Valle d’ Aosta – Punta Oilletta e Punta Leysser da Vens
- novembre 12, 2022
- by
- Maria Paola Salvanelli
Punta Oilletta è una cima incredibilmente panoramica, raggiungibile a piedi l’abitato di Vens.
Nel titolo di questa mia ultima escursione manca una parola fondamentale: anello.
Ero partita con l’intenzione di fare un anello abbastanza ambizioso ma la prima neve mi ha impedito di portarlo a termine.
Si è rivelato ugualmente un’ itinerario molto soddisfacente e che ha comportato non poco sforzo. Andiamo con ordine.
Raggiungo l’abitato di Vens, nel comune di Saint Nicolas, un piccolo gioiellino che riesce ad incantarmi in tutte le stagioni. Lascio l’auto nei posteggi all’ingresso del paese, vicino alla chiesa. Qui trovo la chiara cartellonistica con le numerazioni dei diversi sentieri.
Per Punta Oilletta (2.616 mt) imbocco da subito il sentiero n.19.
A seconda della cartografia, la prima tappa della mia escursione odierna, viene citata con diverse nomenclature: Oilletta, Aouillette, Ollietta, Aquiletta. Io ho scelto di utilizzare la stessa riportata nella segnaletica.
Attraverso il piccolo e caratteristico centro abitato fino a portarmi sopra di esso.
Tramite comoda ma ripida mulattiera raggiungo in poco meno di mezz’ora il Lac du Joux (1.902 mt), in cui si riflettono le cime infuocate dei larici.
Oltre il lago, verso nord, si sviluppa il lungo vallone di Vertosan. Dallo steccato che delimita il laghetto, seguendo i cartelli, tengo la destra e inizio a seguire il sentiero n. 29.
Troverete poco più sopra, al limitare del bosco, altre palline segnaletiche.
Risalgo il sentiero che si snoda attraverso un bosco di larici e abeti e con una discreta pendenza, raggiungo un bivio.
Seguo le indicazioni per Punta Oilletta e tenendo la sinistra, dopo pochi metri, raggiungo un pianoro panoramico. La visuale si allarga sulle vette della valle centrale, imbiancate dalla prima nevicata di stagione. Davanti a me svetta la Grivola e poco più alla mia sinistra l’Emilius.
Nonostante la neve abbia rivestito le cime più alte, quasi a metà novembre cammino ancora in mezze maniche.
Procedo seguendo la chiara segnaletica fino a raggiungere un secondo pianoro che mi regala una vista impareggiabile sul il gruppo del Rutor e sul massiccio del Monte Bianco.
Faccio una breve deviazione rispetto al mio itinerario per ritrarre le caratteristiche croci in legno presenti in loco, ben visibili anche dal sentiero principale, sulla sinistra.
Torno sui miei passi e riprendo a salire fino a raggiungere e superare la base di un evidente sperone roccioso.
Lo raggiro compiendo diverse serpentine e seguendo il sentiero ben tracciato. Una coppia davanti a me utilizza una sorta di scorciatoia dalla pendenza ancora più verticale. Personalmente, preferisco allungare di qualche minuto ma non schiattare a terra.
Raggiungo ora una dorsale erbosa, caratterizzata da una pendenza ancora più pronunciata.
Ben visibile sopra la mia testa il ripetitore metallico che contraddistingue l’anticima.
Ammetto che questo ultimo tratto mi ha messo a dura prova, non tanto per una difficoltà tecnica quanto di fatica pura.
Raggiungo il ripetitore alimentato da un piccolo pannello solare. Viene utilizzato come una piccola stazione metereologica.
Inizio a calpestare la prima neve e procedo verso destra. In pochi minuti raggiungo l’ometto di pietre sulla cui sommità è posizionata una teca in vetro che protegge la statuetta della madonnina nera di Oropa.
Da Vens la segnaletica indicava 2 ore e 35 minuti per la salita, io ne ho impiegate 3.
Da Punta Oilletta diparte una lunga cresta panoramica che conduce a Cima Leysser, per poi proseguire oltre fino al lontano Mont Fallère.
Punta Oilletta è una cima incredibilmente panoramica, da cui si può abbracciare con lo sguardo il Gruppo del Gran Paradiso, il Monte Bianco, Monte Rosa e Cervino. La giornata non è delle più limpide ma la vista sul Monte Bianco da sola vale la fatica.
Mi confronto con un signore conosciuto in vetta e stabilito che le condizioni di innevamento attuali non sono pericolose decido di proseguire per Cima Leysser (2.771 mt). Ho con me anche dei ramponcini ma le temperature sono elevate (quasi eccesive) e il sentiero non presenta particolari difficoltà oggettivi dovuti a ghiaccio o similari.
A questo punto le uniche indicazioni che troverete saranno dei bollini rossi dipinti sulle pietre.
Con alcuni sali scendi, facendo ben attenzione ai tratti più innevati, raggiunto Cima Leysser, contraddistinta da una croce in legno. Da Punta Oilletta ho impiegato circa 1 ora.
Ora, considerate le condizioni di innevamento affronto la discesa percorrendo il medesimo itinerario della salita. L’idea inziale dell’anello prevedeva scendere di alcuni metri fino al Colle Pallettaz e successivamente raggiungere il Lago Leysser (2.409 mt), già visibile poco prima dell’arrivo in vetta. Successivamente, attraversando il vallone di Leysser, avrei raggiunto Col de Joux, il laghetto e poi Vens. Ora il tratto da Cima Leysser al Colle Pallettaz è parechio ripido, così come il pezzo detritico, privo di sentiero, che collega il Colle al lago.
Sarebbe stato un anello indubbiamente entusiasmate ma lo teniamo a memento per la prossima estate.
Vi saluto con qualche scatto fatto sulla via del ritorno. La luce è notevolmente cambiata rispetto questa mattina.
Per concludere, un bellissimo itinerario che non presenta difficoltà tecniche ma nel complesso è (S)moderatamente ripido.
TABELLA RIASSUNTIVA
- Partenza da Vens quota 1.735 mt
- Punta Oilletta quota 2.616 mt
- Cima Leysser quota 2.771 mt
- Dislivello complessivo 1.036 mt
- Tempo A/R: 4 ore a salire e 2 ore per scendere (6 ore totali soste escluse)
- Totale 17 km