Trekking in Liguria – da Riva Trigoso a Punta Manara
- Aprile 28, 2017
- by
- Maria Paola Salvanelli
Il mese di Aprile è stato ricco di ponti, festività e bellissime camminate in mezzo alla natura, nonostante il tempo pazzerello, in alcune giornate, ci abbia obbligato a tirare nuovamente fuori dagli armadi piumini e cappotti. In occasione del 25 Aprile avevo due scelte: una comoda grigliata a casa di amici ( e non dovevo nemmeno scomodarmi a portare il dolce) oppure un nuovo trekking in terra Ligure in compagnia dell’Associazione Trekking Taro Ceno. Secondo voi dove sono andata?
Eccovi quindi un breve resoconto della giornata trascorsa in compagnia di un affiatato gruppo di vecchi e nuovi amici, guidata dalla simpaticissima guida ambientale Antonio Mortali. Per essere sempre aggiornati sulle escursioni da lui proposte vi invito a seguire la pagina ufficiale di Trekking Taro Ceno e il suo blog personale Fra cielo e mare
In treno raggiungiamo in tarda mattinata Riva Trigoso, dove ha inizio la nostra escursione. Il treno è lento e trattandosi di un locale non salta una stazione. Impieghiamo 3 ore per raggiungere Riva Trigoso ma viaggiare in treno è, dopo tutto, tanto comodo, soprattutto al ritorno quando cotti dalla giornata ci si può concedere il lusso di appisolarsi qualche minuto.
Al nostro arrivo ci accoglie un cielo plumbeo che non promette nulla di buono ma Antonio ci rincuora, nonostante le apparenze non è prevista pioggia e non possiamo che sperare sia davvero cosi. Una cosa è certa, a questo giro non dovrei scottarmi come di consueto e forse più che la crema solare mi poteva fare comodo un ombrellino. Ma pensiamo positivo e gambe in spalla!
Il tratto iniziale del sentiero ci vede impegnati a salire una ripida scalinata che si snoda attraverso uliveti, terrazzamenti e alcune case, portandoci sempre più in quota, fino ad abbracciare con lo sguardo tutta la costa di Riva e i suoi cantieri navali.
Nonostante le nubi è ben visibile Punta Baffe, che collega Riva con Moneglia e dove è possibile percorrere un altro suggestivo sentiero che purtroppo reca ancora i segni del violento incendio del 2004. Oltre ad offrire bellissimi tratti panoramici sul mare e l’entroterra è una zona ricca di corbezzoli, pianta che assieme all’erica arborea ha riconquistato e rinverdito il territorio. Un trekking consigliato a tutti ma soprattutto ai golosi, quando sono maturi i corbezzoli sono squisiti.
A pensarci bene il grigio del cielo ha i suoi risvolti positivi e fa risaltare ancora di più i colori della vegetazione circostante, ora in piena fioritura.
Continua la nostra salita intervallata dalle spiegazioni di Antonio sulle diverse specie di fiori e piante che incontriamo lungo il cammino: pino marittimo, quercia da sughero, leccio, mirto…
Sapevate ad esempio che questa delicata piantina simile alla rosa canina si chiama in realtà cisto e appartiene alla stessa famiglia della salvia? Se osservate attentamente le sue foglie sono identiche, solo in scala ridotta.
Facciamo una breve deviazione verso un punto panoramico dove in lontananza si può già scorgere Sestri Levante.
Riprendiamo il sentiero iniziale, direzione Punta Manara, che raggiungiamo tra sali e scendi e senza troppa fatica su un comodo sentiero che costeggia il mare e regale scorci molto suggestivi.
Siamo quasi arrivati, Punta Manara si scorge in lontananza.
Qui approfittiamo di un area attrezzata con tavoli e panche per consumare il nostro pranzo al sacco ma con la mente stiamo tutti già assaporando la focaccia e il gelato che ci attendono al nostro arrivo a Sestri. Dopo tutto camminare mette un certo appetito, no?
Poco oltre il bivacco una ripida scalinata che sembra arrampicarsi verso il cielo conduce in realtà ai ruderi di un antica torre di avvistamento e alla sommità di Punta Manara, da cui si gode uno straordinario panorama, nonostante l’altitudine sia comunque modesta.
Da qui si possono facilmente riconoscere: Punta Mesco e la penisola di Sestri Levante, collegata alla costa da una sottile striscia di terra che separa la Baia del silenzio e la Baia della Favole, dedicata al grande scrittore danese Andersen che soggiornò a Sestri Levante innamorandosene. E come dargli torto? Entrambe le baie sono coronate dalle tipiche casette colorate liguri, che tanto amo fotografare.
A ponente si score il Promontorio di Portofino.
La punta rocciosa più estrema di Punta Manara regala scorci talmente belli che quasi mi dimentico di soffrire di vertigini.
Dopo una breve sosta ritorniamo sui nostri passi.
L’ultimo pezzo è decisamente il meno faticoso, non so se è la voglia di focaccia a farci camminare più spediti o il sole che finalmente ha fatto capolino dalle nuvole e nonostante il vento, che proprio non ne vuole sapere di lasciarci in pace, possiamo godere di una panorama strepitoso.
Giudicate voi che differenza rispetto a questa mattina!
Il cielo grigio faceva risaltare i colori della vegetazione ma quando spunta il sole tutto acquista un altro sapore!
Il tipico segnavia bianco e rosso, collocato ad intervalli regolari lungo il percorso ci conferma che siamo sulla strada giusta, anche se in questo tratto non ce ne sarebbe quasi bisogno perché il sentiero è unico.
Vari sali – scendi quasi scavati nella roccia si alternano a tratti più pianeggianti. Il percorso è molto piacevole totalmente immerso nella macchia mediterranea: ginestre, erica, corbezzoli e sinuosi arbusti sospesi tra cielo e mare.
Numerosi cartelli descrivono piante e alberi che si incontrano ma noi possiamo contare sulla nostra fidata guida. Sapevate che questa profumatissima pianta che io ho erroneamente sempre chiamato gelsomino in realtà si chiama Pitosforo?
Se credete di esservi già lasciati alle spalle la zona più panoramica aspettate di arrivare alla panchina che offre una strepitosa visuale sulla baia del silenzio. Anche se non siete stanchi vale la pena sedersi solo per assaporare questo punto cosi scenografico.
Superata una zona tra uliveti ed orti, il sentiero prosegue in gran parte gradinato, con fino a raggiungere il centro di Sestri Levante e la baia del silenzio.