Andalusia: la terra del sole – L’arrivo a Siviglia
- Giugno 13, 2015
- by
- Maria Paola Salvanelli
Considero la Spagna un po’ come la mia seconda casa, complice il progetto Erasmus che durante gli anni dell’Università mi ha permesso di vivere quasi un anno in questo splendido paese, imparando in modo approfondito la lingua, che adoro, la cultura e il loro modo di vivere. Da allora non ero più tornata, troppi ricordi troppo belli che non volevo rovinare, ma dopo quasi 10 anni ( ebbene si, già 10 anni!) avevo una nostalgia pazzesca.
Appena atterrata, il sole, la luce accecante e il semplice “Hola” di uno degli operatori della compagnia aerea mi hanno riportato indietro nel tempo! Quanto amo la Spagna e soprattutto il Sud, mancavo da troppo tempo!
Siviglia è una città davvero meravigliosa per i suoi colori, per la bellezza dei suoi quartieri, per la mescolanza di stili arabi e mediterranei che ne fanno un posto davvero particolare. Una cosa che colpisce subito di questa città è la sua luce: di un colore luminoso, dorato, smagliante, che inonda le graziose case bianche e le placide acque del fiume, avvolge ogni cosa di un alone caldo, soprattutto al tramonto.
Siviglia è una tipica città del Sud, ma soprattutto una città spagnola: spagnola nei colori, nei profumi, nei giochi di piastrelle sugli edifici, nell’aria tersa e calda, nelle cascate lussureggianti di fiori che ornano i suoi patii, nelle vesti allegre e colorate che occhieggiano nelle vetrine, nell’aria festaiola dei suoi bar e dei suoi abitanti.
Non è grandissima e 3-4 giorni sono sufficienti per visitarla al meglio. Avendo più tempo a disposizione consiglio di estendere il soggiorno ad altre 2 città molto caratteristiche dell’Andalusia: Cordoba e Granada, di cui vi parlerò in seguito.
In generale, occhio alle temperature! Sono zone davvero molto calde, a fine maggio la temperatura superava i 30 gradi e nelle ore centrali della giornata può diventare alquanto faticoso girare per le strade assolate. Proprio per questo motivo molti negozi e attrazioni chiudono per una lunga pausa pranzo e riaprono il pomeriggio tardi. Anche i bar e ristoranti più tradizionalisti si distinguono per questi ritmi “rilassati”.
Raggiungiamo Siviglia con un volo Ryanair. Il centro città si può raggiungere in taxi, €25 tariffa fissa, oppure con un comodo bus navetta che con €4 ci lascia in Plaza de las Armas. Da li raggiungiamo il nostro Hotel con una breve passeggiata di 10 minuti. Attraversiamo il Puente del Cachorro, l’ Hotel Monte Triana scelto per il nostro soggiorno si trova infatti nel caratteristico quartiere di Triana. L’hotel si è rivelato un ottima scelta, camere ampie e pulite, personale molto cortese e abbondante a varia la colazione al mattino.
Iniziamo la visita della città proprio da Triana antichissimo quartiere che in passato era abitato da operai e da gruppi gitani che ne hanno profondamente influenzato l’anima, rendendolo in qualche modo diverso dal resto della città. I gitani dell’Andalusia a differenza degli altri zingari che continuarono a girovagare nel resto dell’Europa, si fermarono in queste terre assolate, influenzando le popolazioni e le tradizioni locali.
L’arte della corrida e il flamenco, considerati un tratto distintivo della cultura spagnola hanno avuto origine proprio in queste terre. In tutto il quartiere sono affisse targhe di azulejos che ricordano i grandi matadores o cantaores nati nelle case di questo barrio. Il cuore di Triana è indubbiamente Plaza del Altozano, una graziosa piazza con palazzi di mattoni ed azulejos coloratissimi, famosa per i suoi balconi in ferro battuto. Qui si trova la statua di una giovane gitana, rappresenta nelle sue vesti tradizionali, con al fianco la chitarra e poco distante una futuristica statua del Matador Belmonte che sembra vegliare l’immagine della veneratissima Vergine di Triana. Come dicevo i simboli delle tradizioni di questa terra.
Percorrendo tutta Calle Betis fino al Puente Sant’Elmo si arriva alla la Torre de Oro.
Un antica torre di guardia che attualmente ospita un museo navale. Così chiamata perché anticamente era ricoperta di piastrelle che le conferivano dei riflessi dorati. È possibile salire sulla sua cima dalla quale ammirare il corso del Guadalquivir.
Il pomeriggio è dedicato alla visita dell’Alcazar.
La fila per entrare è’ lunga e il caldo, seppur secco, è soffocante. Non ci sembra vero di trovare una guida che per soli 5 € in aggiunta al costo del biglietto (€9,50) ci avrebbe fatto entrare subito con una visita guidata. Si tratta di guide ufficiali riconosciute dall’ ente del turismo che formano dei gruppi al momento in base alla nazionalità dei visitatori. Un po scettiche decidiamo di accettare e devo dire che è’ stata bravissima, spiegazioni chiare e concise che ci hanno fatto apprezzare al meglio il meraviglioso Alcazar, una delle cose più spettacolari della città, un vero e proprio pezzo di Oriente trapiantato in Europa. A mio parere da solo vale il viaggio, l’ Alcazar risale al periodo della dominazione araba, la sua costruzione iniziò nel X secolo e proseguì fino al XVI, ed è esattamente come ci immaginiamo i palazzi delle favole Mille e una notte.



