L’arrivo ad Hanoi, la capitale del Vietnam
- Maggio 03, 2017
- by
- Maria Paola Salvanelli
Hanoi è la capitale del Vietnam, con oltre 7 milioni di abitanti e altrettanti motorini, che circolano 24 ore al giorno, con il clacson costantemente in attività. Se non fosse per questo piccolo dettaglio sarebbe più vivibile della frenetica HCMC ( Ho Chi Minh City).
Hanoi è una città grande ma si può girare a piedi perdendosi nelle sue viuzze e fermandosi nei suoi locali tipici.
Ad Hanoi troverete ampi viali alberati, eleganti palazzi nel Quartiere Francese, laghi e parchi dall’ atmosfera rilassata dove all’ alba è frequente trovare persone che praticano Tai Chi, in netto contrasto con il disordine del Quartiere Vecchio.
E’ difficile descrivere il quartiere vecchio di Hanoi: un intrico di strade e vicoli, un miscuglio vorticoso di colori, suoni, odori…in poche parole l’essenza dell’Asia, quella vera, autentica, che in alcuni momenti può risultare persino fastidiosa. Quell’essenza che nelle altre capitali del sud est asiatico si è quasi estinta per lasciare il posto a moderni grattacieli ed enormi centri commerciali. Il mondo occidentale sta cercando di farsi sempre più spazio tra una bottega di artigianato e una bancarella di cibo locale, ma riesce ancora a passare inosservato. Hanoi non ammette mezze misure, o la si ama o la si odia e per amarla bisogna piegarsi alla sua baraonda acustica e umana, è necessario accettarla cosi com’è, senza preconcetti e condizionamenti.
Come ad HCMC anche qui attraversare la strada in mezzo ad un fiume in piena di motorini può sembrare a prima vista impossibile. Basta attenersi ad alcune semplici regole di cui vi avevo già parlato in precedenza.
Ripassiamole assieme:
- Non correte
- Non fate movimenti bruschi e inaspettati
- Non fermatevi
- Non cambiate velocità
Quindi, oltre a tanta tanta pratica basta avanzare a passo lento ma deciso, senza fermarsi o, peggio, retrocedere.
Sarà compito dei conducenti in sella ai loro scooters evitare le persone e non viceversa!
Un’ altra caratteristica che accomuna Hanoi con tutto il resto del Vietnam è la larghezza delle case. Gli edifici in genere non superano i 4 metri di larghezza, con altezze e profondità variabili. Ricordano tante scatole di scarpe messe in piedi. Un’architettura studiata ad hoc per evitare di pagare una vecchia tassa sulla casa proporzionale alla larghezza della facciata.
In questo spazio angusto i vietnamiti commerciano, vendono, fabbricano, vivono, riposano e ovviamente pranzano!
Si mangia rigorosamente sui marciapiedi e con meno di un dollaro potrete assaggiare una delle migliori “street food” di tutto il paese. Non potere partire da Hanoi senza prima aver provato una scodella di pho, una zuppa di brodo di carne, aromatizzato con erbe e spezie, con tagliolini di riso e pollo o carne di manzo. Se il pho è presente in tutto il Paese, per Hanoi è una vera è propria istituzione.
Per un progressivo approccio alla città, e visto la vicinanza al nostro Hotel iniziamo con una passeggiata lungo le sponde del lago Hoan Kiem (o Lago della Spada Restituita) in una atmosfera gradevole e rilassante nonostante l’assordante trambusto del traffico e la presenza di assillanti venditori ambulanti.
Un ponte di legno rosso (il ponte del sole nascente) porta ad una minuscola isoletta al centro del lago, che ospita la Pagoda della Tartaruga diventata il simbolo della città. Un antica leggenda narra che, un giorno mentre l’imperatore Le Loi era nei pressi del lago meditando alla strategia migliore per sconfiggere la dinastia cinese Ming, venne avvicinato da una tartaruga che recava in bocca una spada dai poteri magici, in grado di dare all’imperatore la forza di più di 1.000 uomini. Le Loi riuscì a sconfiggere i cinesi e dopo la vittoria costruì una pagoda, per rendere omaggio alla tartaruga, il Ngoc Son Temple. Si dice che nel lago ci siano ancora delle enormi tartarughe e vederle porta fortuna ma per quanto mi sia guardata attorno, non ne ho vista nemmeno una di sfuggita. Da qui anche il nome del lago, Hoan Kiem, che significa infatti “la spada restituita”.
Proseguiamo ora verso il Quartiere Vecchio: il brulicante centro di Hanoi, un via vai incessante di persone, motorini, biciclette, strade ricoperte di ogni genere di mercanzia, venditori ambulanti con ceste cariche di frutta e fiori, bancarelle fumanti che servono noodles, negozietti simili alle vecchie botteghe di paese con l’anziano proprietario seduto fuori a leggere il giornale in attesa dei clienti.
Hanoi è rumorosa, disordinata, stordisce da tanto è caotica, eppure… eppure è proprio questo il suo più grande fascino. Io quelle donnine dai cappelli a cono che passano vendendo frutta e verdura con le loro biciclette o i bilancieri portati a spalla, le avrei abbracciale tutte. Le trovo bellissime. Qualcuna ogni tanto mi regala un sorriso e io non potrei chiedere di più.
Cerchiamo di raccapezzarci tra le labirintiche vie del Quartiere Vecchio, l’idea era seguire l’itinerario a piedi consigliato sulla nostra Lonely Planet ma capiamo ben presto che si tratta di un’impresa impossibile. Muoversi per vie cosi strette è un impresa ardua, uno slalom perenne tra mezzi di trasporto di ogni tipo carichi all’inverosimile, tutti che avanzano ad una velocità diversa ma con una disinvoltura spiazzante e tu, che in mezzo a questa babilonia di suoni e colori fai fatica anche a muovere un solo passo, ti interroghi su come riesca questa città a non paralizzarsi.
Un consiglio, non intestarditevi a voler capire dove siete, non ha importanza. Seguite l’istinto, vagate senza meta, non vi perderete e se anche capitasse sarebbe solo una fortuna.
Nel Quartiere Vecchio ci sono 36 strade diverse, ogni via porta il nome della corporazione che vi si insediò originariamente nel XIII secolo e oggi si contano oltre 50 corporazioni: c’è chi vende tessuti, chi metalli, pellame, fiori, cibo e persino lapidi! C’è veramente di tutto!
Negli ultimi anni sono spuntati anche infiniti hotel e ristoranti per turisti ma il fascino del luogo rimane intatto.
Anche le vie più turistiche dove troverete decine di negozi di souvenir e merce contraffatta, mantengono il tipico carattere orientale, basta dare uno sguardo al marciapiede perennemente invaso di motorini e banchi ricoperti di chincaglierie varie. Qui in strada ho visto fare veramente di tutto: giocare a dama, farsi la barba, la manicure, chi dorme sdraiato sul pavimento del proprio negozio o sul motorino, chi osserva chi passa…la vita scorre in strada e di fronte al mio stupore ho suscitato l’ilarità di molti passanti che non capivano perché mi soffermassi a fotografare spaccati di vita per loro assolutamente normali!
Tanto girovagare mette appetito e per assaporare le specialità vietnamite ci fermiamo al New Day.
Dopo pranzo facciamo rientro in Hotel, stasera abbiamo il treno notturno per Sapa, dobbiamo preparare lo zaino ( la valigia la molliamo in Hotel) e spossati dal caldo e dalla confusione abbiamo bisogno di un break.