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Asia & India & Travel

Taj Mahal, una storia d’amore

Non ho un animo eccessivamente romantico ma inaugurare il mese di febbraio, il mese degli innamorati e di San Valentino, con un post dedicato al Taj Mahal, il mausoleo dell’amore eterno per eccellenza, mi sembrava alquanto appropriato. Il Taj Mahal nasce infatti dal grande amore che un uomo nutriva per la sua donna.

Quando ho annunciato agli amici che sarei andata in India una delle prime domande è stata: “ Vai anche al Taj Mahal, vero”? L’India non è solo Taj Mahal, ma nell’immaginario comune è sicuramente una delle prime icone che balza alla mente, dopo tutto è uno dei monumenti più conosciuti e visitati al mondo.

Lo si vede rappresentato ovunque, nei libri di storia, nei depliants turistici, nei libri di geografia tanto da pensare di conoscerlo ancora prima di arrivare ma per quanto ci si sforzi la bellezza del mausoleo dal vivo è tale da rendere vano ogni tipo di sforzo immaginativo. Il Taj Mahal è l’edificio più straordinario che io abbia mai visto, puro, candido, dalle proporzioni perfette. Solo la forza dell’amore poteva essere in grado di creare un capolavoro di tale incanto e perfezione.

Ma andiamo con ordine.

La mia fervida immaginazione mi portava a pensare che essere su un volo il 31 Dicembre, e per di più diretto a Delhi, avesse qualcosa di apocalittico. L’influenza dei media alle volte è determinante nello scatenare psicosi. L’India mi chiamava, ma per la prima volta in vita mia avevo una paura folle di volare. Inoltre i ricordi ormai offuscati del viaggio precedente mi presentavano solo il peggio. Eppure l’India mi aveva scosso nel profondo e sapevo che quello che avevo visto era solo uno strato superficiale, dovevo scavare, andare più a fondo e fare pace con questo paese assurdo. E cosi la mattina del 1 gennaio 2017 mi ritrovo nell’aeroporto di Delhi, assonnata dal lungo volo e alla disperata ricerca dell’autista che mi avrebbe dovuto accompagnare ad Agra.

È una mattina fredda e bigia, cosi bigia che mi sembra quasi di non essermi mossa da casa, dove quest’anno la presenza della nebbia ha battuto tutti ogni record. Mi aspettano un bel po’ di ore di macchina, ma non sono cosi dispiaciuta all’idea di recuperare le ore di sonno perse in volo.

Purtroppo nell’India del Nord il tempo è dilatato, le strade non sono asfaltate e sono occupate da cani, e mucche che si aggirano liberamente e da ogni mezzo con almeno due ruote. Un villaggio dopo l’altro arrivo ad Agra nel primo pomeriggio.

Il Taj Mahal è il simbolo dell’amore eterno ma se pensate che Agra sia una città romantica siete totalmente fuori strada. Ad Agra, cosi come nella maggior parte delle grosse città indiane, il caos e il traffico sono pazzeschi. L’Hotel dove avrei alloggiato era a due passi a piedi dal Taj Mahal ed entrando in città ho avuto un tuffo la cuore vedendo che la segnaletica stradale indicava solo 1 km all’arrivo. Peccato che percorrere quel km ci sia voluta una mezz’ora abbondante!

Ma la bellezza del Taj Mahal è tale che avrei sopportato di passare in auto anche l’intera giornata. Non a caso il Taj Mahal è considerato una delle sette meraviglie del mondo moderno, e parte del suo magnetismo è dovuto alla leggenda che lo avvolge. Se non la conoscete, eccola in breve:

Il Taj Mahal fu costruito dal quinto imperatore Mughal , Shah Jahan, nel 1631 in memoria della sua seconda moglie, Mumtaz Mahal, una principessa originaria della Persia, che mori poco dopo aver dato alla luce il loro quattordicesimo figlio. La sua morte fu cosi tragica per l’imperatore che i suoi capelli e la sua barba nel giro di pochi mesi diventarono completamente bianchi per il dolore. Mentre Mumtaz Mahal era ancora in vita, aveva chiesto all’imperatore di farle quattro promesse nel caso in cui fosse morta prima di lui. Per prima promessa gli chiese di costruire il Taj; la seconda era che si sarebbe dovuto sposare di nuovo per dare una nuova mamma ai loro figli; la terza promessa era che sarebbe sempre stato buono e comprensivo con i loro figli; e la quarta, che avrebbe sempre visitato la sua tomba nell’anniversario della sua morte. La costruzione del Taj Mahal iniziò nel 1631 ed venne completata in 22 anni. Si stima siano stati utilizzati più di mille elefanti per trascinare i pesantissimi marmi e, leggenda vuole, che a tutti i lavoratori impegnati nella titanica impresa furono amputate le mani al termine della costruzione, per assicurarsi che l’opera, non fosse mai più ripetuta.

Una volta passati i mille controlli lo si intravede fin dall’ingresso, oltre la grande e maestosa porta, che conferisce al complesso un atmosfera imperiale e suggestiva.

Vengo accolta da bellissimi giardini con fontane e canali, dove il Taj Mahal si rispecchia quasi vanitosamente. È talmente bello e magnetico che a fatica si riesce a distogliere lo sguardo da quelle forme così perfette.

Il poeta indiano Tagone lo ha definito “una lacrima di marmo ferma sulla guancia del tempo”.

Mai letta una citazione più poetica ed evocativa di questa.Il Taj Mahal sorge su una base di pietra arenaria rossa, sormontata da un enorme cupola, affiancata da quattro minareti affusolati di oltre 40 metri di altezza. Sono stati costruiti con una leggera pendenza verso l’esterno cosicché, in caso di terremoto, non sarebbero crollati sul Taj Mahal.

Per la costruzione del Taj Mahal si utilizzó marmo bianco e ventotto tipi di pietre preziose provenienti da tutta l’Asia: turchesi dal Tibet, lapislazzuli dall’Afghanistan, zaffiri dallo Sri Lanka, diaspro dal Punjab, marmo bianco dal Rajasthan, cristalli e giada dalla Cina. I materiali con cui è stato costruito e la sua posizione vicina al fiume Yamuna, permette un magico gioco di luci e colori. In base alle stagioni e all’alternarsi del giorno e della notte il Taj Mahal cambia realmente colore rosato al mattino, bianco-argento alla sera, dorato quando sorge la luna. Quasi a voler rispecchiare il carattere mutevole di una donna, almeno così si dice in India.
 Mi tolgo le scarpe ed entro nel mausoleo, dove si trovano le tombe della principessa Mumtaz e quella dell’imperatore, Shah Jahan, sepolto qui dopo la sua morte avvenuta nel 1666. Entrambe le tombe sono però vuote, i corpi dei sovrani sono stati trasferiti nella cripta sotterranea.

Due moschee, in arenaria rossa fiancheggiano il Taj Mahal e rappresentano un importante luogo di aggregazione e di preghiera.


Girando dietro alla struttura, vedrete il fiume Yamuna, dove si trova il parco Moghul Mehta Bagh. Non è sempre possibile accedervi, ma da li potrete ammirare il Taj Mahal da un’altra bellissima prospettiva.

Potrebbe capitarvi, come è successo a me questa volta, che il Taj Mahal sia parzialmente coperto da lavori di restauro. Non preoccupatevi, è ugualmente impressionante. Per farvi capire meglio la differenza ho volutamente utilizzato anche le foto scattate durante il primo viaggio. Certo, senza impalcature è meglio ma non rinunciate a visitarlo solo per questo.

Verrete fermati ogni due passi da indiani che vorranno fare una foto ricordo con voi o che vi chiederanno di essere immortalati dalle vostre reflex. All’inizio vi potrà sembrare uno scherzo ma per loro è un vero onore poter fare una foto o scambiare qualche parola con un occidentale. Non siate troppo rigidi, sorridete e state al gioco. Nonostante abbia avuto la fortuna di visitare il Taj Mahal per ben due volte, sono stata coinvolta in talmente tante foto di gruppo che alle fine, nella confusione generale, mi ritrovo senza una foto mia decente! Ironia della sorte.

Trattandosi di uno dei monumenti più visitati al mondo, purtroppo il complesso è sempre molto affollato e questo può rendere influire negativamente sulla vostra visita, perché diciamolo, senza voler cadere in etichette culturali, gli indiani quando vogliono sono molto molto più rumorosi e maleducati di noi italiani.

Esiste un momento migliore per visitarlo dunque?

In genere consigliano di visitarlo all’alba, essendo il momento di minore affluenza e questa era la mia idea ma l’Hotel mi ha consigliato di visitarlo subito appena arrivata perchè in inverno le mattine sono caratterizzate da una fitta nebbia e il rischio era di non riuscire a vedere proprio nulla se non la sua sagoma.

A malincuore ho seguito le loro raccomandazioni e nonostante i controlli per entrare siano stati rapidi credo che metà India si fosse data appuntamento li.

Riassumendo, molto dipende dal clima, dal periodo e sempre e comunque da un minimo di fortuna.

Informazioni utili per visitare il Taj Mahal

  • La visita al mausoleo è consentita tutti i giorni escluso il venerdì, perciò attenzione a come organizzate il vostro viaggio. E’ inoltre possibile visitarlo di notte durante il plenilunio ma il numero di visitatori ammessi è limitato. Per maggiori informazioni potete consultare il seguente sito http://asi.nic.in/
  • Il biglietto di ingresso costa 750 rupie, circa 10 euro per tutti gli stranieri, gli indiani hanno invece diritto ad un prezzo ridotto.
  • La fila per entrare è spesso lunga e lenta, armatevi di pazienza.
  • I controlli sono rigidi, non è possibile introdurre zaini o treppiedi.
  • Come nella maggior parte dei monumenti indiani, alcune aree del Taj Mahal si visitano a piedi scalzi, in alternativa potete sfruttare i copriscarpe che vi verranno consegnati assieme al biglietto.
  • Attenzione al folto gruppo di scimmiette che troverete ai cancelli. Sono molto voraci e non si fanno troppi problemi a curiosare nelle vostre borse se per sbaglio le appoggiate per terra.

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