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Val Clavalité – Escursione al Lago Lavodilec

La Valle d’Aosta è punteggiata da laghi, difficile se non impossibile stilare una Top Ten, eppure ce n’è uno che per me ha qualcosa di fatato. Sto parlando del Lago Lavodilec (2.368 m), situato nella defilata Val Clavalité, una delle vallate meno antropizzate e meno turistiche di tutta la regione.

Un’escursione per chi è alla ricerca di luoghi poco frequentati, ama i valloni chiusi e selvatici e soprattutto adora i laghetti alpini. Considerata la lunghezza del percorso e il dislivello è richiesto un buon allenamento.

Avevo già visitato questa zona ma oggi vi propongo di raggiungere il Lago Lavodilec per un sentiero alternativo, che la prima volta a causa della scarsa segnaletica, non ero riuscita ad intercettare.

Anche oggi sono in compagnia dei miei fidati amici di escursione Sergio e Sandra.

Raggiungiamo in auto l’abitato di Fenis, superiamo il castello omonimo e seguendo le chiare indicazioni risaliamo i tortuosi tornanti fino a fondo strada, dove un cartello annuncia il nostro arrivo in Val Clavalitè. Lasciamo l’auto in un comodo parcheggio e iniziamo la nostra escursione.

Dopo poche centinaia di metri raggiungiamo la località di Robioz (1.512 m), un pugno di baite in legno che si affacciano su un laghetto artificiale mi danno il benvenuto. Purtroppo, questa vista da cartolina è parzialmente sminuita dalla mancanza di acqua nel laghetto.

Procediamo lungo la poderale che si snoda tra baite e tipiche casette in legno e pietra; il pianoro sembra non finire mai tuttavia, la mattina, è prevalentemente in ombra e questo aiuta a tenere un buon passo.

Raggiungiamo un ponticello, teniamo la destra seguendo le indicazioni per le Grand Alpe e Lavodilec, segnavia numero 2.

Arriviamo finalmente alla fine del pianoro, in corrispondenza delle ultime case ed una fragorosa cascata. Il sentiero vira a sinistra e inizia a salire deciso all’interno di un bel bosco di larici.

Saliamo senza sosta (e qualche imprecazione) fino ad intercettare nuovamente la poderale che costeggia il torrente Clavalité e attraversa l’alta valle Fenis. Il dislivello si fa ora meno marcato.

Procediamo lungo la poderale, fino ad intercettare un sentiero che si stacca sulla destra. Quest’anno è stata ripristinata la segnaletica e sarà facile individuarlo.

L’alternativa è raggiungere il Bivacco Borroz e proseguire da lì per il lago, (come ho fatto la scorsa volta) il dislivello è sicuramente meno marcato ma il tragitto si allunga. Utilizzeremo questa via per la discesa, ora puntiamo diretti al Lago.

Il sentiero riprende a salire deciso, è ben marcato ma ammetto che toglie il fiato. Mancano ancora 200 metri di dislivello prima del lago. Mentre guadagniamo quota la vegetazione si fa più bassa, fino a ridursi ad un prato verde.

Raggiungiamo i resti del vecchio alpeggio Lavodilec (2.257 m). Siamo vicini ma non è ancora tempo di tirare il fiato. Manca un ultimo strappo.

Qualche centinaio di metri oltre i resti dell’alpeggio, raggiungiamo un torrente. Qui il sentiero per il lago si perde. Verrebbe spontaneo attraversare il torrente ma non è la direzione giusta. Il sentiero, infatti, punta al Colle Lavodilec. Bisogna tenere la sinistra, e salire una conca erbosa.

Un ultimo sforzo e finalmente vediamo apparire come per incanto il Lago sotto di noi. A seconda della luce a del punto di osservazione da voi prescelto, i colori delle sue acque virano dal verde smeraldo, al turchese, fino a raggiungere, nel punto dove l’acqua è più profonda, un bel blu cobalto.

Vi invito a costeggiare il lago sulla sponda sinistra e ammirarlo in tutta la sua bellezza.

Le punte severe del Tessonet, il Grand Avert e il Petit Avert, che si specchiano nel lago, creano una cornice naturale che potrei ammirare e fotografare per ore.

La salita è stata faticosa e il caldo di agosto l’ha resa più sfidante di quanto ricordassi. Raggiunte le sponde del lago non ci pensiamo due volte. Togliamo scarponi, calze e ci immergiamo nelle acque tanto fredde quanto rigeneranti del lago. Dal semplice bagnarsi i piedi a fare un bagno completo è stata una frazione di secondi. Ci sentiamo rinati.

Tempo di asciugarci e ci rimettiamo in cammino. Per il ritorno scendiamo dal lato del lago opposto a quello dell’arrivo. Poco sotto il Lago, affacciato sulla valle sottostante, spunta il rifugio privato Attilio Turati, dalla caratteristica forma a triangolo. Sullo sfondo svetta il Cervino.

Seguendo le evidenti tracce proseguiamo a mezza costa in direzione di La Gran Alp (2.117 mt).

Superiamo l’alpeggio e seguendo i bollini gialli scendiamo leggermente di quota fino al torrente, attraversiamo il ponticello e poi risaliamo (e qui sento altre imprecazioni vibrarsi nell’aria chiaramente dirette a me) per il costone erboso dove sorge il Bivacco Egidio Borroz (2.156 m).

Più che un bivacco è una vera e propria casa in sasso, molto spaziosa, accogliente e super fornita di tutto il necessario.

Mi rendo conto solo ora di non aver scattato nemmeno una foto al Bivacco, ma le potete visionare al post scritto in precedenza.

Breve sosta prima di imboccare nuovamente la poderale che seguiamo a ritroso per il sentiero dell’andata. Raggiunta nuovamente Robioz, notiamo con stupore che, durante la giornata, il laghetto artificiale è stato riempito.

Posso salutare compiaciuta la Val Clavalitè, ravvivando la cartolina che avevo impressa nella memoria e che con la luce radente di fine giornata è ancora più suggestiva.

Voi cosa ne pensate?

TABELLA RIASSUNTIVA

  • Partenza: Robioz 1.512 m
  • Arrivo: Lago Lavodilec 2.368 m
  • Dislivello complessivo in positivo: 856 m
  • Totale km: 17,5
  • Tempo impiegato per raggiungere il lago: 3 ore 3 mezza

 

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