Aosta, un gioiellino incastonato nelle montagne
- Settembre 26, 2016
- by
- Maria Paola Salvanelli
La mia visita inizia dal Ponte romano, su cui è ubicato il nostro Hotel.
L’Hotel Cecchin, prenotato su booking, è un piccolo Hotel a gestione famigliare, veramente comodo per visitare la città. In una posizione tranquilla a due passi dal centro storico, pulito e accogliente. La struttura è stata ristrutturata di recente, un po’datato invece il mobilio ma nel complesso si è rivelato un’ottima scelta. In prossimità dell’Hotel, e quindi del Ponte Romano, si trova anche un comodo parcheggio (tariffe nella media), in cui potete lasciare la macchina per proseguire a piedi.
A poca distanza si trova l’Arco di Augusto. L’Arco dedicato all’imperatore Augusto fu costruito nel 25 a.C. per festeggiare la vittoria contro i Salassi e la fondazione della nuova colonia romana. Sembra quasi che sia stato eretto per fare da guardia al centro storico.
Lasciatevi alle spalle Piazza Arco d’Augusto e imboccate via Sant’Alselmo.
La pavimentazione lastricata, le botteghe locali, ricche di prodotti tipici e prelibatezze varie … per un attimo vi sembrerà di essere capitati tra i vicoli di un borgo umbro o toscano, ma i nomi in francese delle vie e la vista delle montagne innevate vi ricordano di essere da tutt’ altra parte!
Dopo poco più di 500 metri, si giunge a Porta Pretoria uno dei tanti resti romani valdostani ancora intatti. Costruita sempre nel 25 a.C. aveva tre aperture ancora oggi visibili: una centrale per i carri e due laterali, per i pedoni. Era interamente ricoperta di marmo, come è visibile in parte nella facciata orientale. Qui trovate l’ufficio del turismo, dove potete richiedere una mappa, anche se le attrazioni principali sono chiaramente indicate dalla segnaletica agli incroci di ogni via.
A fianco della Cattedrale, trovate il criptoportico forense, che assieme all’Arco di Augusto, alla Porta Praetoria e alle Mura della città, è uno dei siti archeologici più rappresentativi del glorioso passato Romano di Aosta. Il criptoportico è un edificio seminterrato costituito da un doppio corridoio con volte a botte: circondava l’area sacra del foro, da confronti con altri siti analoghi, si ritiene fosse il punto di congiunzione di due templi, dedicati rispettivamente all’Imperatore Augusto e alla triade di Giove, Giunone e Minerva. Aveva inoltre un’importante funzione strutturale: serviva infatti a regolarizzare il dislivello dell’area. scendendo una scala vi ritroverete nelle viscere della terra a percorrere i due porticati illuminati da luce soffusa arancione. Una musica suggestiva si spande nell’aria, nonostante il nome un pò criptico, è un luogo memorabile.
Non so voi, ma a me tutto questo girare mi ha fatto venire un certo appetito.
La domenica a pranzo, durante il mio tour, dopo aver passato in rassegna una serie di ristoranti/osterie tutte chiuse per riposo settimanale o al completo, mi sono ritrovata davanti all’Officina della pasta, in via Sant’Anselmo. La lavagnetta fuori del negozio/gastronomia pubblicizzava menu: antipasto, primo con sugo a scelta e dolce della casa € 12,00. Valeva la pena provare. Mi accoglie l’ampio sorriso di Sandro, il giovane titolare, con cui avrò in seguito modo di fare una piacevolissima chiacchierata. Come vi dicevo i valdostani sono davvero accoglienti.
Sandro mi racconta che il pastificio ha aperto lo scorso anno e dai commenti entusiasti dei clienti che erano seduti vicino a me, ha fatto centro! la clientela è sicuramente destinata ad aumentare; inoltre la simpatia di Sandro e la passione per il suo lavoro sono contagiose. È stata davvero una piacevole scoperta. Ve lo consiglio.Qui di seguito, vi consiglio altri locali testati personalmente.
Venerdi sera, abbiamo avuto modo di testare un birrificio artigianale.
Siamo arrivati tardi perché partiti dopo il lavoro e da parma sono 3 ore di macchina. Andare a letto con lo stomaco vuoto però non è sconsigliato. il birrificio era il compromesso ideale, una location moderna ma al tempo stesso accogliente. La birra è veramente ottima. Abbiamo poi spizzicato un tagliere di salumi e un bagel farcito ma il menu proponeva un ampia scelta, tra insalatone, hambuger e piatti valdostani.
http://www.ristoranteosteriadelloca.com/
Un delizioso locale situato in una piazzetta tranquilla e molto curata.
Oltre ad un tagliere di affettati e formaggi valdostani, con l’immancabile Lardo di Arnad e la Motsetta, carne essiccata di bovino o camoscio (che sarebbe stata decisamente più saporita) abbiamo ordinato i bigoli al ragù d’oca che erano deliziosi.
Tra piatti tipici che dovete assolutamente provare segnalo:
- Polenta
- Zuppa valpelleunèntse, uno dei piatti valdostani più famosi, a base di pane nero, cavoli e fontina
- Carbonade, un antico piatto a base di carne bovina salata per 12 giorni e cotta lentamente con aglio e lardo affumicato sotto sale. Si aggiunge quindi una salsa di vino bianco secco, un uovo, farina, cannella, chiodi di garofano, pepe e noce moscata.
- Cotoletta di vitello alla valdostana, con fontina e uova, fritta nel burro
- Trota al burro
- Fonduta
- Le tegole valdostane, gallette di pasta di
mandorle - e per digerire il tutto un buon Génépy
- Da Nando
- Trattoria degli artisti
- Ristorante Giuliani
- Ristorante Pizzeria Moderno
Il tour di Aosta non può ritenersi concluso senza aver prima visitato la Collegiata e il chiostro di Sant’Orso, un’ insieme di edifici religiosi che risale al V secolo, ristrutturati e impreziositi nel corso dei secoli. Segnalo il bellissimo coro ligneo quattrocentesco, l’antica cripta e l’importante ciclo di affreschi ottoniani (sec. XI) visibile nel sottotetto della chiesa.
Ma il luogo che ho preferito è stato il chiostro, raccolto e fermo nel tempo, fu costruito intorno al 1100 e ospita 40 capitelli che illustrano scene del Vecchio e Nuovo Testamento e del Vangelo.
Sul sagrato si affacciano il massiccio campanile, che in origine era una torre difensiva e un tiglio plurisecolare, chiamato il tiglio di Sant’Orso, così chiamato perché la leggenda vuole che sia stato piantato dal Santo intorno al 1530. Dal 1924, questo maestoso albero è Monumento Nazionale.
Di fianco trovate anche la basilica di San Lorenzo, che oggi è sconsacrata ed ospita mostre ed esposizioni. L’edificio è importante soprattutto perché, nel suo sottosuolo, sono stati ritrovati i resti di una basilica paleocristiana del V secolo, quindi una delle prime chiese cittadine.
Durante la vostra visita non tralasciate le numerose viuzze che si snodano dal corso principale, conducono spesso a piccoli giardini fioriti e regalano scorci nascosti di grande fascino.
La mia passeggiata nel centro storico di Aosta sta, a malincuore, per concludersi.
Aosta è una città piccola ma dal cuore grande, mi ha colpito l’ospitalità e la gentilezza dei suoi abitanti e anche se l’argomento della conversazione spesso è semplicemente il clima, è sempre piacevole scambiare quattro chiacchiere. La Valle d’Aosta è una regione a volte sottovalutata ma che ha molto da offrire, ed è entrata di diritto nelle lista dei posti in cui tornare.
Ma la giornata non è ancora finita.
Nel maggio del 1800, le truppe napoleoniche presero d’assedio il Forte, scontrandosi con la tenace resistenza della guarnigione austriaca, che tenne testa per 14 giorni a un esercito molto più numeroso e ben armato. La storia del Forte di Bard e dell’assedio è meticolosamente rievocata in una esposizione permanente nelle Prigioni del forte stesso.
Dalla fine dell’ottocento il Forte perse progressivamente la propria importanza bellica e fu destinato prima a carcere militare poi a deposito di munizioni.
Nel 1990 il Forte è divenuto patrimonio della Regione Autonoma Valle d’Aosta nel 1990, ed è stato oggetto di un’importante opera di recupero e valorizzazione. La fortezza è stata aperta al pubblico dal 15 gennaio 2006. Oltre 3.600 mq sono destinati a sedi espositive permanenti o temporanee. Tutte le info su orari, prezzi ed esposizioni le trovate qui.
Per accedere alla sommità della fortezza è possibile seguire il percorso pedonale che si sviluppa fra possenti muraglioni partendo dall’interessante borgo medievale a lato del parcheggio, oppure servirsi degli ascensori panoramici attraverso cui si può godere di una meravigliosa vista sulla valle circostante.
Camminare sotto le mura del Forte, fiancheggiando le altissime pareti verticali in cui sono ritagliate le buche per io cannoni, fa sentire piccoli piccoli ma allo stesso tempo protetti dal resto del mondo.
È un peccato non avere avuto abbastanza tempo per poter visitare il piccolo borgo sottostante, con i suoi vicoli stretti e le case in pietra. Deve essere molto suggestivo.… ma dopo tutto bisogna pur avere un buon motivo per tornare!
1 Comment
Franca Uberti
1st Ott 2016 - 19:11E meno male che siete stati solo 2 giorni e un po'!bello bello,viene voglia di andarci!!