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Curiosa, entusiasta, sempre in movimento. Da quando ho iniziato a viaggiare non ho piu smesso! Se vuoi conoscermi meglio clicca sulla mia foto.

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ALBEROBELLO: Trullando in Val d’Itria

Salutiamo Matera e ci mettiamo alla guida in direzione di Alberobello, assaporando i ritmi lenti tipici delle vacanze ma in particolare del Sud d’Italia. La campagna è disseminata da piantagioni di ulivo a perdita d’occhio, alcuni devono essere molto vecchi a giudicare dalla grandezza dei tronchi avviluppati su se stessi. Alcuni rami hanno formato delle concavità che richiamano alla mente le immagini più disparate, si potrebbero trascorrere intere giornate sdraiati all’ ombra dei grossi tronchi a fantasticare. Alla base di alcuni ulivi mi sembra di scorgere dei veri e propri visi, magari delle caricature ma concedetemi questo vezzo artistico, dopo tutto ho la fortuna di non guidare e mi posso concedere il lusso di osservare il paesaggio che mi scorre davanti gli occhi e viaggiare non solo fisicamente ma ancora di più con la fantasia.

Disseminati nella campagna e in mezzo alle piantagioni di ulivo appaiono come un miraggio i primi trulli. Contrariamente a quanto si è erroneamente indotti a pensare i trulli non sono un’esclusiva di Alberobello, anche se ad Alberobello si trova la maggiore concentrazione di queste caratteristiche costruzioni.

Ad Alberobello, ci accoglie una lunga colonna di macchine che tentano di entrate in città. Nonostante tutto scoviamo un parcheggio gratuito vicino al centro e a piedi raggiungiamo la reception di Trulli Holiday Resort, ebbene sì, stasera dormiremo in un vero trullo!

I trulli sono degli edifici rurali circolari con tetti conici, tipiche della Valle d’ Itria. Lo spessore delle mura e la presenza limitata di finestre assicurano un buon isolamento termico, in modo da garantire caldo in inverno e un bel fresco in estate. I muri, di un bianco accecante è in netto contrasto con il grigio scuro delle pietre con cui sono costruiti i tetti conici e a secco.

Purtroppo, come avrete intuito dalla premessa non siamo stati gli unici ad pensare di trascorre la giornata del 1 di maggio ad Alberobello. La città è stata letteralmente presa d’assalto e oggi urla e schiamazzi sono all’ordine del giorno. Il tutto amplificato dal fastidioso suono dei fischietti che riproducono il verso di un noto uccellino, il cucù. Venduti praticamente in tutti i negozi di souvenir, non c’era un bambino che fosse senza.

Un suono simpatico i primi 2 minuti ma a fine giornata non vi dico con quei fischietti cosa ci avrei fatto!

Con il senno di poi sarebbe stato meglio rifugiarsi in una masseria sperduta in mezzo agli ulivi, ma per oggi va così, non possiamo farci nulla. Ci facciamo coraggio e andiamo in esplorazione.

Partiamo dal Trullo Sovrano, l’unico trullo di Alberobello costruito su due piani. Al centro della struttura svetta il cono centrale, alto 14 metri, circondato da altri dodici coni più piccoli.

Lo trovate in piazza Sacramento, alle spalle della basilica dei Santi Cosma e Damiano.

Una struttura del 1700 appartenente ai Perta, una ricca famiglia della zona, oggi l’edificio ospita un museo visitabile al costo di soli €1,50. Interessante vedere gli arredi dell’epoca e capire come si viveva un tempo.

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Scendiamo lungo via Vittorio Emanuele, il corso dei negozi e dello “struscio” e raggiungiamo il belvedere di Piazza del Popolo. Dalla terrazza il colpo d’occhio è incredibile.

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Lo sguardo abbraccia tutto Rione Monti. Ora capisco cosa è dovuta l’unicità di Alberobello, per altro Patrimonio dell’ Unesco dal 1996. In effetti sembra di essere nel paese dei folletti, visitare Alberobello sarà come fare un viaggio in un mondo fatato.

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Vorrei tanto avere una bacchetta magica per fare sparire almeno la metà delle persone che si riversano nelle strette stradine di Rione Monti come un fiume in piena, e dove, anche noi, stiamo per tuffarci.

Alberobello può essere idealmente suddiviso in due quartieri principali, il Rione Monti e Aia Piccola. Il Rione Monti è la parte commerciale della città, quella maggiormente visitata dai turisti, pieno di locali, bar, ristoranti e negozi di souvenir.

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Mi avevano detto che ad Alberobello i negozianti sono molto insistenti nell’invitare i passanti ad entrare per una visita gratuita del trullo nella speranza di vendere qualche souvenir e questo rischiava di rovinare l’atmosfera fiabesca che si potrebbe altrimenti respirare.

Non posso confermare, c’è talmente tanta gente che anche i negozianti si sono arresi, seduti al sole di fronte agli usci delle loro botteghe attendono pazienti e forse, anche loro, sperano che la giornata volga velocemente al termine.

Le strade più fotogeniche di Rione Monti, dove si trovano i trulli più antichi sono: Via Monte San Michele, Via Monte Nero e Via Monte Pasubio dove trovate anche il famoso Trullo Siamese, due trulli uniti alle sommità che sembra si abbraccino.

Quasi all’estremità di Rione Monti trovate la Chiesa di Sant’Antonio, una chiesa del 1927 anch’essa a forma di trullo.

Il rione è molto bello da visitare ma non posso non ammettere l’ovvio, è estremamente turistico.

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Ma non disperate, a tutto c’è sempre una soluzione. Prima di salutarvi vi darò un consiglio.

La nostra visita di Alberobello prosegue ora verso Aia Piccola, che ho ribattezzato “piccolo mondo antico”. Abbandoniamo le strade affollate e gli schiamazzi dei turisti per rifugiarci in un piccolo quartiere dove vive la maggior parte degli abitanti di Alberobello. Qui non ci sono negozi, non ci sono ristoranti ma si respira una atmosfera molto più intima e autentica. Per non spezzare l’incantesimo la visita di Aia Piccola va fatta in religioso silenzio anche per rispettare la tranquillità di chi ci abita.

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Non lasciate Alberobello senza prima esservi concessi una passeggiata in questo quartiere.

Se siete stanchi, accaldati o semplicemente volete concedervi una pausa di suggerisco il Bar Belvedere, un grazioso bar immerso nel verde con terrazza panoramica sui trulli di Rione Monti.

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Se volete approfondire la storie e le origini di Alberobello vi consiglio il Museo del Territorio, un agglomerato di 15 trulli adiacenti e comunicanti appartenuti nel Settecento a Giacomo Pezzolla, medico personale dei conti Acquaviva d’Aragona. Il complesso è conosciuto oggi anche come “Casa Pezzolla”.

Per cena torniamo verso Rione Monti, la ragazza della reception ci ha consigliato “Il Pinnacolo”, Ristorante Pizzeria tipica a conduzione familiare, frequentato soprattutto dai locali e in genere questo dettaglio è una garanzia.

A dirla tutta ci aveva anche consigliato di ordinare solo la degustazione di antipasti mista della casa, le cui porzioni sarebbero state cosi abbondanti da saziarci a volontà. Ma la gola arriva sempre prima del buonsenso e cosi ordiniamo anche due primi. Quando mi avevano detto che gli antipasti erano abbondanti non pensavo potessero sfamare un intero reggimento: 15 portate che racchiudevano l’essenza della Puglia: melanzane, peperoni, fave con cicoria e tantissime altre prelibatezze.

Tutto buonissimo e genuino ma inutile dire che non siamo riusciti a finire il resto della comanda.

Vi avevo promesso un suggerimento per potervi godere in tutta tranquillità la bellezza e l’unicità di Alberobello. Alberobello è un paesino molto piccolo visitabile a piedi e in una sola giornata ma vi consiglio di pernottarvi almeno una notte. Quando i turisti si diradano e le strade si svuotano, è allora che Alberobello si rivela in tutta la sua magia. Io ho scelto di visitarla all’ alba, quando i negozi erano ancora chiusi, (in giro non c’era anima viva) ed ho potuto scattare tutte le foto che ho utilizzato per questo post.

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È vero che in vacanza bisognerebbe riposare ma è valsa la pena qualche ora di sonno in meno. E così ho potuto fare pace con Alberobello, che alla fine partire con delle questioni irrisolte non è mai raccomandabile.

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