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Curiosa, entusiasta, sempre in movimento. Da quando ho iniziato a viaggiare non ho piu smesso! Se vuoi conoscermi meglio clicca sulla mia foto.

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Da Riomaggiore a Manarola per la via Beccara

La Via Beccara è l’antica strada di collegamento tra Riomaggiore e Manarola, l’unico collegamento terrestre tra i borghi di Riomaggiore e Manarola prima della costruzione della Via dell’Amore, attualmente chiusa a causa di una frana, da quando la devastante alluvione che ha colpito le Cinque Terre nell’autunno del 2011, ha distrutto o reso impercorribili molti sentieri

La Via dell’Amore era il sentiero più corto e il pezzo più famoso del Sentiero Azzurro, il percorso lungo la costa che collega tutti i cinque borghi delle Cinque Terre. Oggi, con la chiusura della Via dell’Amore, l’antico sentiero Beccara (numero 531) viene contrassegnato come un percorso alternativo ma la sua esistenza risale ai primi del 1900, un tracciato particolarmente impervio ma davvero spettacolare. Consente di capire quanto fossero difficili i collegamenti tra questi paesi, che per la natura del territorio sono rimasti ai margini dallo sviluppo e per questo oggi sono diventati così attraenti. La Via Beccara è quel sentierino ripido che si intravede dietro la casa in sasso.

Ormai lo avrete capito, oltre ad avere una predilezione per la Liguria, amo camminare.
Camminare è per me è terapeutico, è un viaggio lento e spensierato. Camminare interrompe la noiosa della routine settimanale, lo sterile e deleterio pendolarismo casa-lavoro, la schiavitù della connessione 24 ore su 24. Un passo dopo l’altro ci si rimette in sintonia non solo con il mondo ma principalmente con se stessi. Camminare, un pò come viaggiare, è una droga, un esercizio che tutti i medici di famiglia dovrebbero prescrivere come un esercizio obbligatorio già in tenera età.

È venerdi 9 dicembre e quando raggiungo Riomaggiore il borgo sta ancora dormendo

 Come da tradizione faccio un giro alla marina dove l’unica presenza umana è un anziano pescatore che con calcolata lentezza sta preparando gli ami per l’uscita in barca
È raro poter godere di questa pace in luoghi che sono abituata a vedere sovraffollati. Mi siedo su uno scoglio e contemplo l’orizzonte
  
Quando il pescatore prende il largo sulla sua barchetta rimango completamente sola ad eccezione di alcuni gabbiani che si scaldano ai raggi di un tiepido sole. Sarei rimasta li per ore ma siamo pur sempre a Dicembre e lo stare fermi presenta subito il conto, mani e piedi gelati. Meglio muoversi
 

Torno verso la stazione di Riomaggiore e imboccando Via Telemaco Signorini, mi allontano dal caratteristico borgo di Riomaggiore con le sue case alte strette e colorate che scendono fino al mare

L’imbocco del sentiero non è tanto ovvio, perché non è segnalato da nessuna parte. Per sicurezza chiedo a due signore che non hanno l’aria di essere turiste e che sta scendendo verso la stazione chiacchierando amabilmente. Mi indicano la direzione giusta, dove trovo i primi segnavia bianchi e rossi

 
Salendo delle scale, arrivo al parcheggio di un condominio e di lì imbocco il sentiero, che è subito molto stretto e un pò esposto, nella migliore tradizione del luogo. Attraverso un ponticello in pietra costruito sopra l’alveo di un ruscello il Rio Maior ( da cui deriva il nome del borgo) e da qui comincia un’erta e sconnessa gradinata
A dirla tutta mi complico ulteriormente la vita imboccando un sentiero semi nascosto dalla boscaglia. Avevo letto che il primo pezzo non era ben segnalato ma non credevo dovessi munirmi di macete. Mi fermo per riprendere fiato e volgo lo sguardo sul versante opposto al complesso di moderni condomini che mi sono da poco lasciata alla spalle. Per fortuna un signore che stava portando a spasso il cane gesticola animatamente e mi fa capire che ho imboccato il sentiero sbagliato. Se avessi continuato mi sarei ritrovata molto probabilmente incastrata in mezzo ai rovi. Torno sui miei passi e trovo l’imbocco del sentiero corretto.

L’attacco del sentiero è di quelli da infarto, la scalinata di pietra sale quasi verticale dritta sul crinale, metto a dura prova gambe e fiato

Anche se la strada non è lunga è necessario superare più di 600 gradini per risalire il colle Corniolo che separa Manarola da Riomaggiore per poi ridiscendere

Nonostante l’aria frizzante inizio a sudare, con la gamba ancora dura e il cuore che annaspa sembra davvero impossibile arrivare fino in cima al crinale.La fatica si fa sentire tutta, ci sono parecchie rampe di gradoni irregolari e in alcuni punti son state messe delle funi o dei corrimano per agevolare la salita

Arrivata sulla costa del Corniolo però vengo ampiamente ripagata dal panorama spettacolare su tutta la costa. Sotto di me a strapiombo sul mare, si vede anche la Via dell’amore con le varie frane che la rendono impercorribile

Anche se meno “fotogenico” è ben visibile il lungo ponte della strada provinciale

Salendo si attraversano diversi vigneti terrazzati che sono il bene più prezioso delle Cinque Terre.
Queste sono le colline del vino buono e del famoso passito Sciacchetrà. Ci sono vari cancelletti per proteggere le culture dai cinghiali e per agevolare il lavoro nei vigneti vengono usate le monorotaie a cremagliera

 
Abbondano cartelli scritti a mano che intimano di stare al di fuori delle proprietà private. Molte di queste sono poi chiuse da recinti elettrici, che dalle dimensioni sembrano più pensati come deterrente per un umano che per un agile capriolo o un possente cinghiale
 

Raggiungo la cima con il cuore in gola, qui finalmente il pendio si fa più dolce

La costa del corniolo è una terrazza panoramica molto affascinante

La discesa non è meno faticosa, il sentiero è largo quanto basta a una persona magra

Anche questo versante è caratterizzato da gradoni rompicollo ma almeno si alternano a qualche tratto in piano dove è possibile riposare le ginocchia

La vista da qui è impagabile

Scendendo dal versante che guarda Manarola è ben visibile il suo famoso Presepe, opera paziente di un ex ferroviere, Mario Andreoli, che l’ha realizzato con materiale di recupero, un capolavoro di riciclaggio di cavi, lampadine e neon. Ogni paese ha le proprie tradizioni natalizie. In Italia, si usa rappresentare delle scene della nascita di Cristo e a Manarola ogni anno viene realizzato il presepe più grande nel mondo

L’ inaugurazione solenne avviene l’8 dicembre ed è accompagnata da spettacolari fuochi artificiale, mentre la data di chiusura cambia di anno in anno, ma di solito è verso fine gennaio/primi di febbraio.

Ve ne avevo già parlato in questo post

Giunta a Manarola, con le gambe ancora tremolanti mi dirigo verso il forno, la fatica va sempre premiata e dopo questa salita (e discesa) micidiale un pezzo di farinata mi sembra il modo migliore per recuperare le energie. Per chi non lo sapesse la farinata è una focaccina bassa di farina di ceci e olio d’oliva cotta nel forno a legna su di una in teglia di rame. Raggiungo la marina per gustarmi in tutta tranquillità questa delizia!

 

Il tempo stimato necessario per questo percorso è di un ora, i borghi di Riomaggiore e Manarola sono molto vicini l’uno all’altro, ma la ripida montagna che li separa rende questo sentiero una passeggiata impegnativa, sicuramente non adatto ai deboli di cuore!

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