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Curiosa, entusiasta, sempre in movimento. Da quando ho iniziato a viaggiare non ho piu smesso! Se vuoi conoscermi meglio clicca sulla mia foto.

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Hue, la città imperiale

Adagiata sulle rive del Huong Giang (fiume dei profumi), Huè giace tra mare e monti, trovandosi sul quello stretto lembo di terra che collega Hanoi a Ho Chi Minh City. Nell’antichità è stato uno dei maggiori centri culturali, religiosi ed intellettuali del Vietnam e nei decenni precedenti la colonizzazione francese ne fu la capitale. A differenza di Hoi An, che ne uscì quasi indenne, la città di Huè nel corso del conflitto con gli americani fu in gran parte distrutta, in particolare durante l’offensiva del Tet, scatenata dall’ esercito vietcong la notte del capodanno vietnamita, tra il 30 e il 31 gennaio 1968. Durante questa battaglia, Huè, venne pesantemente bombardata dall’ aviazione americana e gran parte dei suoi edifici storici vennero danneggiati o distrutti per sempre.

Dopo questi devastanti bombardamenti la Città Imperiale fu lasciata in stato di semi abbandono per una ventina d’anni e i restauri, ancora in corso, iniziarono solo dopo che l’UNESCO la dichiarò Patrimonio Mondiale nel 1993. Questo è servito a mettere in moto una serie di finanziamenti per il restauro dei palazzi storici nonostante siano ancora visibili, a distanza di cinquant’ anni, i danni inferti dalla guerra.

A testimonianza del suo glorioso passato troviamo oggi le tombe imperiali della dinastia Nguyen e i resti della Cittadella, all’interno delle cui mura, si trovano alcuni dei più begli esempi dell’architettura classica vietnamita.

La Cittadella Imperiale

Una città da cui non mi aspettavo nulla e come spesso capita mi ha stupito.

La Cittadella si trova a breve distanza dal centro di Hué ed è facilmente raggiungibile a piedi o in taxi. Non è distante ma come ho ripeto fino alla nausea ogni passo qui equivale a 10 e dopo 5 minuti senza aria condizionata si schiuma come i cavalli. La strada per arrivare alla cittadella non è delle migliori. Marciapiedi sconnessi, lavori in corso, cantieri, motorini che suonano all’impazzata. Tutto nella norma insomma.

La cittadella è cinta da mura difensive, fatte costruire dai francesi secondo i dettami dell’architettura militare europea. Al suo interno custodiscono una grandiosa ed imponente città imperiale. Per un attimo vi sembrerà di essere stati improvvisamente catapultati, con le dovute proporzioni, nella città proibita di Pechino, un tempo destinata all’ imperatore. La cittadella è piuttosto vasta e dotata di una pianta rettangolare.

Dopo aver attraversato il Fiume dei Profumi, entriamo nella Città Imperiale utilizzando la maestosa Porta Ngo Mon, di fronte alla torre della bandiera. Il passaggio centrale tra le porte gialle era riservato unicamente all’ imperatore, tutti gli altri dovevano passare dagli ingressi laterali.

Da qui è un susseguirsi di palazzi, sale, collezioni, padiglioni, templi, pagode.

All’ epoca del suo massimo splendore il complesso deve avere ispirato un timore reverenziale: palazzi con tegole smaltate in giallo e verde, padiglioni laccati di un rosso carico ed oro, laghetti coperti di fiori di loto. Il tutto sotto la sovraintendenza dell’imperatore e il suo seguito di mandarini altezzosi.

  

 

Gli edifici sono tutti visitabili ma i più suggestivi e meglio conservati sono: Palazzo dell’Armonia Suprema (Palazzo di Thai Hoa) utilizzato per i ricevimenti ufficiali e le cerimonie importanti. Le sale dei mandarini, usate dai mandarini come uffici e per prepararsi alle cerimonie di corte e le Nove Urne Dinastiche, dedicate ai 9 imperatori della dinastia Nguyen, giganteschi vasi in bronzo, alti 2 metri e dal peso di 20 quintali ciascuno, lavorati con assoluta maestria e finezza.

 

 
Alcune aree verdi sembrano tuttavia lasciate all’abbandono. Immergetevi in questo complesso in totale tranquillità, cercando di non essere pressati dall’ orologio, trovando così il tempo di scovare suggestivi scorci per belle foto.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’interno è silenzioso, ogni tanto si alza un po di venticello che seppur caldo non guasta, le nuvole per fortuna ci danno un po di tregua.

Noi abbiamo dedicato alla cittadella un intera mattinata. L’abbiamo visitato in autonomia con l’aiuto della nostra Lonely Planet. Potete richiedere una visita guidata ma credo sia più piacevole assaporarla da soli, sarete voi a scandire i tempi e soffermarvi dove più vi aggrada.

 

 

 

 

 

Per pranzo ci fermiamo in un “ristorante” se così si può definire che era tutto un programma. Il titolare pur non parlando una parola di inglese si è dimostrato da subito molto simpatico e la bontà del cibo insuperabile: pancakes, zuppa di noodles con gamberi. In cucina si destreggiava tra due fornelli una donnina che ondeggiava su alte zeppe e con tanto di borsetta a tracolla! Della serie: al look  non rinuncio!

Il momento topico arriva dopo aver pagato il conto, il proprietario che ripeto, non parlava una parola di inglese riesce a venderci solo mimando e aiutandosi con qualche schizzo abbozzato su un tovagliolino di carta un tour in scooter dalle 3 alle 18 per visitare le 2 tombe principali della dinastia dei Nguyen e la pagoda di Thien Mu.

Che il tour si sviluppava in scooter era chiaro dal disegnino di 2 ruote, un omino che guidava e il fumo che usciva..!!! Ci indica che la visita delle tombe era a pagamento grazie al tipico gesto internazionale, sfregando pollice, indice e medio assieme verso l’alto.

Sulla mappa ci ha indicato dove ci saremmo fermati e fare foto perchè il posto era bellissimo (pollice rivolto verso l’alto) e dove avremmo tirato dritto perché non ne valeva la pena (pollice rivolto verso il basso). Sono rimasta talmente incantata dalla fatto che era la persona che fino ad ora ho capito meglio che non ho saputo dirgli di no! Contrattiamo il prezzo e quasi senza rendermene conto ero di nuovo in sella ad uno scooter, con un signore con cui avrei passato le prossime 3 ore e comunicato a gesti!

Se me lo avessero raccontato non ci avrei creduto!

Sfrecciamo nel traffico senza regole di Huè e ci dirigiamo verso la foresta.

Mi rendo conto solo ora che la città è circondata da dolci e verdi montagne che rendono il paesaggio molto rilassante. Costeggiamo il fiume dei profumi e deviamo passare vari battelli turistici.

Le Tombe Nguyen

Il sito dedicato alle tombe dei re della dinastia Nguyen è imperdibile, anche solo per ammirare il paesaggio, chilometri e chilometri di rigogliosa e verdissima giungla dalla quale spuntano queste incredibili opere, testimonianza di un glorioso passato. E pensare che noi inizialmente le aveva snobbate, poi il destino…

Le tombe sono in totale 7, costruite fra il 1814 e il 1931, ognuna è espressione della personalità unica del re a cui è dedicata. Veniva progettata nei minimi dettagli durante la vita del sovrano, e si sarebbe trasformata in palazzo reale al sopraggiungere della sua morte.

Assieme alla città imperiale sono i monumenti più belli di tutta Huè.

Noi visitiamo solo due le più importanti: Tu Duc e Khai Dinh, l’ingresso è a pagamento per entrambe

La tomba dell’imperatore Tu Duc è la più famosa e quindi più affollata. Fu l’imperatore stesso a progettarlo tra 1864 ed il 1867, allo scopo di costruire una residenza da sfruttare prima e dopo la propria morte. Un complesso di palazzi e templi sparsi in un’area di 12 ettari tra boschi di pini e frangipani. Molti degli edifici originali sono stati demoliti durante la guerra ma sono rimaste intatte costruzioni di enorme interesse. Il principale è il Padiglione della Stele così chiamato perché conserva una lastra di pietra di 20 tonnellate su cui è incisa la biografia di Tu Duc scritta dall’imperatore stesso. Tu Duc trascorse la vita nello sfarzo più sfrenato, ebbe ben 104 moglie e altrettante concubine ma nessun erede.

 

 

 

 

 

 

La Tomba di Khai Din è un monumento sulla collina che si differenzia molto dagli stili apprezzati fino ad ora.
Il legno e i laccati sono stati sostituiti dalla pietra, una pietra annerita che conferisce al luogo un inatteso aspetto gotico. Khai Din fu il penultimo imperatore del Vietnam, dal 1916 al 1925 la costruzione della sua tomba richiese ben 11 anni. Testimonianza storica molto importante perchè illustra come l’influsso francese abbia agito sul governo vietnamita, tanto da modificarne anche lo stile architettonico. Un faticosa scalinata conduce ad un primo cortile, il cortile d’onore caratterizzata dalla presenza di numerose statue di mandarini il cui scopo simbolico è proteggere la tomba che si raggiunge salendo altre tre rampe di scale, custodita in un edificio riccamente adornato da ori e pietre preziose che rendono il tutto un po’ kitsch ma senza dubbio di grande impatto.

 

 

 

 

 

 

 

E per finire facciamo visita alla pagoda Thien Mu, nota anche come Linh Mu (pagoda della donna celeste) qui l’ingresso è gratuito. Una torre alta ventuno metri dalla pianta ottagonale, vi darà il benvenuto per la visita di uno dei principali centri culturali e religiosi del Paese. I sette piani della torre rappresentano le diverse reincarnazioni del Buddha. Thien Mu letteralmente vuol dire “Signora Celeste”. Una leggenda vuole che nel 1601 una donna mistica decretò che chiunque avesse fondato una pagoda su questa altura (bellissima, che affaccia sul Fiume dei Profumi) avrebbe avuto una grande dinastia.

 

 

 

La pagoda diventò tristemente famosa nel 1963 quando, il monaco Thich Quang Duc, lascio Thien Mu a bordo della sua Austin azzurra e a Saigon si diede fuoco in segno di protesta contro il regime sud vietnamita che opprimeva il buddhismo. L’eco mondiale fu enorme ma nulla cambiò per molti anni ancora. L’auto del monaco è custodita qui, proprio dietro l’edifico principale.

A dispetto di questo triste episodio la pagoda è un luogo molto tranquillo dalla cui terrazza si cui si gode una splendida vista sul fiume Huong Giang. All’interno della pagoda vivono una dozzina fra monaci e novizi. La pace e la serenità regnano sovrane.

Cucina

Ricordatevi che Hué è la raffinata capitale gastronomica del Paese.

Vanta una delle cucine più ricche e variegate del Vietnam, con molti piatti tipici che si possono assaggiare solo qui. Una delle zuppe tradizionali più diffuse in Vietnam ha origine proprio qui, il Bun Bo Hue, che a volte troverete sotto il nome semplificato di Bun Bo. Una zuppa calda e piccante, con spaghetti di riso e carne di vitello. La zuppa è nota per il perfetto accostamento di sapori forti e salati a gusti più dolci e delicati. Un agrodolce ben bilanciato in cui prevale il retrogusto di citronella (lemon grass). Anche gli involtini primavera, il più classico dei piatti vietnamiti, ad Huè hanno un sapore diverso, qui sono chiamati nem cuon Hue e sono ripieni di carne di maiale, patate, spinaci e diverse erbe aromatiche.

Il complesso monumentale di Huè è magnifico, la città invece ho avuto l’impressione che non offra granché, ad eccezione della cucina. Una giornata di permanenza, meglio due fare le cose con calma, è sufficiente. La mattina seguente ci dirigiamo verso il piccolo aeroporto di Huè per dirigerci verso Hanoi, dove ci aspettano altre meravigliose scoperte.

 

Informazioni utili per visitare Hué

La città è a misura d’uomo e si gira tranquillamente a piedi. Per visitare le tombe, più distanti, consiglio di prenotare un escursione guidata in barca o con un’auto privata, come abbiamo fatto noi, contrattando un motorino con autista. Per i meno pigri, se il tempo lo permette, potete valutare il noleggio di una bicicletta. Le strade sono tutte in piano e le tombe principali distano circa una decina di chilometri dal centro ma molto dipende dal periodo in cui visitate Hué. Ad Agosto fa talmente tanto caldo che potreste sciogliervi prima di arrivare a destinazione.

A proposito dei clima, vi dicevo nel post sui consigli per organizzare…che è molto difficile determinare una stagione ideale per visitare il Vietnam: nello specifico Hue è la città che registra una media di precipitazioni annue più alte dell’intero paese, il periodo più piovoso da cmq da ottobre a dicembre e la città può rimanere per giorni sott’acqua. Detto questo violenti temporali possono scatenarsi in qualsiasi periodo dell’anno. Noi, che come sempre siamo l’eccezione, nel bene e nel male, non abbiamo visto una goccia a dispetto di tutte le altre citta visitate!

Per dormire consiglio l’ Alba Spa, a dieci minuti a piedi dal centro. Prenotato direttamente su booking. Offre sistemazioni confortevoli, spaziose e luminose, con arredamento piacevole ed accurato dai colori neutri. Molto bella la Spa con un’atmosfera rilassante e una Jacuzzi gratuita aperta fino alle 22. Abbiamo usufruito anche del centro massaggi e sono stati bravissimi. Alla reception era possibile organizzato tour con autista privato per la visita della cittadella, delle tombe e la pagoda ma noi abbiamo preferito farlo in autonomia.

Non nutrivo nessuna aspettativa su Huè e forse è per questo che mi è piaciuta tanto!

 

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