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Curiosa, entusiasta, sempre in movimento. Da quando ho iniziato a viaggiare non ho piu smesso! Se vuoi conoscermi meglio clicca sulla mia foto.

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Sapa, l’estremo Nord del Vietnam

Sapa è una cittadina situata nell’ estremo Nord del Vietnam, quasi al confine con la Cina.

Se da un lato i terrazzamenti realizzati lungo i ripidi pendii delle montagne hanno permesso alla popolazione locale di coltivare il territorio, dall’ altro questa soluzione ha conferito al paesaggio un aspetto unico. Anche i mercati e le numerose etnie che vi si riunisco con i loro abiti colorati e tradizionali hanno fatto diventare Sapa una delle mete predilette di fotografi di tutto il mondo e Sapa nel tempo è diventato un luogo molto frequentato e molto molto turistico.

Ho amato Sapa? Ancora non so rispondere, ci rifletto scrivendo questo post.

Una premessa è d’obbligo: alcuni fattori esterni possono condizionare le impressioni che un luogo suscita in noi e credo che a Sapa i fattori esterni abbiano giocato un ruolo decisivo. Dopo due settimane di viaggio itinerante dal Sud al Nord del Vietnam, il mio fisico che da metà luglio gridava a gran voce: “ho bisogno di andare in vacanza” ha deciso di protestare.

Come ho più volte sottolineato, per chi mi ha seguito fin dall’ inizio, il viaggio in Vietnam è stato meraviglioso, uno dei più emozionanti fatti fino ad ora ma faccio fatica a classificarlo nella categoria “vacanze”. È stato un viaggio a tratti provante, non solo per i continui spostamenti a cui, per altro, sono abituata ma soprattutto per una questione climatica: il clima in Vietnam ad Agosto è qualcosa che ti annienta! Così mi sono vista Sapa con la febbre alta e una mezza bronchite e, per rendere meno noioso il tutto, il primo giorno il trekking si è svolto sotto una pioggia scrosciante! Per quanto cerchi di vedere sempre il lato positivo di ogni situazione, vi assicuro, in questa occasione è stata dura. Ma andiamo con ordine.

Come arrivare a SAPA?

Sapa è raggiungibile da Lao Cai, una città che sorge sul Fiume Rosso a pochissima distanza dal confine con la Cina, attraverso minibus che in circa 60 minuti collegano le due località distanti 30 km. Anche per la visita di Sapa ci siamo affidati ad un tour operator locale, la TONKIN TRAVEL.

Il pacchetto (180 usd a persona) comprendeva trekking esclusivo di 2 giorni e una notte con guida locale, pernottamento in Hotel, treno notturno per raggiungere Lao Cai e taxi collettivo per rientrare ad Hanoi. Con un extra di usd 35 a testa ci siamo assicurati la cabina del treno ad uso esclusivo. Non voglio risultare spocchiosa ma all’ arrivo avremmo iniziato direttamente il trekking e l’idea di non chiudere occhio a causa di qualche russatore molesto proprio non mi andava. Avrei varie esperienza da raccontare al riguardo.

Abbiamo quindi raggiunto Lao Cai con un treno notturno della compagnia Fansipan Express, con partenza dalla stazione di Hanoi alle ore ­­­22,00 ed arrivo a destinazione alle ore 6,00 del mattino successivo. Il treno e la cabina erano veramente belli e comunque un’esperienza che consiglio di provare, almeno per il viaggio di andata.

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Per il ritorno, dopo varie indecisioni, abbiamo optato per un taxi collettivo per poter passare una serata in più ad Hanoi. Dopo tutto avevamo la camera pagata in Hotel dove avevamo lasciato il grosso dei bagagli, partendo per Sapa con il minimo indispensabile.

Lao Cai è raggiungibile da Hanoi anche in bus, impiegano circa 8-9 ore di viaggio, di solito in orario notturno. Gli autobus impiegano circa lo stesso tempo del treno, sono ovviamente meno costosi ma personalmente consiglio il treno. Ricordatevi di portare una felpa o una giacca un pò pesante, l’aria condizionata in cabina è veramente fredda e non è regolabile.

Per quanto riguarda i treni sono disponibili diverse fasce di prezzo. Di fatto i treni che percorrono la tratta ogni giorno credo che siano solo due o tre, ma ognuno è dotato di carrozze allestite in modo diverso, in base alla fascia di prezzo selezionata. A voi la scelta, ma tenete conto che sul treno dovete trascorrere almeno dieci ore. Mi avevano anche detto di non fate troppo affidamento sull’orario di arrivo in quanto un po’ di ritardo è da mettere in conto ma noi siamo stati fortunati.

La stazione di Hanoi si trova in Le Duan Street 120 ma i treni per Lao Cai partono dalla stazione B, che si trova in Tran Quy Cap, la via parallela più a ovest. Ricordate di specificarlo al taxista. Come consigliato dall’ agenzia arriviamo un’oretta prima della partenza dovendo ritirare i biglietti prenotati da loro on-line. Le cuccette sono in ordine e pulite, con tanto di ciabattine monouso, un paio di snack e l’immancabile bottiglietta d’acqua. In sottofondo si sente il rumore dell’aria condizionata (che purtroppo non è regolabile). Passa il controllore per verificare i biglietti e ci raccomanda a gesti di chiudere lo scompartimento a chiave durante la notte. Dopo qualche minuto ecco che il treno si mette in moto, tra cigolii ed ondeggiamenti. Mi chiedo come sarà il nostro viaggio ma siamo parecchio stanchi e non passa molto prima di spegnere la luce per cercare di dormire. Tutto sommato il viaggio non è andato male, anche se il sonno è stato interrotto più volte dai vari movimenti e rumori del treno. E’ mattina presto quando un’addetto del treno bussa energicamente ad ogni scompartimento per segnalare l’imminente arrivo. Imminente non proprio perché passerà ancora un’ora abbondante prima di giungere al capolinea, quindi, dal momento in cui bussano, prendetevela comoda.

L’arrivo a Lao Cai

All’arrivo a Lao Cai ci attende la nostra guida Quan e l’autista, ci aspetta un trasferimento di un’oretta per raggiungere Sapa.

Non so perché ma nella mia immaginazione Sapa doveva essere un piccolo paesino di montagna fatto di due o tre piccole strade e poco più. In realtà si tratta di un paese tutt’altro che piccolo, con numerose strade, piazze, negozi e soprattutto Hotel. E incredibile è il numero di Hotel in costruzione! È chiaro che oggi Sapa non è più quella di 20 ani fa e tra 10 sarà ancora peggio. Molto peggio.

La prima impressione appena si arriva a Sapa è di stordimento. La triste constatazione che è il luogo ormai è stato totalmente invaso dal turismo.

Lo immaginavo ma non a questi livelli. Qui approdano sia interi pullman di viaggi organizzati sia i viaggiatori indipendenti che usano Sapa come base di appoggio per escursioni o trekking.

Scendiamo dall’ auto e veniamo circondati da donnine e bambini che cercano di venderci braccialetti, borse, cartoline, ripetendo allo sfinimento una cantilena che risuonerà nella nostra testa per due giorni: “Buy from me..only one dollar please…buy from me…one dollar  for a picture…buy from me..” Ovunque andassimo, dopo poco, si materializzava qualche donnina o bambino e la scena era sempre la stessa.

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E questa è sicuramente una nota negativa ma in parte inevitabile.

Veniamo portati in un ristorante vicino alla piazzetta principale dove possiamo fare colazione prima di iniziare il nostro trekking.  Io purtroppo digiuno perchè avevo lo stomaco sottosopra a causa dell’influenza. L’agenzia ci ha proposto un trekking esclusivo di due giorni e una notte con guida, attraverso itinerari meno battuti dalle altre agenzia operanti in loco. Il trekking portava proprio il nome di: Sapa out of the crowd. Questo trekking ci porterà alla scoperta di una vallata più tranquilla e meno turistica rispetto alla conosciuta Ta Phin o Muong Hoa Vlley, dove invece le popolazioni sono molto più influenzate dal turismo massivo degli ultimi anni.

Trekking del primo giorno: la vallata Ta Giang Phin

Partiamo in auto in direzione Nord e passiamo di fianco alla funivia che porta al Monte Fansipan, purtroppo avvolto da uno spesso strato di nubi e sarà cosi anche il giorno seguente. Nel frattempo inizia a piovere, e pure forte. La domanda nasce spontanea. Chiedo alla guida qual’ è il periodo migliore per visitare Sapa. Dice che Luglio/ Agosto è proprio il periodo migliore per il paesaggio, grazie alle frequenti ( diciamo pure costanti)  piogge i terrazzamenti di riso sono al massimo del loro splendore. In effetti se ripenso a Sapa la prima cosa che mi viene in mente è il colore verde. Non ho mai visto tante sfumature di verde concentrare nello stesso luogo. Una meraviglia!

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Bisogna solo essere fortunati e sperare che non piova durante la vostra permanenza. Mi rincuora dicendo che nelle ultime 6 settimane ha piovuto quasi tutti i giorni! A beh, allora…

Ci fermiamo per la visita villaggio di Ban Khoang, abitato dalla tribù dei Red Zao, facilmente distinguibili dal resto dei gruppi etnici per gli elaborati copricapo rossi, talvolta decorati con lunghe file di monete e la testa completamente rasata. Incontriamo subito una donnina che ci accoglie con un largo sorriso e ci conduce a casa sua dove abbiamo modo di vedere con i nostri occhi come vivono le tribù del luogo.

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Nonostante l’interno della casa fosse molto buio cerco di immortalare queste autentiche scene di vita quotidana. Una donna che cuce davanti il fuoco acceso, dei bimbi che giocano tra di loro, dei maialini che scorazzano per casa.

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Le donne si fanno fotografare volentieri per poi scoppiare in fragorose risate quando mostro loro lo scatto. I bambini sono molto più timidi e meno collaborativi ma, dopo tutto, sono bambini.

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Purtroppo l’armonia del momento dura poco, ad un certo punto le 6 donne tranquillamente sedute in un angolo della casa mi circondano mostrandomi gli oggetti più svariati fatti a mano e ricomincia la litania: Buy from me..only one dollar please…buy from me…one dollar  for a picture…buy from me..”   

Mi arrendo e decido di compare una borsetta che per altro mi piaceva davvero e dopo tutto un offerta la faccio più che volentieri. Ma la guida mi ferma dicendo che non mi conviene. Se compro una sola borsa da una di loro le altre ci rimangono male, devo quindi comprare qualcosa da tutte e a questo punto mi conviene un braccialetto perché costa meno.  Mah non erano un’unica grande famiglia? Che differenza fa se compro una borsetta o 6 braccialetti? Si possono sempre dividere il ricavato. Non c’è verso, sono obbligata all’ acquisto dei braccialetti. La cosa mi da non poco fastidio.

Lasciamo il villaggio e il nostro trekking continua nella vallata Ta Giang Phin abitata dai Black Hmong che vivono in piccoli villaggi sulle rive di un suggestivo corso d’acqua che contribuisce a rendere l’atmosfera ancora più magica e pacifica. Nonostante la pioggia ( e la febbre) il paesaggio è incantevole.

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Ad un certo punto ci troviamo a dover attraversare un fiume, se non piovesse potremmo raggiungere la sponda opposta saltellando sui sassi ma la pioggia rende l’operazione più complicata perché il livello dell’acqua è più alto del solito. Morale: da ora fino al nostro ritorno ad Hanoi terrò scarpe e piedi bagnati. Era proprio quello che ci voleva. La strada si snoda attraversiamo varie abitazioni ma purtroppo a causa della pioggia in giro ci siamo solo noi e di abitanti del posto ne incontriamo davvero pochi, ma quei pochi mi hanno lasciato un ricordo indelebile.

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La camminata finisce a metà pomeriggio, veniamo portati in Hotel dove finalmente prendiamo possesso della nostra camera. L’Hotel purtroppo si rivela una forte delusione. In camera c’è talmente umidità che nel corso della notte si bagnano anche le poche cose che avevo asciutte.

Visita al villaggio Cat Cat

Nel pomeriggio, seguiamo il consiglio della guida, e in autonomia facciamo visita al Villaggio Cat Cat.

Raggiungerlo è molto semplice,  si percorre una lunga strada asfaltata di 3 km in discesa che parte a sinistra della piazzetta principale di Sapa, la Fansipan street.

Si deve pagare l’ingresso e se non fosse che non ho nessuna voglia di farmi subito 3 km in salita mi verrebbe da girare i tacchi e andarmene. Un pò contrariati facciamo il biglietto ed entriamo. Il villaggio non ha nulla del villaggio, sembra piuttosto una mini Gardaland in miniatura. La case sono state trasformate in negozi di souvenir, in alcune è possibile entrate per vedere come sono costruite e osservare le differenti lavorazioni come quella dei tessuti ma anche qui il leit motiv è sempre lo stesso: Buy from me..only one dollar please…buy from me…one dollar  for a picture…buy from me..”

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Alla fine del villaggio si arriva ad una cascata ed un centrale idroelettrica. Per evitare di risalire a piedi contrattiamo due ragazzi con lo scooter e ci facciamo portare in Hotel.

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E’ evidente che non ho amato questa visita, ma quanti di voi l’avrebbero apprezzata?

Sono quasi le 19,00 ed io sono distrutta, mi sento la febbre salire ma non ho un termometro per verificare. Alla fine cambia poco, non ho bisogno di un termometro per sapere come mi sento. Preferisco prendere una tachipirina e mettermi a letto, domani ci aspetta un nuovo trekking e speriamo torni a splendere il sole.

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