Val d’Ayas – trekking ad anello per Testa di Comagna
- Novembre 20, 2022
- by
- Maria Paola Salvanelli
Testa di Comagna è una cima dalla forma arrotondata che separa il territorio di St. Vincent, con Brusson, in Valle d’Ayas. Nelle giornate terse permette di godere di un bellissimo panorama a 360° su vari gruppi montuosi come il Mont Avic, il Barbeston, la Tersiva, l’ Emilius e sui più lontani Monte Bianco e Cervino.
Non conto più le volte in cui sono salita a Testa di Comagna (2.105 mt), anche perché ci abito praticamente sotto, ma mi sono resa conto che non avevo ancora scritto un post dedicato, quindi oggi rimedio. Normalmente parto da casa direttamente a piedi e raggiungo il ristorante l’Etoile de Neige; oggi invece ho raggiunto in auto Col de Joux (1.640 mt) per raccontarvelo nel migliore dei modi.
Parcheggio a Col de Joux, dove c’è il cartello Brusson a cui recentemente hanno aggiunto il sottotitolo, “Il paese delle otto montagne” per rendere omaggio al libro di Paolo Cognetti che ha portato la Val d’Ayas tanto in auge negli ultimi anni. Si lascia l’auto nel comodo parcheggio, da cui dipartono diverse escursioni, tra cui il Colle Tzecore, il Monte Zerbion, Brusson, le gallerie, ect.
Oggi andiamo a Testa di Comagna, un colle già ben visibile da fondovalle tenendo il Monte Zerbion come riferimento e proseguendone la cresta. Quella a Testa di Comagna è una semplice escursione di mezza giornata ma che regala sempre grande soddisfazione. Dal parcheggio un cartello indica sentiero 1b, una traccia che si immette subito nel bosco ma che non è ben segnalato e diventa difficile anche da descrivere. Ho scelto quindi l’itinerario più semplice da fare e da raccontare e che è anche quello più utilizzato.
Dal parcheggio seguite la poderale che si immette nel bosco. Dopo pochi minuti, vedrete sotto di voi l’area attrezzata del Col de Joux dove si trova il laghetto artificiale Pallud e il validissimo Ristorante Etoille de Neige, già citato in apertura, dove consiglio una pausa merenda al vostro ritorno. Andate sempre diritto finchè non ve lo dirò io 😊
Godetevi questo primo pezzo pianeggiante nel bosco. È un tratto che rimane in ombra, quindi in inverno è facile trovare pezzi ghiacciati.
In base al periodo attrezzatevi con eventuali ramponcini che potrebbero servire anche successivamente. È un’escursione che si presta ed essere fatta tutto l’anno, con qualche accorgimento in più nella stagione invernale. Stiamo percorrendo il sentiero classificato come 107, la Gran Balconata del Cervino che conduce a Sommarese, dove vi poterò a fine giornata, salendo prima a Testa Comagna. Dopo una decina di minuti dalla partenza si apre una bellissima visuale sul Monte Zerbion, la montagna che mi da il buongiorno tutte le mattine e che venero come fosse una montagna sacra, ma forse la è.
Arrivo a un punto panoramico da cui la vista spazia dalle Cime del Parco del Mont Avic fino al Monte Bianco. Un pannello vi aiuta a identificare tutte le cime e c’è anche un grande masso dove ogni tanto amo venire a meditare. È stato uno dei primi posti che mi ha accolto appena mi sono trasferita in Valle. Era tempo che rendessi omaggio a questo sentiero, anzi era davvero ingiustificabile non aver ancora scritto un articolo su Testa Comagna.
Un centinaio di metri dopo questo balconcino panoramico, troverete un sentiero che si stacca alla vostra sinistra. C’è un cancello in legno che non è necessario aprire, potete passarci di fianco. Si tratta di una pista taglia fuoco. Ha inizio la salita. Sono quasi le 12,00. Guardate come in Novembre le ombre si fanno lunghe.
Se ancora avete dubbi su come distinguere larici e abeti questa è in assoluto la stagione dell’anno migliore per studiarli.
La modalità più facile per distinguere un pino da un abete è osservare la disposizione degli aghi: nel pino sono raccolti a ciuffo e lunghi una decina di centimetri, nell’abete sono invece attaccati singolarmente lungo i rami e sono molto corti.
L’ abete è l’albero di Natale per eccellenza (non il pino come erroneamente si crede); l’abete rosso cresce in montagna, mentre i pini crescono sia al mare che in montagna. Sono entrambi dei sempreverdi, ovvero mantengono le foglie verdi per tutto l’anno, anche durante i mesi invernali. Facile distinguerli ora, vero? Bene, complichiamo un pochino il gioco.
Tra le conifere aghifoglie c’è anche il larice, molto diffuso in Valle d’Aosta. I larici hanno gli aghi riuniti a mazzetti come quelli dei pini, ma la loro forma è leggermente diversa. Riconoscere i larici nella stagione invernale, come vi ho anticipato, è facilissimo: gli aghi prima ingialliscono e poi cadono, per rinascere in primavera.
Ho impiegato una vita a distinguere correttamente larice, pino e abete ed ora che ho finalmente memorizzato bene le differenze (ne vado molto fiera) mi piace condividere appena ne ho l’opportunità questo mio sapere.
Spero aver chiarito le idee anche a voi, se ancora nutrivate dubbi. La prossima volta che sarete in giro per i boschi, pensatemi e provate anche voi a riconoscerli. Non entriamo ora nel merito delle varie tipologie di pini e abeti, tuttavia questa è già una prima distinzione importante.
Raggiungo una sorta di crocevia, un cartello in legno, indica Testa Comagna.
Se vi sbagliate e procedere diritto il sentiero poi finisce, non porta da nessuna parte. Quello alla vostra destra scende a Sommarese, noi dobbiamo tenere la sinistra. Forza e coraggio e se non avete ancora aperto i vostri bastoncini è ora di farlo. Il dislivello si fa ora più cattivo.
Poco prima della Testa potreste incontrare una stradina alla vostra sinistra. È quella strada che vi dicevo essere mal segnalata. Probabilmente non la noterete nemmeno ma in caso di dubbio, tenetevi sempre sulla vostra destra.
Ho provato a fare una foto ma non era particolarmente chiara. Sono certa che non avrete alcuna difficoltà. Dovete continuare a salire. Ultimo strappetto e ci siamo quasi.
Si percorre un breve pezzetto in cresta, per nulla complicato. Alla vostra destra si apre un bellissimo panorama su tutto il comprensorio del Parco Naturale del Mont Avic fino al più lontano Monte Bianco. Alla vostra sinistra trovate Brusson e la Val d’Ayas.
Vi posto una foto scattata nel senso contrario della mia marcia per darvi una idea.
Procedo fino al cippo sormontato da una croce che indica la vetta. Testa Comagna si conferma una meta eccezionalmente panoramica, soprattutto nelle giornate limpide come quella di oggi.
Dopo una meritata pausa, invece che tornare sui miei passi, procedo sempre diritto, fino a un bivio dove, seguendo la freccia gialla, tengo la destra.
Si aprono dei bellissimi scorci su Brusson, gli alpeggi di Estoul e tutta la zona del Palasina, l’imponente gruppo delle Dame di Challand e Becca Frudiera.
Inizia una discesa bella ripida. Anche qua i bastoncini sono d’obbligo onde evitare rovinose cadute. A scendere bisogna fare più attenzione, essendoci tratti sporchi di neve e un pò ghiacciati; inoltre il tappeto che si è formato con gli aghi dei larici (ricordate la distinzione con gli abeti di poco fa?) è abbastanza scivoloso. Tra aghi, neve e radici bisogna prestare attenzione.
Uscendo dal bosco, troverete un cartello. A sinistra potete raggiungere il Col Tzecore, una piacevole area pic nic, dove in estate è operativo un piccolo bar. Per Sommarese tengo la destra. Al momento è presente una sorta di cantiere, dovete costeggiare tutta l’area delimitata dalla rete arancione per poi imboccare una stretta mulattiera che scendendo in un tratto di bosco vi porta su strada asfaltata, alle porte di Sommarese.
Passate davanti al bar Ristorante Los Saros, altra validissima tappa merenda, per poi imboccare la stradina sulla vostra destra. Trovate la segnaletica 107 Col de Joux.
In alternativa potete attraversare l’abitato di Sommarese, che è molto caratteristico, raggiungere la chiesetta e imboccare il sentiero che sale di fianco la chiesa e che si ricongiunge a questo, che vi ricordo essere la Gran Balconata del Cervino. Con andamento semi pianeggiate ci riporterà al bivio dove questa mattina siamo saliti verso sinistra (ricordate il cancello di legno?) e successivamente al Col de Joux e alla nostra auto, percorrendo lo stesso itinerario della mattina.
Mi giro per immortalare il paesino di Sommarese, penso di averlo fotografato ormai con tutte le luci possibili e in tutte le stagioni e non mi stanco mai. È uno scorcio che trovo molto caratteristico e bucolico. Mi ricorda un pò i puzzle della Ravensburger che facevo da bambina con il classico gruppo di case di montagna e dietro le cime innevate. Lo trovo commovente, soprattutto dopo questa prima spruzzata di neve.
QUIZ: che alberi sono quelli ritratti nella foto sopra? BRAVI…. Sono dei larici. Lo avevate intuito, vero? 🙂
Come dicevo è un giretto semplice ma non banale, il dislivello soprattutto nell’ultimo tratto si fa sentire.
La luce rispetto a questa mattina è notevolmente cambiata, è più calda, anche se le cime in lontananza si sono offuscate di nebbiolina. Anche il Monte Bianco è meno limpido tuttavia questa luce dorata del tramonto la trovo sempre molto avvolgente. Come dicevo prima è un giro semplice ma che regala sempre tanta soddisfazione. Ho impiegato 2 ore a salire e un’oretta e mezza a scendere.
Spero vi sia piaciuto questo articolo e spero seguirete presto i miei passi. Ci terrei particolarmente questa volta a sapere cosa ne pensate, se lo avete già fatto o se lo rifarete, perché per me questo giro è “CASA”.
Chiudo salutando nuovamente lo Zerbion e Testa Comagna, che questa mattina era totalmente in contro sole ed era impossibile da ritrarre decentemente.

TABELLA RIASSUNTIVA
- Partenza da Col de Joux quota 1.640 mt
- Arrivo Testa di Comagna quota 2.105 mt
- Dislivello complessivo: 465 mt
- Tempo A/R: 3 ore e 30 minuti
- Km: 13