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Il Carnevale di Venezia – Edizione 2017

È proprio il caso di scriverlo con la maiuscola, insieme a Rio De Janeiro, il Carnevale di Venezia è indubbiamente il Carnevale più famoso in tutto il mondo e nonostante l’abbia già fotografato in tante occasioni non sono ancora satura, anzi, le maschere veneziane con le loro movenze studiate, riescono ad emozionarmi sempre come se le vedessi per la prima volta.
Sono ormai un pò fuori stagione per parlarvi del Carnevale ma per questioni meramente tecniche non sono riuscita prima e non potevo omettere delle foto cosi belle! e non tanto grazie alla abilità della fotografa, sono i soggetti a rendere unica l’inquadratura.
E mentre vi lascio con una carrellata di ritratti ne approfitto per raccontarvi un pò di storia. Forse non tutti sanno che le sue origini sono antichissime. Il termine Carnevale viene usato per la prima volta nel 1094 in un documento del 1094 del doge Vitale Falier, parlando dei pubblici divertimenti che precedono il periodo della Quaresima. Ma i primi documenti ufficiali risalgono al 1296, quando un editto del Senato della Repubblica dichiara festivo il giorno precedente l’inizio della Quaresima.
In realtà, le vere origini del carnevale vanno ricercate molto più indietro nel tempo, e più precisamente nei rituali pagani che segnano il passaggio dall’inverno alla primavera, o nei culti Saturnalia latini. Lo scopo era garantire alla popolazione un periodo dedicato al divertimento e alle feste, e in particolare concedere ai ceti più umili l’illusione di diventare simili ai nobili e di poterli pubblicamente burlare restando impuniti.
Venezia ha quindi reinterpretato le antiche feste greche e romane promuovendo un periodo per sfogare tensioni e malumori che si creavano a causa della rigida etichetta imposta della Serenissima. Grazie alle maschere ed ai costumi i cittadini potevano celare la propria identità, sesso e religione e atteggiarsi assecondando la loro nuova identità.
Grazie al totale anonimato i cittadini potevano deridere in pubblico non solo l’aristocrazia ma anche le autorità, con la garanzia che non sarebbero mai stati puniti.
Il Carnevale era in sintesi un periodo spensierato, in cui vivere liberi da pregiudizi e lasciando in secondo piano i propri affari e attività. Ci si dedicava totalmente ai festeggiamenti e ai divertimenti e la città si trasformava in un grande palcoscenico mascherato.

Il Carnevale ospitava attrazioni di ogni tipo: giocolieri, acrobati, musicisti, danzatori, saltimbanchi, pagliacci, chiaroveggenti e ciarlatani che intrattenevano il pubblico. Vi erano anche venditori ambulanti che vendevano ogni genere di mercanzia, dalla frutta di stagione ai ricchi tessuti, dalle spezie ai cibi provenienti da paesi lontani, specialmente dall’oriente, con il quale Venezia vantava importanti stretti rapporti commerciali.

Per alcuni giorni all’anno, tutto sembrava diventare possibile, anche i desideri più repressi. Per molti secoli, i festeggiamenti del Carnevale di Venezia sarebbero durati ben sei settimane, dal 26 dicembre al Mercoledì delle Ceneri, rallegrando i principali campi della città, la Riva degli Schiavoni e Piazza San Marco.

È nel XVIII secolo che il Carnevale di Venezia raggiunge il suo massimo splendore, diventando una vera e propria istituzione, celebre in tutta europa e meta turistica molto ambita. Uno dei personaggi più famosi di questa epoca è senza dubbio Giacomo Casanova, Scrittore veneziano molto prolifico, ma conosciuto ai più per le sue doti di grande seduttore e le sue avventure libertine e trasgressive, che lo hanno portato a diventare un personaggio quasi mitico.

Purtroppo le intenzioni del Carnevale delle origini, ovvero sfogare tensioni e malumori, sortirono effetti non desiderati e la possibilità di celare la propria identità favori furti e molestie di vario genere sempre più frequenti.

Vennero quindi emanati una serie di decreti per limitare i danni, che minarono poco a poca l’essenza stessa del carnevale nato in nome della libertà e della uguaglianza.

Ovviamente le ore più pericolose erano quelle dopo il tramonto, quando con la complicità del buio i malintenzionati potevano commettere reati di ogni risma in totale libertà e con la certezza che non sarebbero mai stati punti.

Un decreto del 1330 ad esempio vietava di indossare abiti da donna o da religioso per introdursi in chiese, monasteri o conventi e commettere atti indecenti. Numerosi erano anche i decreti che vietavano di portare con se armi o oggetti contundenti, facili da cammuffare sotto gli ampi costumi.

Dal 1700 venne inoltre proibito recarsi mascherati nelle sale da gioco, al fine di limitare le numerose fughe dei creditori. Nel 1797 verrà celebrato l’ultimo Carnevale storico della Serenissima. Napoleone, dopo l’occupazione di Venezia, abrogò questa tradizione e solo a partire dal 1967 si cominciarono a riorganizzare le prime feste con sfilate di maschere e costumi, riportando in vita la tradizione.

Ma sarà solo dal 1979 in cui il Carnevale di Venezia tornò a nuova vita, e venne redatto un vero e proprio programma atto a coinvolgere nei festeggiamenti tutti i cittadini e da quel giorno il Carnevale rappresenta un appuntamento fisso nel calendario delle festività veneziane. Da questo momento il Carnevale di Venezia risorge e manterrà quelle caratteristiche che lo rendono ancora oggi un evento di fama mondiale, attirando turisti da ogni parte del globo.

Nonostante le persone mascherate spesso e volentieri non siano veneziane ma straniere, e nonostante il numero esagerato di visitatori ed il caos generale che inevitabilmente regna sovrano, vale comunque la pena visitare il Carnevale almeno una volta nella vita, per poter ammirare le numerose e splendide maschere ed i loro magnifici costumi. Voi che ne dite?

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