Val d’Ayas – Becca di Nana da Mandriou
- Luglio 09, 2023
- by
- Maria Paola Salvanelli
La Becca di Nana o Falconetta (3.010 mt) è una delle cime della Val d’Ayas più conosciute, resa ancora più celebre dal film “Le otto montagne”, tratto dall’omonimo libro di Paolo Cognetti; se ancora non lo avete letto, ve lo consiglio caldamente. Nonostante la quota ragguardevole e con un dislivello in positivo di +1.180 mt è una cima molto frequentata.
La Becca di Nana fa da spartiacque tra la Valtournache e la Val d’Ayas ed è raggiungibile da entrambe le vallate; da Cheneil (in Valtournache) si raggiunge il Colle di Nana (2.775 mt) per poi salire all’omonima Becca. È un tracciato scomodo e qualche passaggio attrezzato con corde fisse.
Decisamente più agevole la salita dalla frazione di Mandrou (1.830 mt), punto di partenza di questa escursione.
Raggiunta Mandrou, lascio l’auto nel piccolo parcheggio all’ingresso del paese e imbocco il sentiero n.3A, proprio dietro la chiesetta. L’itinerario è classificato come EE ma a mio avviso è eccessivo. Può essere semplicemente considerato un E+.
Inizio a salire nel bosco, lasciandomi alle spalle l’abitato di Mandrou.
Raggiungo il Rou Coutard che attraverso tramite un piccolo ponticello in legno e proseguo la mia salita fino all’Alpe Mezzan, dove si trova agriturismo La Tchavana, dove potrete gustare uno dei gelati più buoni al mondo. Al ritorno da questa escursione una tappa è d’obbligo.
Continuo a salire tra pendii erbosi e ogni tanto mi fermo ad ammirare il paesaggio che sotto di me si apre sulla bassa Val d’Ayas.
Raggiungo la Cappella Sarteur che annuncia l’arrivo all’Alpe Vascoccia (2.254 mt). Passo di fianco la lunga costruzione per poi riprendere a salire fino ad un bivio.
Tengo la sinistra seguendo le indicazioni per Falconetta.
In breve, raggiungo le vecchie baite dell’Alpe Plan Pera (2.330 mt) e continuo sul sentiero n.3A. Poco dopo l’Alpe si trova una sorgente. Un masso reca la scritta “ultima acqua”; in effetti non ci sono altre fonti sul cammino. Procedo sul sentiero che si sviluppa alla destra della sorgente.
Continuo a salire con una pendenza sempre più accentuata.
Sotto l’anticima attraverso una fine pietraia dove il sentiero si restringe e bisogna prestare attenzione. In questo tratto il terreno è molto friabile, sono necessari scarponi che possano avere una buona presa su questo tipo di superficie, che diventa ancora più sfidante al ritorno, quando dovrò percorrerlo in discesa.
La croce di vetta è ormai visibile sopra di me. Mi aspetta ora il tratto più ripido di questa escursione ma la vista della cima mi sprona a procedere con grinta.
La cima è caratterizzata dalla presenza di una croce in traliccio metallico e un piccolo altare, contenente un cappello da Alpino, una preghiera dedicata a diciotto Alpini che nel 1954 persero la vita in un incidente e una copia della copertina della “Domenica del Corriere” che riporta questo triste episodio. Qui ogni anno il 14 di agosto viene celebrata la messa in loro memoria.
Procedo sul crinale fino all’ometto di vetta, dove sono state collocate diverse immagini e targhette in ricordo di altri caduti della montagna.
La vista è pazzesca: abbraccia tutto il Monte Rosa, le più alte vette della Val d’Ayas tra cui il Gran Tournalin e la Gran Becca ma anche le principali cime della Valle d’Aosta, il Rutor e il Monte Bianco in lontananza, il Gran Paradiso e l’Emilius.
Il ritorno avviene per lo stesso itinerario dell’andata ma ricordate la tappa gelato presso l’agriturismo La Tchavana.
TABELLA RIASSUNTIVA
- Partenza da Mandrou: quota 1.830 mt
- Arrivo: Becca di Nana quota 3.010 mt
- Dislivello complessivo: 1.180 mt
- Tempo salita: 3 ore e 30 minuti