ABOUT ME

Curiosa, entusiasta, sempre in movimento. Da quando ho iniziato a viaggiare non ho piu smesso! Se vuoi conoscermi meglio clicca sulla mia foto.

Stay Connected

Valle di Gressoney – Vallone di San Grato & Colle Dondeuil

Questa doveva essere un’interessante escursione ad anello nella zona dei Walser attraverso il selvaggio e ancora poco frequentato Vallone San Grato, fino al Col Dondeuil (2.344 mt).

Tra il meteo avverso e un mio errore di percorso non tutto è andato esattamente come previsto ma ho avuto ugualmente modo di trascorrere è una rigenerante giornata nella natura.

L’errore da me commesso non è dei più banali e mi avrebbe risparmiato tanto sudore e ben 2 ore di cammino. Ho “semplicemente” sbagliato l’imbocco del sentiero.  Spesso mi capita di allungare i giri ed inserire degli extra e potrei anche raccontarvi che era tutto studiato, ma a che scopo? Mi sono sbagliata, lo ammeto senza vergogna. Questo era un trekking che avevo in cantiere da un po’ di tempo, avevo già letto l’itinerario e nella sua semplicità mi sembrava di averlo memorizzato alla perfezione. In genere la sera prima di un’escursione ripasso l’itinerario e cosi ho fatto, peccato essermi concentrata più sulla meta finale che non sul punto di partenza, talvolta anche più importante del traguardo.

Dovevo risalire la Valle di Gressoney fino alla frazione di Issime (960 mt), da qui proseguire sulla statale e seguire le indicazioni per il Vallone di San Grato. Dopo aver risalito diversi tornanti si posteggia l’auto in un piccolo parcheggio al limitare di un divieto di transito (1430 mt). La strada è aperta solo ai veicoli autorizzati. Qui inizia una sterrata e questo era il vero imbocco del sentiero. QUESTO.

Io, a causa di qualche bug memonico, una volta raggiunto Issime parcheggio vicino la chiesa, procedo sulla statale per un centinaio di metri e trovo un simpatico cartello che mi indica proprio chiesa di San Grato ( 2 ore 15 minuti) e il Col Dondeuil ( 4 ore e 30 minuti). Un mio errore di valutazione ma correttamente supportato da una segnaletica che non lasciava presagire alcun dubbio. Ovviamente non è sbagliato in toto, si può partire anche dal paese ma il dislivello nel primo tratto non è indifferente e in una giornata che minacciava pioggia già dalla mattina sarebbe stato preferibile tagliare dove si poteva.

Dal parcheggio già in quota la piccola Chiesa di San Grato è raggiungibile in un’oretta scarsa, io ho impiegato circa 2 ore e mezza dal fondo valle. Certo è che ho trovato diversi spunti fotografici interessanti che mi sarei persa. Come ad esempio una graziosa cappella e la Grotta d’Anghoia.

Vallone di San GratoVallone di San GratoVallone di San GratoRaggiunta la poderale non proseguo diritto ma taglio per il bosco salendo gli scalini di inizio del sentiero n.1

Vallone di San Grato Userò la poderale per la discesa.  Ovviamente è possibile proseguire il cammino sulla poderale ma ci si impiega più tempo.

Incontro diversi stadel in evidente stato di abbandono e penso che è un vero peccato. Vi parlerò più avanti di queste costruzioni tipiche.

Vallone di San GratoVallone di San GratoVallone di San GratoLa salita è ripida. Supero e mi lascio sulla destra l’ alpe Hantschecku, ormai diroccata quasi fagocitata dal bosco.

Vallone di San GratoContinuando a salire raggiungo poi l’alpe Ekku.

Vallone di San GratoSupero i due edifici e proseguo oltre.

Vallone di San GratoVallone di San GratoLa pendenza si mantiene sostenuta fino all’alpe Chroiz.

Vallone di San GratoFinalmente raggiungo la Cappella di San Grato (1.684 mt), situata in posizione privilegiata con vista panoramica sul fondo valle.

Vallone di San GratoVallone di San GratoVallone di San GratoImboccando ora il segnavia GSW, dopo la chiesa, mi dirigo verso Muni, il pianoro dove è ubicata la chiesetta della Madonna delle Nevi (2.022 mt). Dal pianoro di Muni si può proseguire verso il Col Dondeuil (2.344 mt)

Superata la chiesetta di San Grato la pendenza si riduce notevolmente. Al prossimo segnavia sono in dubbio. Sono indicate due strade diverse per Muni, il tempo di percorrenza sembra simile ma un sentiero è nettamente più in quota. Nel dubbio e memore di quanto accaduto questa mattina punto a quello più pianeggiante e proseguo diritta davanti a me, in direzione dell’Alpe Ruassi, ristrutturata e decorata con gusto e splendidi fiori.

Vallone di San Grato

Vallone di San Grato

Bellissima la nicchia in sasso che funge da forno.

Vallone di San GratoDopo Ruassi si incontra un altro grosso alpeggio, Toifi.

Vallone di San GratoVallone di San GratoVallone di San GratoSuperato Toifi il sentiero si immette nel bosco, si alternano tratti lastricati ad aree più erbose.

Vallone di San GratoVallone di San GratoSi incontrano numerose baite e stadel. In ordine l’alpe Stubi, l’alpe Kekkerash, l’alpe Mettiu.

Vallone di San GratoVallone di San GratoVallone di San GratoIl bosco lascia lentamente spazio ad una radura caratterizzata dalla presenza di grosse pietre ed è attraversata da due corsi d’acqua che si superano con piccoli ponticelli in legno.

Vallone di San GratoVallone di San GratoOltrepassato il secondo torrente incontro un bivio, da sinistra sale il sentiero 1F, la via che utilizzerò per il ritorno.

Vallone di San GratoDal bivio il sentiero riprende a salire ripido, con una serie di piccoli tornanti si sale per un pendio erboso e si raggiungono grossi blocchi rocciosi tra i quali si trova un alpeggio.

Vallone di San GratoVallone di San GratoSiamo quasi arrivati al pianoro dell’alpe Muni.

Vallone di San GratoVallone di San GratoDal lato sinistra della Chiesa si trova un grosso omino in pietra che indica il sentiero 1A che permette di raggiungere i Piccoli Laghi e successivamente con un ampio traverso sotto al Corno del Lago si raggiunge il Col Dondeuil (2342 mt), spartiacque tra la valle di Gressoney e la val d’Ayas.

Vallone di San GratoPurtroppo, come previsto il meteo è peggiorato e minacciosi nuvoloni neri non lasciano presagire nulla di buono. Mi siedo e valuto la situazione. Forse potrei anche schivare la pioggia ma di certo la visuale in vetta sarebbe decisamente compromessa. Opto per rimandare la salita ad un’altra occasione e con un pizzico di rammarico, ma certa che è la decisione migliore. Devo considerare che devo raggiungere Issime a piedi.

La Cappella della Madonna delle Nevi e l’alpeggio di Muni possono comunque essere considerate come una meta a sé stante.

Torno quindi sui miei passi per fare ritorno a Valle.

Vallone di San GratoAl bivio segnalato prima imbocco il sentiero 1F. Mi trovo ad attraversare il Vallone di San Grato dal versante opposto a quello di salita. Scendendo di quota passo da diversi alpeggi, al momento ancora ermeticamente chiusi ma ristrutturati e in apparenza funzionanti.

Vallone di San GratoVallone di San GratoVallone di San GratoVallone di San GratoSuperato un ponticello sul torrente Scheity percorro un tratto in salita fino alla frazione di Sech dove si trovano un gruppo di stadel bellissimi.

Vallone di San GratoVallone di San GratoVallone di San GratoVallone di San GratoVallone di San GratoDurante questa escursione nel selvaggio Vallone di San Grato ho incontrato numerosi stadel ed è giunta ora di approfondire l’argomento.

Gli stadel sono le tipiche abitazioni Walser, una popolazione di origine germanica che verso la fine del Medioevo ha colonizzato le valle del Lys.

La civiltà Walser era essenzialmente rurale, si dedicava all’agricoltura e alla pastorizia. Le loro case erano costruite prevalentemente in legno secondo una tecnica ad incastro ben precisa che evitava completamente l’uso di chiodi.

Gli stadel hanno un’architettura caratteristica. La parte inferiore in pietra era adibita ad uso cantina o stalla, poggia su colonne a forma di fungo, con gambo in legno e cappello formato da un grande disco in pietra che serviva ad isolare il fienile dall’umidità e dai topi. La parte superiore era adibita a cucina ed era l’unica stanza riscaldata da un focolare in pietra o una stufa ollare. A questo piano si trovavano anche le camere. Nella parte più alta della casa c’era il fienile e la dispensa. Una scala interna permetteva l’accesso ai vari piani.

Vallone di San GratoNel vallone di San Grato, sopra la località di Issime, come ho avuto modo di constatare sono tutt’oggi presenti numerosi stadel, a testimonianza di questo antico mondo rurale.

Da Sech mi immetto nella poderale che mi riporta al punto di partenza iniziale. O meglio, mi avrebbe riportato al punto di partenza iniziale se avessi parcheggiato dove era meglio che parcheggiassi. Diciamo che ho chiuso l’anello, ora mi attende una ripida discesa fino all’abitato di Issime. Ovviamente la discesa è molto più rapida ma quelle 2 ore a salire che questa mattina mi sono mangiata le avrei potute sfruttare per salire al Col Dondeuil. Inutile rimuginare, è solo un’altra occasione per tornare in questo splendido vallone.

Voi però fate tesoro di questa testimonianza e fate le cose a “modino” 😉

Con questo resoconto semi – serio spero avervi strappato almeno un sorriso!

 

 

Leave a reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Stay Connected

ABOUT ME

Curiosa, entusiasta, sempre in movimento. Da quando ho iniziato a viaggiare non ho piu smesso! Se vuoi conoscermi meglio clicca sulla mia foto.

Categorie

Archivi

Advertise

×