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Trekking in Valle d’Aosta: Rifugio Vittorio Sella

Settembre è per molti, purtroppo, sinonimo di vacanze concluse. Ma per chi ama camminare è uno dei mesi più belli. Le giornate terse, le temperature più gradevoli, l’aria frizzantina. Camminare diventa più facile e si macinano chilometri e chilometri di distanza e soprattutto c’è meno gente in giro. Questo assicura non solo sentieri più liberi ma anche meno confusione, meno disordine e rumori. L’autunno è insomma il mese delle passeggiate, delle escursioni e noi lo abbiamo celebrato con un week end in Val d’Aosta.

Abbiamo raggiunto il Rifugio Vittorio Sella al Lauson, una facile gita che permette di ammirare le bellezze del Parco Nazionale del Gran Paradiso e che offre un panorama sensazionale sui ghiacciai della Valnontey.

Come arrivare: Da Aosta si prende la SS26 in direzione di Courmayeur seguendo però le indicazioni per Cogne. Usciti da Aosta e passato l’abitato di Sarre si svolta a sinistra imboccando la SR45 diretta appunto a Cogne. La località di partenza è Valnontey, una frazione di Cogne.

A voi la scelta se partire da Cogne o lasciare l’auto direttamente a Valnontey e risparmiare 45 minuti di cammino. Noi per comodità lasciamo l’auto nel parcheggio di Valnontey, alla modica cifra di 3 euro per tutto il giorno. Un altro vantaggio della bassa stagione. Alla destra del parcheggio, parte il sentiero vero e proprio.

Seguendo le indicazioni del sentiero nr. 18 imbocchiamo la mulattiera che costeggia i giardini botanici Paradisia e iniziamo la nostra lenta e ammetto, faticosa salita fino a 2.585 metri di altitudine

La mulattiera con ampi tornanti sale dolcemente nel bosco di larici, fino ad arrivare nelle immediate vicinanze di un torrente, il Gran Lauson.
Qui la mulattiera fa una svolta a destra, ma, una sbarra in legno vieta l’accesso agli escursionisti per pericolo di frane. Si attraversa quindi il ponte delle Thoules e si prosegue dritti.

Certo, non prima di aver scattato qualche foto di rito!

Con comodi tornanti, si risale il crinale erboso e in pochi minuti appare l’alpe Thoules (m. 2130). Incontriamo un folto gregge di pecore che con i loro insistenti belati ci strappano più di un sorriso.

Ma quanto è bella?

Lei (o lui) invece mi incuteva più soggezione
Una grattatina ci sta sempre bene….
Avrei tanto voluto accarezzarle, sembravano così soffici ma non so se avevo più paura io di loro o loro di me. Ci siamo un pò studiate ma poi ognuno è andata per la propria strada.
Non prima però di aver scattato una bella foto di gruppo come ricordo!

Salutiamo le nostre pecorelle, ora inizia la parte più impegnativa, il sentiero sale molto ripido fino all’Alpe Pascieux (m. 2224).

Lungo il percorso ci sono diverse fontane con acqua fresca più che apprezzata, aiuta ad alleviare la fatica.
L’unico tratto in cui si scende di qualche metro è in prossimità del Torrente Grand Lauson, attraversiamo il ponte e risaliamo sulla sponda opposta andando a riprendere la mulattiera.
Ebbene si, si sale proprio da quella stradina li…
Dall’alto la vista è stupenda, non trovate?
Saliamo ancora fino a giungere alla vista dell’Alpe Gran Lauson (m. 2495). Per un attimo mi illudo di essere arrivata ma non è cosi….però manca poco!
Tralasciamo il sentiero a sinistra per L’Alpe e proseguiamo sempre dritto; con pendenze più dolci arriviamo in vista del Casotto dei Guardaparco.

Dietro il casotto appare, come un miraggio, i due edifici che costituiscono il rifugio Vittorio Sella (m. 2585)

Vi avviso, il Rifugio non si vede fino all’ultimo ma non scoraggiatevi. Ho incontrato molte persone sulla via del ritorno che salendo mi chiedevano quanto mancava al rifugio e perché non si vedeva. Ho cercato come potevo di motivarli ma confesso che capivo benissimo il loro stato d’animo.

Partendo da Valnontey ci sono 900/1000mt di dislivello che, per chi ha un minimo di allenamento, possono essere coperte in circa 3h. Il percorso non presenta salite impossibili ma è costantemente in salita dall’inizio alla fine, soprattutto nell’ultima parte del percorso, quella che dal secondo ponte sale sulla cima e porta al rifugio; Nel complesso il sentiero è ben tenuto, anche se bisogna stare molto attenti ai sassi e a dove si mettono i piedi, in particolare in discesa. Sconsigliato comunque per chi ha problemi motori o cardiaci o bambini troppo piccoli.

Personalmente, è giusto dirlo e senza mezzi termini: ho fatto una fatica disumana!

Sarà che, con l’estate di mezzo, erano quasi due mesi che non mi dedicavo ad un trekking serio, sarà l’altitudine ma è stata una della salite più faticose che ricordi. Ogni tre passi ero costretta a fermarmi per riprendere fiato, ma soprattutto ad ogni passo sentivo le gambe pensati come un macigno. Ci sono giornate cosi, e più di una volta mi è stato chiesto se volevo tornare indietro ma… mai mollare…

A differenza dei percorsi abituata a fare di solito, ad esempio in Trentino, devo dire che il paesaggio della Val d’Aosta è meno fascinoso. Qui trovate la montagna quella vera, rocciosa e brulla, la montagna più austera. Quindi non avrete distrazioni e la fatica della salita si sente tutta ma una volta in cima la soddisfazione è doppia ( anche la razione di polenta!)

Una volta arrivati al Rifugio vi troverete circondati dalla strabiliante natura del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Il Rifugio è aperto da fine marzo ai primi di maggio per la stagione primaverile e da fine maggio a fine settembre per la stagione estiva. È caratterizzato da una confortevole costruzione in muratura su due piani, gli edifici opportunamente rimodernati erano in origine una delle cinque case di caccia del Re Vittorio Emanuele II.

L’ ambiente è accogliente e i gestori del rifugio molto gentili. Una volta arrivati al rifugio, per chi vuole c’è la possibilità di mangiare in un ristorante che prepara primi e secondi tipici valdostani ed a prezzi modici. Qui ho gustato una delle polente più buone mai mangiate in vita mia! In alternativa si può mangiare al sacco sdraiati sul prato ammirando il magnifico spettacolo che la montagna ci offre.
Il nostro pranzo è stato allietato dalla compagnia di una simpatica coppia di americani, John e Susan, in vacanza per la prima volta in Italia. Ci hanno chiesto un semplice consiglio sul menu e alla fine non abbiamo più smesso di parlare. Lei californiana, di Santa Monica, si è trasferita in Carolina, per amore di John conosciuto ai tempi dell’università. Hanno 3 figli e dopo aver girato in lungo e in largo per gli Stati Uniti hanno deciso che è tempo di dedicarsi alla scoperta dell’Europa. L’anno scorso sono stati in Inghilterra, che hanno scelto, raccontano, perché facilitati dalla lingua! quest’anno hanno deciso di buttarsi e sono venuti in Italia. Il loro tour di 3 settimane, dopo un pò di sano trekking in montagna, toccherà le principali città d’arte italiane e si concluderà in Salento, casa natale dei nonni di John emigrati in America negli anni ‘20. Ci danno un sacco di consigli su interessanti itinerari in Canada e negli States, di cui faremo tesoro appena ne avremo l’opportunità. In particolare ci consigliano di visitare Seattle, e con mia grande sorpresa iniziano a citarmi Nirvana, Stones Temples Pilotes, Pearl Jam, e tutti i gruppi “grunge” con cui sono cresciuta! Sono quegli incontri casuali e inaspettati che ti lasciano un bellissimo ricordo. Sarei rimasta a chiacchierare con loro per ore ma è tempo di rientrare.Il rifugio è un ottimo punto di partenza per facili trekking o ambiziose ascese alpinistiche ma soprattutto avrete la possibilità di ammirare animali selvatici, come aquile, stambecchi,camosci e marmotte, che ormai abituati alla presenza dell’uomo, si lasciano avvicinare fino a pochi metri.

Con le marmotte non abbiamo avuto molta fortuna, abbiamo visto tantissime tane ed ho bussato più volte a tutte le porte ma non mi sono venute ad aprire. Ne abbiamo viste solo un paio muoversi sulle rocce in lontananza emettendo il loro inconfondibile fischio.

Riuscite a vederla?

C’erano invece un sacco di camosci e sono stati avvistamenti emozionanti!

Anche loro si mimetizzano bene!

Vi regalo qualche altra cartolina

La discesa avviene attraverso il medesimo itinerario della salita, calcolate quindi altre 2 ore.

Prima di rientrare ad Aosta facciamo un giro per le tranquille viuzze del centro di Cogne, ravvivate da balconi pieni zeppi di fiori.

  
Sul prossimo post vi parlerò di Aosta, continuate a seguirmi!

3 Comments

  1. Franca Uberti

    1st Ott 2016 - 6:47

    Lucio Battisti cantava "le discese ardite e le risalite"…bellissimi posti ma molto impegnativi per chi non è molto allenato!Cogne mi piace molto e pure le foto!!

  2. Rita Campisi

    18th Ago 2019 - 5:49

    Fatto giorno di ferragosto
    Pur non molto allenata,e stataun esperienza di pura emozione.Rifugio V.Sella molto cortesi.Panoramo mozzafiato.

    • Maria Paola Salvanelli

      19th Ago 2019 - 17:57

      ciao Rita, la Valle d’Aosta regala davvero panorami mozzafiato. Sono contenta che il mio resoconto ti sia stato utile e di ispiraizone. A presto su altri sentieri!

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