmina da un Orix maschio ma il vero motivo per cui sono stata tentata a prendere parte ad un safari organizzato, oltre al rischio di rimanere a piedi, era la convinzione che i ranger portassero nei fuori pista o nelle zona vietate al transito dei viaggiatori indipendenti. Nulla di tutto ciò e da questo punto di vista il game drive organizzato dal lodge non da nessun valore aggiunto rispetto a quello che potete fare con la vostra macchina.

Ora che vi ho fornito tutti i consigli pratici per organizzare al meglio un safari all’ Etosha National Park, non vi resta che prenotare il prossimo volo per Windhoek! Secondo me vi ho messo un po’ di voglia di partire…

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  10. ETOSHA, Guida pratica per organizzare un safari

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