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Trekking in Liguria: Da Riva Trigoso a Moneglia passando per Punta Baffe

Si riprendono le buone abitudini e le camminate domenicali alla scoperta del territorio ligure.

Un itinerario non molto conosciuto ma gradevole è quello che collega Riva Trigoso a Moneglia e che ovviamente può essere percorso in entrambe le direzioni.

Il paesaggio è splendido tutto l’anno ma sicuramente è al massimo del suo splendore in autunno, quando le migliaia di piante di corbezzoli che ricoprono l’intera zona sono cariche di succosi frutti rossi.

Essendo poco frequentato dai turisti quello che più mi ha colpito è la totale assenza di qualsiasi rumore. Il silenzio era rotto solo, ad ogni passo, dall’attrito degli scarponi sul pietrisco. Se non fosse stata per questa trascurabile interferenza avrei sospettato di essere diventata sorda tutto di un colpo.

Dalla stazione ferroviaria di Riva Trigoso, girando a destra, si segue la strada che porta verso il centro del paese e il mare. Oltrepassato il ponte della ferrovia si prosegue sempre dritto, costeggiando un cantiere navale fino all’altezza del cimitero. Qui si imbocca la strada sulla sinistra contraddistinta dal segnavia FIE “OO” ( due bolli rossi).
La prima parte del percorso si svolge su strada asfaltata ma non mancano gli scorci sul mare e il golfo di Riva.
Peccato per il cantiere navale che conferisce al panorama un sapore un po’ troppo industriale e ruba gran parte della superficie di questo bel litorale.

È ben visibile il promontorio di Punta Manara, che collega Riva con Sestri Levante e per i più allenati potrebbe essere un valido punto di partenza alternativo.

Il sentiero parte dal centro di Sestri levante. Da Via XXV Aprile si imbocca il Vico del Bottone e si prosegue sulla salita della Mandrella. La prima parte del sentiero è abbastanza ripida ma la vista che si apre sulla baia del silenzio è talmente bella che verrete ripagati di tutte le fatica. Il sentiero si fa poi più dolce fino al bivio per Punta Manara e Riva Trigoso. Per maggiori info potere vedere il post dedicato cliccando QUI.

Ma torniamo al nostro percorso. Passato il cimitero si risale ancora un tornante e la strada si trasforma in sterrato, qui inizia il sentiero vero e proprio, immerso nella macchia mediterranea e in un bosco di corbezzoli!

Mai visti tanti in tutti assieme. Devo assolutamente tornare in autunno. Il verde dei corbezzoli contrasta con il promontorio, reso brullo da un tremendo incendio che nel Settembre del 2004 ha devastato la zona. Per fortuna la natura si sta, lentamente, riaffermando anche se le cicatrici sono ancora evidenti.

La salita è costellata di rocce sporgenti, opportunamente levigate nei punti di maggior passaggio.

Proseguendo in quota raggiungiamo un bivio che dopo altri 10 minuti di cammino conduce Punta Baffe, antica torre di avvistamento della Repubblica di Genova, ora ristrutturata ed adibita a bivacco. Qui il colpo d’occhio che abbraccia il golfo è notevole.

A questo punto avete tre alternative:1.Tornare al bivio e proseguire verso l’interno attraverso il sentiero classico verso Moneglia fino ad un nuovo incrocio e un area attrezzata, ottima per il pranzo al sacco.

2. Oltrepassare punta Baffe e seguire le indicazioni per il Parco sul mare Nua Natua. Avevo letto che la discesa non è delle più facili ma conduce ad un posto magico, chiamato Salto nel blu, una scogliera sul mare famosa tra gli arrampicatori. Qui avrete la possibilità di pranzare in un agriturismo in mezzo al verde a pochi metri dal mare con una vista mozzafiato. Credo dovrò tornare e non solo per i corbezzoli!

3. Proseguire verso il Monte Moneglia sul sentiero che continua sul mare e dopo circa 20 minuti si arriva al crocevia già citato nel punto 1. Noi optiamo per questa soluzione.

Al bivio, ancora una volta potete scegliere se proseguire verso il Monte Moneglia, piegando a sinistra o tenere la destra e seguire le indicazioni per il Monte Comunaglia. A noi piacciono le salite e puntiamo alla vetta del monte Moneglia.

Anche questo promontorio é stato devastato dal terribile incendio del 2004 di cui, ancora oggi, sono ben visibili i segni ma alcuni lembi di vegetazione si sono salvati e stanno lentamente riprendendo possesso del terreno. Ci vorranno ancora diversi decenni prima che la zona possa tornare al suo splendore originale ma è interessante osservare come la natura a distanza di tempo tenta di riconquistare gli spazi perduti.

Incrociamo un gentilissimo signore del posto a cui chiediamo informazioni sullo stato del sentiero in cresta; rammaricato ci incita a tornare sui nostri passi e proseguire sul percorso in costa. Purtroppo le condizioni del sentiero sono in stato di abbandono e un itinerario che sarebbe bellissimo è al momento poco fruibile. Speriamo possano ripristinarlo a breve.

Facciamo quindi ritorno al crocevia che ci siamo da poco lasciati alle spalle e proseguiamo lungo il sentiero a mezza costa.

Il tratto iniziale è quasi in piano, in seguito si affrontano diversi sali scendi.

 

In alcuni punti il passaggio è reso difficoltoso dai rami delle piante e dei cespugli che si stanno riappropriando del territorio. Nulla di impossibile, basta andare piano e prestare un poco di attenzione vista la scarsa larghezza del sentiero.

Proseguite sempre dritto sulla pista principale verso Moneglia, ignorando alcuni bivi, come quello che conduce a Punta Moneglia.

Il sentiero nel tratto finale ritrova l’asfalto e si congiunge ad un ampia strada carrozzabile. Siete praticamente arrivati.

Se il tempo ve lo permette proseguite verso il mare e il centro di Moneglia, altrimenti in prossimità di due strutture alberghiere girate a sinistra e in pochi minuti, seguendo le indicazioni, raggiungerete la stazione ferroviaria.

In definitiva, una bellissima giornata, una parentesi rigenerante prima di fare ritorno all’ umidità della pianura. Il dislivello è di circa 400 mt e complessivamente occorre prevedere circa 4 ore, a passo tranquillo e con varie soste lungo i punti panoramici che si incontrano.

 

3 Comments

  1. Franca Uberti

    1st Feb 2017 - 18:40

    Sulle 4 ore avrei qualcosa da dire!!!la giornata bellissima,cielo azzurro,ma che fatica…..!????

  2. Fabio

    26th Ott 2017 - 22:52

    Bellissimo come sentiero, fatto più volte, ho la fortuna di viverci. Volevo scriverti perché purtroppo l’incendio che ti riferisci del 2004 era passato, è nuova vegetazione era cresciuta e rigogliosa, stavano crescendo più forti che mai, purtroppo quello che hai visto più avanti si tratta di un nuovo incendio accaduto l’anno scorso ancora più tremendo di quello vecchio. Vedendo la data hai mancato quel nuovo incendio di 3 mesi, visto che era il settembre 2016. Purtroppo una distrazione di qualcuno ha causato tutto questo :(. Comunque come hai scritto la natura ha forza di ricrescere, dalla cenere trova nuova linfa, si spera solo che lo faccia il prima possibile. Un saluto …

    • Maria Paola Salvanelli

      27th Ott 2017 - 23:35

      Ciao Fabio, grazie per il tuo commento e la precisazione, mi hanno decisamente informato male. Questi incendi che devastano il territorio sono una piaga terribile, e dire che alle volte basterebbe cosi poco per evitarli e proteggere una natura tanto bella quanto fragile. Mi auguro di tutto cuore che la vegetazione possa presto tornare a risplendere rigogliosa, e non tanto per una questione estetica ma per sancire la sua vittoria sulla stoltezza umana. Grazie e un saluto.

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