Passo del Gran San Bernardo – Lacs de Fenêtre
- Agosto 25, 2022
- by
- Maria Paola Salvanelli
I Lacs de Fenêtre sono 3 magnifici laghi alpini ubicati nel versante svizzero dell’alta Val Ferret.
Sono stata letteralmente rapita da alcune immagine postate sui diversi social e a differenza di quanto spesso avviene vi garantisco che dal vivo sono ancora più magici che ritratti in fotografia.
Ci sono diversi sentieri che conducono ai Lac de Fenêtre (2.457 mt), io ho optato per quello più breve e a mio avviso forse anche quello più panoramico, o meglio, che li ritrae da una prospettiva decisamente migliore rispetto a quanto non avevo visto in rete.
Andiamo con ordine e ricostruiamo assieme il percorso.
Si parte dal Passo del Gran San Bernardo (2.473 mt), che unisce l’Italia alla Svizzera e da millenni è una delle più importanti vie di comunicazione d’Europa attraverso le Alpi.
Non ero mai salita al Passo e già di per sé merita il viaggio.
Man a mano che si sale per i ripidi tornanti, l’ambiente cambia drasticamente e, sono certa, rimarrete piacevolmente sorpresi dalla natura selvaggia e dalla curiosa conformazione di alcune rocce.
Parcheggio appena prima dell’Ospizio, in prossimità del Lago.
Mi dirigo verso la statua di San Bernardo, già ben visibile salendo dalla strada.
La statua, eretta nel 1923, rende omaggio all’arcidiacono di Aosta che nel 1.050 fondò l’Ospizio e secondo la leggenda avrebbe liberato il colle infestato dai diavoli.
Scattata qualche foto di rito imbocco il sentiero 103.
Dopo un centinaio di metri il sentiero di biforca.
Scendendo verso sinistra vi ritroverete sulla statale e dovrete attraversare la galleria (precedentemente percorsa in auto) a piedi.
Io tengo la destra e proseguo per il Col Fenêtre, attenendomi alla indicazione dipinta in giallo su di evidente masso.
Dopo un breve tratto in semi piano c’è da affrontare un breve passaggio tecnico, alcune corde fisse vi aiuteranno nella discesa. Nulla di complicato ma i meno agili che non se la sentissero possono utilizzare il sentiero di sinistra appena citato e scendere su strada. Subito dopo la galleria, in prossimità di un piccolo parcheggio, trovate la traccia che vi riporta in quota.
Superato questo passaggio, il sentiero si sviluppa senza alcuna difficoltà, se non per una leggera pendenza.
Il dislivello massimo di questa escursione è di circa 300 metri, per tanto è adatta anche ai meno allenati.
Mi trovo ora ad attraversare una piccola pietraia. Anche qui i meno esperti non devono temere, le pietre sono abbastanza stabili (verificate sempre prima di appoggiare il piede) e si supera velocemente.
Oltre la pietraia inizia il tratto, se vogliamo, più faticoso in quanto la pendenza diventa più marcata.
Ogni tanto mi fermo per ammirare il panorama che mi circonda, così diverso dagli ambienti che sono solita percorrere.
Attorno a me ammiro la cima del Mont Fourchon (2.902 mt), Pointe de Drône (2.949 mt) e la Gran Chenalette (2.889 mt). Vedo alcune persone percorrere questa via attrezzata, un percorso che si dipana tra guglie rocciose in un ambiente molto severo.
Guadagnando quota, abbandono i pendi erbosi e mi addentro in un ambiente sempre più roccioso e austero.
Il sentiero punta diretto verso il Colle Fenêtre (2.698 mt) siamo al confine tra Italia e svizzera, un paletto metallico segna il confine. Si iniziano ad intravedere i Lacs du Fenêtre.
Ora ho due opzioni. Scendere per il ghiaione e raggiungere i laghi (come da programma inziale) ma la mia attenzione è rapita da una esile traccia alla mia sinistra che prosegue verso un crinale roccioso e sembra offrire una promettente visuale dall’alto. Decido di provare anche se non mi è ben chiaro dove e come si sviluppa il sentiero. Seguendo l’esile traccia e dopo qualche passaggio su roccia raggiungo la Tete de Fonteinte (2.772 mt), una piccola cima già in territorio svizzero, caratterizzata dalla presenza di due grandi ometti in pietra.
L’entusiasmo è stellare. La vista dei 3 laghetti è superlativa, uno ha una evidente e indiscutibile forma a cuore. È uno spettacolo. Ammetto che non mi aspettavo un panorama del genere. La vista sull’alta Val Ferret è magnifica. Ben visibile tutta la catena del Monte Bianco tra cui svettano le Gran Jorasses (4.208 mt) e il Mont Dolent (3.820 mt).
Volendo potrei proseguire anche verso la Fenêtre de Ferret (2.703 mt) o scendere ai laghi ma oggi mi ero ripromessa di effettuare un itinerario più breve de solito. Sarà per la prossima puntata. Inoltre, sono così entusiasta di questa escursione che decido per una volta di chiuderla qua. Ritorno all’auto utilizzando lo stesso sentiero dell’andata.
Altre info importanti per pianificare al meglio la vostra visita.
- La strada per il Colle del Gran San Bernardo è aperta solitamente dal 1 giugno fino a fine ottobre. Il resto dell’anno è chiuso per via della neve ma si può utilizzare il traforo stradale, lungo 5,8 Km ed inaugurato il 19 marzo 1964.
- Qui si trova il famoso Ospizio, che ospita i pellegrini in viaggio sulla Via Francigena. È gestito dai canonici agostiniani, la cui ospitalità è leggendaria. L’Ospizio venne fondato da San Bernardo d’Aosta verso l’anno 1.050 per fornire assistenza a pellegrini e viaggiatori. Oggi è ancora funzionante ed è aperto tutto l’anno.
- Da non perdere la visita alla Fondation Barry, un’associazione svizzera di volontari che nel periodo estivo alleva sul Passo i cani San Bernardo. Questa razza di grande taglia ma molto docile, in tempi antichi, erano allevati per il trasporto di carichi pesanti e usati come cani da salvataggio, in quanto particolarmente adatti al soccorso in caso di valanghe. Celebre è Barry che, secondo la leggenda, ha salvato più di 40 persone. Oltre a vedere i cani è possibile organizzare passeggiate con loro.
- Adiacente al canile trovate il Museo del Gran San Bernardo, aperto nel 1987, dove avrete modo di ripercorrere la storia del Passo dall’antichità ai giorni nostri e capire l’importanza che ha giocato nel corso dei secoli.
Questo itinerario fa al caso vostro se non avete voglia di scarpinare tante ore pur godendo di un panorama mozzafiato.