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Curiosa, entusiasta, sempre in movimento. Da quando ho iniziato a viaggiare non ho piu smesso! Se vuoi conoscermi meglio clicca sulla mia foto.

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Asia & India & Travel

India, brainstorming da rientro

Nel 1962 Alberto Moravia scriveva, nel suo celebre libro “Un’idea dell’India”, che quando si va in questo paese non ci si diverte e neppure ci si annoia, si fa un’esperienza.

Appunto, l’esperienza dell’India.

Non potrei essere più d’accordo. Difficile spiegare a chi non c’è mai stato l’India, un paese che va vissuto sulla propria pelle e per quanti libri potremo leggere sull’ argomento non saranno mai sufficienti per prepararci a quello che vedremo quando ci andremo.

Prima di iniziare a scrivere questo post mi sono preparata un ginger honey lemon hot tea, nella speranza che il profumo e sapore inconfondibile di questa bevanda mi riportasse almeno mentalmente il più lontano possibile da questa stanza. Quanti litri ne ho bevuti in India!

Avere una tazza bollente tra le mani mi rilassa e scioglie i miei pensieri, spesso ingarbugliati. Ormai è passata quasi un’ora, la mia tisana è finita ed io continuo a sfogliare le pagine del mio taccuino di viaggio con le note appuntate qua e là ma trovare un senso logico a quello che l’India ti smuove dentro non è per niente facile, per questo credo lascerò semplicemente che i ricordi sgorghino liberi, assecondandone il flusso sulla tastiera.

Sono tornata da una settimana dal mio secondo viaggio in India, nei prossimi post vi fornirò tutte le informazioni necessarie per organizzare un viaggio in questo paese e vi racconterò nel dettaglio dei luoghi visitati ma per il momento lascio parlare il cuore.

Il mio primo viaggio in India, due anni fa, ha rappresentato una parentesi di vita che, nel bene e nel male, non dimenticherò mai. Ero partita febbricitante, in condizioni fisiche talmente pietose che molto probabilmente sarei stata in difficoltà ad affrontare anche un viaggio a tutto relax in un atollo delle Seychelles. Invece stavo andando in India. Ho provato sensazioni fortissime, muovendomi all’ interno di un mondo con regole talmente assurde da non sembrare reale.

 

Nonostante non fosse stata un’ esperienza particolarmente positiva sentivo che dovevo tornare. Da un lato ne avevo paura, dall’ altro ne ero affascinata. Era come se avessi un conto in sospeso con questa terra, mille domande, mille dubbi da chiarire. Molte risposte, tuttavia, non le ho avute e mai le avrò, probabilmente nemmeno se ci tornassi 1.000 volte. Il popolo indiano è come un rebus senza soluzione, vai avanti e provi a decifralo e quando credi di essere arrivata alla soluzione finale ti rendi conto che in realtà non hai capito proprio nulla.

L’India (del Nord nel mio caso) non è solo il Taj Mahal ed i magnifici palazzi e forti del Rajasthan.

Ad un primo sguardo l’India ti annienta: c’è caldo, la gente è ovunque, c’è casino, smog, sporcizia, fogne a cielo aperto in mezzo alle città, rifiuti, escrementi, mucche che con indifferenza camminano in mezzo alla strada bloccando il traffico e se non stai attento ti becchi pure qualche cornata. Gli slum, i finti santoni che chiedono l’elemosina, un miliardo di persone che vivono in un territorio che sprigiona vita in ogni centimetro quadrato. Non è un popolo violento ma è appiccicoso, la gente appena vede un turista lo tormenta per ore.

 

Poi però vieni ammaliato dai suoi paesaggi color pastello, dai colori sgargianti dei sari delle donne che svolazzano ad ogni loro movimento, da una luce cosi unica che non ho trovato in nessun altro luogo, dai sorrisi dei bambini e dagli occhi delle persone, cosi caldi che ti entrano dentro e ti squagliano tutti i sentimenti.

   

È un posto magico, enigmatico, duro e faticoso, o la odi o la ami, ma se quest’amore ti prende non ti lascia mai più.

L’India non va capita né giustificata, va solo vissuta. Prima di partire ricordate di lasciare a casa tutti i vostri pregiudizi. È un mondo lontano anni luce. Quello che per noi è normale per loro è illogico. Quello che per loro è normale a me ha irritato, scatenando più di un attacco isterico.
Durante il viaggio in India credo di aver sperimentato tutto il ventaglio di emozioni umanamente possibili. Le ho provate ogni giorno e a più riprese.

Da sempre si sono dette e scritte tante cose. Tutto quello che avete sentito dire di negativo sull’India è vero. Tutto quello che avete sentito dire di positivo, anche. Io ho deciso di affrontarla con tolleranza e mente aperta, senza giudicare. È la chiave per non rovinarsi il viaggio. Per affrontare l’India bisogna armarsi di tanta, tantissima pazienza, perché alle volte contare fino a dieci non è sufficiente, qui occorre contare fino a cento.

  

Se vi hanno raccontato di aver visitato questo paese senza difficoltà e intoppi, non ci sono dubbi, stanno mentendo. Ma non fraintendetemi, io ho amato l’India ed è un luogo nel quale tornerò a tutti i costi.

Capire l’India sarebbe stato impossibile, ma quando ho deciso di non porre più resistenze, quando le ho aperto il mio cuore ed ho deciso che cosi era perchè non poteva essere altrimenti, il suo popolo straordinario, o almeno una parte di esso, mi ha fatto sentire la benvenuta, in alcuni momenti quasi una divinità.

  

Concludo con una citazione di Terzani che avevo letto prima di partire. Subito non l’avevo capita del tutto ma con il senno di poi credo che non potrei trovare parole più adatte per descrivere quello che l’India ha suscitato in me:
Chi ama l’India lo sa: non si sa esattamente perché la si ama. È sporca, è povera, è infetta; a volte è ladra e bugiarda, spesso maleodorante, corrotta, impietosa e indifferente. Eppure, una volta incontrata non se ne può fare a meno. Si soffre a starne lontani. Ma così è l’amore: istintivo, inspiegabile, disinteressato. L’India, a meno di odiarla al primo impatto, induce presto a questa esaltazione: fa sentire ognuno parte del creato. In India non ci si sente mai soli, mai completamente separati dal resto. E qui sta il suo fascino“. (Tiziano Terzani, L’ultimo giro di giostra)

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