Trekking Liguria – La spiaggia di Albana e del Persico
- Febbraio 17, 2018
- by
- Maria Paola Salvanelli
Vi avevo detto che Campiglia cela angoli nascosti ancora sconosciuti e lontano dal turismo di massa che regolarmente invade le 5 Terre. Ci sono piccoli angoli di paradiso che vanno conquistati, non accessibili a chi soffre di vertigini o si affatica facilmente, gli scalini sono dei veri e propri rompi- traffico naturale che tengono lontano gli escursionisti meno motivati.
Ma se la fatica non vi spaventa verrete ampiamente ripagati da visuali straordinarie in un angolo di Liguria che vi entrerà nell’ anima e vi sedurrà con il suo fascino selvaggio e anticonvenzionale. Vi sembrerà di aver conquistato un pezzetto di paradiso, piccolo ma grande quanto basta per essere riconoscenti di fare parte di questo miracolo che è la NATURA.
Ancora una volta ringrazio Antonio Mortali, una delle bravissime guide di Trekking Taro Ceno e per avermi fatto scoprire questi luoghi. Per essere sempre aggiornati sulle escursioni da lui proposte vi invito a seguire la pagina ufficiale di Trekking Taro Ceno e il suo blog personale Fra cielo e mare
Oggi vi porto alla Spiaggia di Albana, soprannominata “La Rossa” per il colore delle rocce che la circondano e alla Spiaggia del Persico, con i suoi ciottoli rotondi. Due spiagge in netto contrasto tra di loro ma che saranno in grado di regalarvi momenti unici di totale relax. Su queste spiagge, fuori dal tempo e lontano dal mondo, in compagnia solo del rumore delle onde e del vento i problemi personali e lavorativi che ognuno di noi si trova quotidianamente a combattere, sembrano distanti anni luce e forse anche meno grandi rispetto a come li percepiamo quando siamo paralizzati nella nostra routine settimanale. Queste fughe sono dei veri toccasana, boccate di ossigeno per anima e cervello, l’unico modo che conosco per iniziare la settimana con il piede giusto.
Come avrete intuito il punto di partenza della escursione di oggi è sempre Campiglia e più precisamente la piazzetta panoramica di fronte alla Chiesa. A questo giro abbiamo avuto la fortuna di trovare aperta la piccola bottega di alimentari che stava disponendo sul bancone focacce appena sfornate. Siamo stati letteralmente guidati dal profumo, perchè la bottega ancora non aveva ufficialmente aperto ma la fragranza inequivocabile che fuoriusciva dalla saracinesca ancora abbassata era un ottimo motivo per rimandare la partenza di qualche minuto. Attesa che poi è diventata mezz’ ora, ma poco importa, valeva la pena aspettare.
Finita la focaccia (che non è mai abbastanza) e scattata la foto di rito, l’escursione può avere inizio.
Il percorso è molto semplice e non presenta particolari difficoltà, se non il solito numero imprecisato di scalini, la vera essenza di tutti i sentieri che si snodano attorno a Campiglia.
Imbocchiamo la scalinata che dalla Locanda Tramonti conduce verso il Persico. Impossibile perdersi, c’è un unico sentiero, o meglio, un’unica scalinata che conduce verso il mare.
Si attraversano orti e terrazzamenti coltivati a olivo e vite e tutte le volte non posso fare a meno di pensare alla costanza e tenacia dei contadini che hanno da sempre popolato questi luoghi. Si parla tanto degli orti verticali come l’innovazione “green” degli architetti dell’era moderna, ma basta fare un giro in queste zona per rendersi conto che in realtà era una soluzione già utilizzata del secolo scorso.
Campiglia infatti è una terra verticale, un luogo inaccessibile se non con scarpinate impegnative su gradoni scavati a mano che hanno permesso agli abitanti di raggiungere il mare e fruttare un terreno altrimenti inutilizzabile. Le scale stesse, che oggi ci permettono di compiere queste magnifiche escursioni e che spesso e volentieri malediciamo, un tempo venivano percorse quotidianamente dai contadini dell’entroterra e non per diletto ma per guadagnarsi un tozzo di pane.
Dal piazzale della Chiesa si scende verso il mare, ci lasciamo alle spalle le ultime case dell’abitato di Campiglia e il Ristorante La Lampara, una delle poche strutture ricettive del borgo, ora chiuso per ferie ma al ritorno da qualche escursione sono assolutamente da provare i prodotti e i piatti della zona, accompagnati da un bicchierino di passito o “Sciacchetrà”. Vi segnalo anche il Piccolo Blue che di recente ha cambiato gestione e la già citata Locanda Tramonti.
La scalinata è caratterizzata dalla presenza di antiestetici tubi ma è l’unico mezzo per portare l’acqua ai nuclei di case che incontrerete continuando a scendere. Sulla sinistra è presente anche la monorotaia usata per curare i vigneti.
In città è ancora pieno inverno mentre qui è già esplosa la primavera. Mimose, ginestre, euforbie e fichi d’india dalle dimensioni considerevoli. I fichi d’india, sono onnipresenti e la loro crescita è indubbiamente favorita dal microclima della zona.
Stiamo percorrendo il sentiero CAI 528 (ex n. 11), in bilico fra vigneti, la macchia mediterranea ed enormi fichi d’india.
Il mare è sempre ben visibile sotto di noi. Alla nostra destra si trova l’abitato di Schiara, meta di una recente escursione e lo scoglio Ferale, la stella polare dei “naviganti” che si avventurano sui sentieri della Costa di Tramonti.
Il primo tratto del sentiero è poco ripido e gli scalini hanno un dislivello minimo ma mano a mano che si scende verso il mare la scalinata diventa sempre più sconnessa e gli alti gradoni che conducono verso il mare sembrano quasi volerti sfidare.
Se accettate la sfida arriverete al nucleo abitativo del Persico, con il suo agglomerato di tetti bassi e piatti. Continuo ad interrogarmi su quanta fatica e forza di volontà ci sia voluta per spingersi a costruire fino qui. Queste antiche abitazioni sono ora seconde case estive e non mancano i cartelli “Vendesi”. Mi domando quanto potrebbero valere, non mi dispiacerebbe avere una stanza dove rifugiarmi il fine settimana, ma quanto può costare un pezzetto di paradiso?
A Case Persico è possibile ammirare un gelso secolare, antica testimonianza della coltivazione dei bachi da seta
All’altezza della deviazione per la spiaggia del Persico, sulla destra, ora noi svoltiamo a sinistra e imbocchiamo uno stretto lembo di terra su fasce coltivate. Attenti a non cadere di sotto!
Questo pezzo di sentiero è adatto a chi è abituato a fare un po’ di trekking, anche se non presenta tratti pericolosi, solo passaggi molto stretti.
Il nostro passo è comunque tranquillo in modo da avere il tempo di scattare fotografie e goderci il panorama e riprendete fiato. 2000 gradini non sono poca cosa, soprattutto durante la risalita.
La vista vi apre sulle isole di Portovenere, la Palmaria e il Tino e iniziano a delinearsi le tipiche rocce della Spiaggia di Albana, sempre più vicine. Sotto di noi è ben visibile lo Scoglio Galera.
Questo tratto di costa regala uno spettacolo incredibile, il rosso dovuto alla alta concentrazione di ossido di ferro in netto contrasto con le falesia nere del Muzzerone che scendono a strapiombo nell’ acqua cristallina del mare. Il gioco di colore è reso ancora più interessante dalle macchie di verde dei cespugli che qui e là crescono aggrappati alla roccia.
La scogliera crea una minuscola insenatura ciottoli, una spiaggetta che definirei semi balneabile perché entrare in acqua dagli scogli non mi sembra così semplice. Vale sicuramente la pena tentare un po’ più avanti con la stagione.
Per il momento ci sediamo sugli scogli per assaporare il momento, immersi in questo paesaggio da favola. I pensieri si infrangono come onde sugli scogli e con la mente ora svuotata lo sguardo si perde all’ orizzonte. Vorrei questo momento durasse per sempre.
Dopo esserci riposati torniamo sui nostri passi, diretti verso un altro paradiso marino sperduto tra le rocce, la bellissima Spiaggia di ciottoli del Persico.
È l’ora della risalita, il momento che più temo. Per un attimo sono tentata di prendere in prestito la barchetta arenata sugli scogli e remare verso Portovenere ma non credo che arriverai mai intera, meglio versare qualche goccia di sudore.
Facciamo quindi ritorno a Case Persico e seguiamo le indicazioni verso il mare. Si prosegue per una scalinata che si snoda tra vigne e fasce abbandonate. Da qui parte il tratto più accidentato della discesa che affronta un sentiero esposto e parecchio stretto.
Una volta arrivati non aspettatevi però comoda una spiaggia di sabbia bianca dove stendere il vostro asciugamano. La spiaggia del Persico è caratterizzata da enormi ciottoli che trascinati dalla risacca vi daranno l’illusione di essere all’ interno di in un enorme pentola di fagioli. Forse nemmeno qua il bagno è assicurato ma il panorama è impagabile. Come potevo non conoscere questo gioiello?
Posto che siamo a febbraio e per quanto il clima sia nettamente più mite che in citta è un po’ prematuro per azzardare un bagno, ma se anche la stagione lo avesse permesso non credo che entrare in acqua sia così facile, soprattutto se a piedi nudi. Le rocce sono enormi e irregolari e se il mare non è calmo rischiate di farvi davvero tanto male. Vi consiglio di non sfidare la natura e godervi il sole e approfittare della pace che si risposare in questo angolo segreto di Liguria.
Vi regalo 30 secondi di pura felicità e spero di avervi invogliato a conquistare il vostro pezzetto di paradiso.