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Marocco, dormire una notte tra le dune di Erg Chebbi

Dormire una notte nel deserto è il sogno di tanti e un’esperienza da fare assolutamente almeno una volta nella vita. La mia prima notte nel deserto l’ho trascorsa in Oman e il solo ricordo evoca in me emozioni talmente forti che uno dei motivi principali che mi hanno spinto ad organizzare un tour del Marocco era proprio la possibilità di rivivere ancora una volta questa magia.

Ovviamente il Marocco non è solo deserto. È un perfetto mix tra città estremamente affascinanti, seppur caotiche, e una natura spettacolare. E ancora una volta il deserto è la tappa che più mi è rimasta nel cuore di tutto il viaggio.

È un luogo incantato e ammaliante, il suo silenzio è in grado di trasmettere una pace profonda anche agli animi più inquieti. La sua vastità regala una sensazione di libertà cosi piena e rotonda che non ho mai sperimentato altrove e i suoi colori, caldi e avvolgenti, riscaldano e addolciscono ogni strato più sottile del mio essere.

Quindi se state pianificando un viaggio in Marocco non rinunciate per nulla al mondo all’incredibile esperienza di passare una notte nel deserto di Erg Chebbi.

Siamo nel cuore dell’entroterra marocchino, superati i piccoli paesi di Rissani e Erfoud proseguiamo verso sud fino a Merzouga, porta del deserto del Sahara.

Merzouga è un piccolo villaggio ad appena 20 chilometri dal confine Algerino. In passato è stata una importante oasi dove leggendarie carovane che attraversavano il Sahara sostavano e facevano rifornimento prima proseguire il viaggio. Quindi, pur trovandosi in uno dei luoghi più remoti dell’Africa settentrionale, ha sempre vantato fiorenti attività commerciali a sostentamento della comunità locale.

Oggi richiama turisti da tutto il mondo attratti dalle spettacolari dune di Erg Chebbi che assieme a quelle di Erg Chigaga ( dune vicino a Zagora) fanno parte del deserto più grande del mondo, il Sahara.

Marocco, deserto di Erg Chebbi

Merzouga è il perfetto campo base per esplorare questo ambiente maestoso e vivere un’ avventura indimenticabile.

Una delle attività più gettonate a Merzouga è la Camel Ride, l’escursione in groppa ad un dromedario.

Si, so già cosa vi state chiedendo, io stessa ho avuto il dubbio per giorni.

In inglese Camel significa cammello ma nel Sahara troverete solo dromedari, quelli con una sola gobba per intenderci. Dromedario in inglese si dice dromedary ma cammelli e dromedari appartengono alla famiglia dei camelidi ed il loro nome in latino è Camelus dromedaries. Anche se meno diffusa la parola dromerario, in inglese, può anche essere tradotta come Arabian camel.

Marocco, deserto di Erg Chebbi

I dromedari sono animali molto dolci, dotati di estrema intelligenza, che seguono i loro proprietari nomadi da un pascolo all’altro con molta docilità. Con le loro ciglia foglie vi conquisteranno al primo sguardo.

Marocco, deserto di Erg Chebbi

La Camel Ride è indubbiamente una trovata molto turistica ma allo stesso tempo è un ottimo modo per entrare in contatto con la cultura del deserto e sintonizzarsi sulla giusta frequenza. Raggiungere il campo tendato a dorso di cammello permette di entrare in questo mondo incantato lentamente, poco alla volta sarete circondati solo da alte dune, intorno a voi non vedrete altro che sabbia. Gli unici rumori che sarete in grado di percepire saranno il rumore del vostro respiro, il tonfo attutito dei passi dei dromedari e il sibilo del vento, la vera voce del deserto. Avrete la sensazione di essere stati catapultati anni luce lontano dal mondo tangibile, in una dimensione parallela, come sospesi tre sogno e realtà ma è tutto vero e non state sognando. Il deserto è poesia pura. È impossibile non rimanere estasiati di fronte a questo incanto.

Marocco, deserto di Erg ChebbiPer chi non potesse salire sul dromedario per problemi fisici è possibile raggiungere il campo tendato in jeep o in quad ma, se è solo la paura a frenarvi fatevi coraggio, il dromedario è senza dubbio alcuno il modo migliore per assaporare tutte le sfumature del deserto, anche quelle più impalpabili.

Marocco, deserto di Erg Chebbi

In genere la cammellata parte poco prima dell’orario tramonto, in questo modo si può assistere al sole che sparisce come inghiottito dalle dune e non si patisce il calco torrido tipico della mattina o del primo pomeriggio. Dura circa un’ora e mezza con una breve sosta in un punto panoramico per ammirare, appunto, il tramonto.

Marocco, deserto di Erg ChebbiLasciamo quindi il fuori strada ai margini del deserto e con cautela iniziamo a famigliarizzare con il nostro nuovo mezzo di trasporto. Vedo partire le prime carovane e se da un lato vederli cosi mansueti mi tranquillizza, dall’altro mi sembrano così alti e scomodi che l’idea di arrampicarmici sopra mi fa un po’ impressione.

Marocco, deserto di Erg Chebbi

Prima ancora di trovare una risposta ai miei dubbi mi ritrovo in sella al dromedario pronta per partire.

Confermo che la sella è abbastanza scomoda, nonostante sia rivestita da spesse coperte di stoffa che attutiscono i contraccolpi ma sono così concentrata a rimanere in equilibrio che il fastidio della seduta passa in secondo piano. La mia carovana è composta solo da tre persone, io ed una giovane coppia e siamo gli ultimi a partire. Questo mi permette di assaporare al meglio l’esperienza che stiamo per vivere. Nessuno che schiamazza per farsi un selfie o qualche improbabile video.

In testa alla carovana c’è la nostra guida berbera che procede a piedi. Purtroppo, il cielo è completamente oscurato da spessi nuvoloni e tira un forte vento che, man a mano che ci addentriamo tra le dune, diventa sempre più potente e non promette nulla di buono.

Marocco, deserto di Erg ChebbiAl tramonto, quando la luce del sole si fa più tenue, tutto assume una colorazione ancora più particolare ma oggi dobbiamo accontentarci di colori un po’ più smorti. Nel deserto si percepisce molto chiaramente quella sensazione di essere piccoli piccoli di fronte alla maestosità della natura. Con il forte vento questa sensazione è ancora di più amplificata, siamo totalmente in balia dei suoi capricci.

Al nostro arrivo al campo tendato ci vengono offerti tè alla menta e frutta secca, in attesa della cena. Nel frattempo, il vento alza sempre di più la propria voce, si scatena una tempesta di sabbia in grande stile e siamo costretti a rinchiuderci nelle nostre tende in attesa che si plachi.

Marocco, deserto di Erg ChebbiMarocco, deserto di Erg ChebbiMarocco, deserto di Erg Chebbi

Lo sfogo del deserto dura solo un’oretta ma ce ne ha dette di tutti i colori.

La cena viene servita in una accogliente sala da pranzo al chiuso dove è anche possibile ricaricare cellulari e batterie della macchina fotografica. Il menù prevede una gustosa zuppa seguita dalla più classica tajine con pollo e verdura. È in assoluto la miglior cena di tutta la vacanza. E la serata è solo cominciata.

Dopo cena ci raduniamo attorno al fuoco dove lo staff del campo si esibisce in canti e danze berbere accompagnati dai tipici tamburi. Un tempo i tamburi erano un ottimo strumento di comunicazione tra le diverse tribù nomadi che abitavano il deserto. L’atmosfera si fa sempre più coinvolgente e dopo poco ci ritroviamo tutti ad animare la serata, improvvisando come possiamo.

È tutto perfetto, solo, non avremo la possibilità di ammirare la volta stellata; nonostante il forte vento il cielo non si è rischiarato e non c’è modo di scorgere nemmeno la luna.

Il giorno seguente la sveglia suona poco dopo le 6,00 dato che vogliamo assistere all’alba. Siamo decisamente più fortunati del giorno precedente, è ancora presente qualche nuvoletta che vela l’orizzonte ma non ci impedisce di assistere alla palla rossa del sole che sbuca dalle dune annunciando l’inizio di un nuovo giorno. Ora che c’è più luce noto sulla superficie della sabbia vari segni ed impronte che testimoniano il passaggio, durante la notte, di piccoli insetti e probabilmente anche di qualche animale striscianti. Ad un tratto il mio sguardo è attratto da una nuvola di sabbia che appare e scompare a ritmo regolare. Mi avvicino a trovo un topolino intendo a scavare una nuova tana. Nel vedermi sparisce subito nel buco ma dopo poco, più curioso di me, fa nuovamente capolino e capendo che non sono per lui nessun tipo di minaccia riprende con zelo la sua opera ingegneristica.

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Scattiamo ancora qualche foto e ci prepariamo per la partenza. Dopo colazione usciremo dal campo tendato ancora una volta a dorso di dromedario.

Questa mattina salgo in sella con molta più agilità. La sella nel frattempo non è diventata comoda ma almeno mi sento meno impacciata rispetto al giorno precedente.

Stiamo per lasciarci il deserto alle spalle. Il mio umore sarebbe decisamente meno euforico se non fosse che sopra le nostre teste risplende un bellissimo cielo azzurro e la luminosità del sole che ieri mancava genera un’incredibile varietà di sfumature, crea dei giochi di luce ed ombre che animano una natura apparentemente immobile ma che in realtà è viva e vibrante.

Marocco, deserto di Erg ChebbiMarocco, deserto di Erg ChebbiMarocco, deserto di Erg ChebbiMarocco, deserto di Erg ChebbiMarocco, deserto di Erg ChebbiMarocco, deserto di Erg ChebbiCi sono luoghi che riempiono l’anima ed il cuore. Il deserto di Erg Chebbi è uno di questi.

CONSIGLI PRATICI

 

QUALE CAMPO TENDATO SCEGLIERE

Ci sono diverse strutture a Erg Chebbi, per ogni budget e tipologia di viaggiatore, si va dai campi tendati più spartani a quelli più lussuosi con bagno interno e acqua calda. Tutte propongono lo stesso pacchetto, che include la Camel Ride al tramonto, cena con canti e danze tipiche e il pernottamento. È vero che in genere ci si trascorre solo una notte ma in questo contesto la scelta di una struttura di livello credo possa fare davvero la differenza. Noi abbiamo pernottato presso il Luxury Oasis Camp, un campo tendato dove tutto era curato nei minimi dettagli. Le tende erano ampie, arredate con gusto, dotate di bagno privato e molto pulite. Forse le prime ed uniche stanze davvero pulite in cui ho potuto dormire in questo viaggio. Ma quello che ha reso l’esperienza davvero perfetta è stata la gentilezza del personale, sempre sorridenti e disponibile ad ogni richiesta. Un mix perfetto tra comfort e natura, da dove non si vorrebbe più venire via.

Marocco, deserto di Erg ChebbiMarocco, deserto di Erg Chebbi

COSA PORTARE

Se in viaggio vale sempre la cara vecchia regola del “vestirsi a cipolla”, mai come nel deserto avrete modo di metterla in pratica. In genere l’escursione termica tra il giorno e la notte si fa sentire, quindi per la sera vi tornerà sicuramente utile una bella felpa pesante.  Indispensabili gli occhiali da sole, soprattutto quando tira vento e la sabbia vola ovunque e una pashmina o sciarpa che all’occorrenza può diventare anche un comodo turbante, in tipico stile beduino.  Io sono stata a fine settembre e ad essere sincera la notte non ha fatto così freddo come temevo, mi ero addirittura portata un piumino leggero che durante la mia prima esperienza nel deserto dell’ Oman avevo tenuto dal calar del sole fino alla mattina. Quindi se viaggiate in estate state tranquilli, lo strato pesante non serve ma se viaggiate in inverno e in primavera meglio essere ben equipaggiati.

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