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Valle d’Aosta, ciaspolata in Val di Rhêmes

Quest’anno la neve è scesa copiosa e in montagna la stagione invernale può inaugurare molto prima del previsto anche per chi, come me, non ama lo sci e preferisce suggestive camminate lontano dalla folla.

La Valle d’Aosta offre diversi itinerari da compiere con le ciaspole, adatti anche ai principianti.

Eravamo partiti con l’idea di raggiungere il Rifugio Bonatti, classica meta estiva in Val Ferret, per ammirarla nei suoi abiti invernali ma a causa delle copiose nevicate e le temperature pressoché alte la valle era stata momentaneamente chiusa per pericolo di valanga. È importante sapere che i sentieri che si percorrono con le ciaspole sono considerati dei fuori pista, di conseguenza prima di intraprendere una qualsiasi escursione è importante informarsi sulle condizioni metereologiche e di sicurezza. Se un sentiero è chiuso per lo sci di fondo lo è anche per le ciaspole.

La Val Ferret non era la sola valle chiusa per il rischio di valanghe. In una sola notte mezzo metro di neve si era aggiunta a quella già caduta nei giorni precedenti; se da una parte il paesaggio era fiabesco dall’ altra ci siamo trovati un po’ spiazzati.

Ma una soluzione la si trova sempre, soprattutto quando l’Hotel è già stato prenotato e la tariffa non è rimborsabile.

Ci siamo diretti in Val di Rhêmes, per una bellissima escursione all’interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso.

Lasciamo l’auto in prossimità del Municipio di Rhêmes-Notre-Dame (1725 mt), attraversiamo il grazioso villaggio seguendo le indicazioni per Entrelor e ci spostiamo sulla sponda opposta del torrente. Passiamo davanti alla sede dei guardaparco del Parco del Gran Paradiso e ci informiamo sullo stato del sentiero, anche perché sta nevicando copiosamente e non accenna a smettere. Abbiamo il via libera. Imbocchiamo il sentiero che sale nel bosco, alternando dolci salite a tratti più pianeggianti. C’è così tanta neve che è facile perdere l’orientamento ma numerose bandierine verdi indicano la giusta direzione da tenere.

In alcuni punti il percorso costeggia la Dora di Rhêmes, mi incanto ad osservare come l’acqua riesca a farsi strada tra ghiaccio e cumuli di neve, conferendo al torrente un aspetto curioso.

Attraversiamo i caratteristici villaggi di Pont e Chaudanne, ristrutturati nel rispetto della tradizionale architettura di montagna.

Il sentiero si snoda parallelo alla pista da fondo, abbiate l’accortezza di non calpestarla, anche se oggi di sciatori non se ne vede nemmeno l’ombra.

Raggiungiamo i Laghetti di Pellaud, incorniciati e protetti da un boschetto di larici e pini cembri. Sono laghetti di piccole dimensioni ma in estate sono una delle mete turistiche più popolari della zona.

Superati i laghetti si arriva al piccolo villaggio di Pellaud (1811 mt) ultimo insediamento abitato della valle di Rhêmes, con chiesetta e forno comunitario.

Come da tradizione ogni villaggio era provvisto di un forno comunitario dove le famiglie cuocevano a turno il pane per il proprio fabbisogno. Alcuni di questi forni sono stati restaurati e vengono ancora usati. Il forno di Pellaud, come il resto delle abitazioni, al momento è totalmente sommerso da un candido manto bianco.

Attraversiamo il ponte sul torrente, approfittando di una pista già battuta da altri escursionisti. Sta ancora nevicando e se da un lato mi dispiace non poter assaporare questo magnifico paesaggio con il sole, dall’altro sono anche consapevole che se ci fosse stato bel tempo il sentiero sarebbe stato sicuramente molto più trafficato e poter ciaspolare in totale solitudine è un lusso impagabile.

Se le condizioni ambientali ce lo avessero permesso avremmo cercato di raggiungere il Rifugio Benevolo ma ad un certo punto la traccia battura da altri si interrompe. Abbiamo provato a proseguire oltre ma profondavamo fino al ginocchio. Quello fino al rifugio Benevolo è un percorso lungo e non avendolo mai affrontato prima non abbiamo voluto sfidare troppo la sorte.

Percorriamo lo stesso percorso a ritroso per ritornare al punto di partenza ma prima ci concediamo una meritata pausa pranzo. Decisamente le pause pranzo che preferisco.

Questa appena descritta è una breve e facile escursione, ideale anche per chi è meno allenato ma come detto in apertura è sempre bene informarsi sullo stato del percorso prima di partire.

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