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Trekking in Liguria – da Monterosso a Vernazza

Dopo avere trascorso un’intera settimana avvolta nella nebbia più fitta il mio corpo ma soprattutto la mia cervicale reclamano una tregua e pò di sole. La scelta ancora una volta è ricaduta sulla Liguria, una regione che esercita su di me un vero e proprio richiamo e quando manco da un pò di tempo provo un enorme nostalgia.

Per tante persone il mare in inverno è malinconico, persone che ovviamente non sono mai passate dalla pianura padana. A me, al contrario, il mare in inverno trasmette tanta quiete, mi rimette in pace con il mondo e mi fornisce la giusta carica per affrontare l’inizio di una nuova settimana.

Per l’escursione di oggi ho optato per un super classico, il sentiero che collega Monterosso a Vernazza, il più noto dei percorsi delle Cinque Terre. Un itinerario testato già svariate volte ma sempre al contrario (quindi da Vernazza a Monterosso) perché me lo figuravo, a torto, meno faticoso.

Nonostante il dislivello del primo tratto è un sentiero facile anche per persone poco allenate purchè con la dovuta attenzione e la giusta attrezzatura. In estate ho visto persone avventurarsi con le infradito ma voi non fatelo!

Il tratto che andrò a descrivervi fa parte del noto sentiero azzurro che collega i cinque borghi di Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso.

La lunghezza complessiva del sentiero è di circa 12 km, il segnavia è il classico rettangolo rosso e bianco, lungo il percorso si trovano numerose indicazioni.

Il sentiero è comunemente suddiviso in 4 tranches di differenti lunghezze e caratteristiche (Monterosso-Vernazza , Vernazza-Corniglia , Corniglia-Manarola, Manarola-Riomaggiore), può essere tranquillamente affrontato in un’unica giornata oppure diviso in più tappe, a voi la scelta sulla base delle vostre condizioni fisiche, allenamento e tempo a disposizione.

Una cosa è certa, le Cinque Terre non meritano una visita affrettata, meglio se in un anonimo giorno infrasettimanale per evitare il caos del week end e possibilmente nella bassa stagione, per assaporare meglio i profumi e i ritmi di queste zone.

Un viaggio alle Cinque Terre permette di scoprire un territorio dove la natura e il duro lavoro dell’uomo hanno plasmato la costa, creando muretti a secco, stradine, scalinate, porticcioli, santuari e piccoli borghi con casette variopinte addossate le une alle altre, un ambiente unico al mondo.

È possibile interrompere il percorso in qualunque punto e, grazie ai collegamenti ferroviari, tornare al punto di partenza o saltare alcune tappe.

La vicinanza al mare non deve trarre in inganno, il sentiero infatti presenta alcuni punti e passaggi molto simili ai comuni sentieri di montagna, non avventuratevi quindi con il brutto tempo e prestate attenzione in presenza di fondo bagnato.

Vi ricordo che il sentiero azzurro è a pagamento, il mio consiglio è quello di fare la “Cinque Terre card” giornaliera che consente di transitare in tutti i tratti del sentiero e avere un numero illimitato di viaggi in treno. Ieri i check point erano stranamente chiusi, forse a causa delle forti piogge che in settimana hanno colpito la regione, non si aspettavano escursionisti.

In genere quando visito le Cinque Terre preferisco viaggiare in treno ma oggi il punto di partenza è Monterosso, dove è disponibile un grande parcheggio in località Fegina, che in questa stagione è semi deserto. Un altro vantaggio del mare in inverno: poca gente e parcheggio facile anche se purtroppo non sono previsti sconti sulla tariffa, pari a 12 euro al giorno!

Monterosso è adagiato su un piccolo golfo naturale, è il più grande dei borghi delle Cinque Terre e quello che offre la spiaggia più estesa. Verrebbe quasi voglia di fare un tuffo!

Monterosso è la terra di origine di Eugenio Montale ed è spesso presente nelle sue poesie.

La caratteristica principale di Monterosso è quella, se si può dire, di essere un borgo “doppio”, formato da due parti ben distinte. Monterosso, il borgo vecchio, il tipico borgo marinaro e località Fegina, il moderno quartiere residenziale, dove abbiamo lasciato la nostra auto.

Prima di imboccare il “sentiero azzurro”, se non siete mai stati a Monterosso vi consiglio di concedervi un attimo per perdervi con il naso all’insù fra i suoi caruggi.

Dove si imbocca il “sentiero azzurro”?
Fino a qualche tempo fa, utilizzando la Stazione ferroviaria come riferimento, si girava a sinistra e superato il tunnel si percorreva tutto il lungomare fino alla salita che conduce ad un Hotel.

Al momento è chiuso, ma è ben indicato il percorso alternativo.

La prima parte, interamente su scalinata è abbastanza dura ma poi il sentiero si addolcisce.

I panorami sono sempre stupendi e le due ore di percorrenza scorrono via molto velocemente.

Si arriva al punto di controllo presso il quale è possibile acquistare il biglietto (costo 5€/persona) per accedere all’interno del Parco, ma come vi accennavo oggi è chiuso.

Il Parco Nazionale delle 5 terre è stato istituito il 6 ottobre del 1999 con lo scopo di salvaguardare questo ambiente così particolare in cui l’uomo, nel corso dei secoli, ha plasmato i ripidi declivi a picco sul mare per ricavare terrazzamenti da utilizzare per la coltivazione di vigneti e oliveti; a causa del progressivo abbandono delle colture tradizionali, si stava infatti rischiando di distruggere questo paesaggio così particolare.

Lo so, pagare per camminare può sembrare un controsenso ma i sentieri richiedono una manutenzione molto particolare e nonostante tutto, alcuni tratti costieri non sono più percorribili a causa delle violente alluvioni e frane del 2011 e si stringe il cuore nel percepire tra la gente del posto molto pessimismo in merito a loro ripristino.

Il sentiero viene nuovamente sostituito da una lunga scalinata che sembra non avere fine ma una volta in cima si apre uno stupendo panorama su Monterosso.

Il sentiero prosegue con una serie di falsopiani in mezzo ai terrazzamenti coltivati con viti, orti e oliveti.

In alcuni tratti presenta delle zone esposte e anche strette, quando si incrociano persone che procedono in senso opposto occorre prestare attenzione e cercare la posizione giusta. Non è assolutamente pericoloso, ma ci vuole un minimo di riguardo.

Il sentiero si addentra ora in un boschetto con un antico ponticello in pietra che merita senza dubbio una foto.

In alcuni punti si può vedere la monorotaia che viene usata per trasportare i carichi e i prodotti agricoli su e giù da questi terrazzamenti (inutile dire che mi piacerebbe farci un giro!)

Si prosegue con alcuni tratti in leggera salita e altri pianeggianti e, a poco a poco, si delinea in lontananza l’abitato di Vernazza. Sembra quasi di poterlo toccare con mano ma c’è ancora un pò da scarpinare.

Gli spunti per intrattenersi non mancano
Dopo un paio d’ore di camminata in mezzo alla natura, Vernazza apparirà dall’alto come una visione: nel momento in cui vedrete i suoi colori caldi stagliati sul blu del mare sarete ripagati in un istante di tutta la fatica.

Poco più avanti, comincia la discesa, a tratti anche un po’ ripida, che conduce a un punto panoramico dal quale un tempo ricordavo si potevano scattare bellissime immagini a questo pittoresco borgo. Purtroppo la vegetazione troppo rigogliosa ostruisce la vista e non capisco se è dovuto ad una scarsa manutenzione della zona o semplicemente alla stagione.

Ma non disperate e proseguite oltre, poco più avanti troverete un altro punto dove godere di un altrettanto meravigliosa vista di Vernazza dall’alto.

Vernazza è da sempre famosa per il suo porticciolo, un caleidoscopio di colori, sovrastato e quasi protetto dal Castello Doria, che si erge sulla sommità del promontorio antistante il piccolo porto.

Questa costruzione venne eretta per difendere il borgo marinaro dagli attacchi dal mare ed è sormontata da una torre di avvistamento. Un’altra torre quasi gemella si erge lungo il primo tratto del sentiero che conduce a Corniglia, alle spalle del paese, e che fungeva da torre di supporto alla prima. Da qui salutiamo la giornata che svolge al termine e ci godiamo un bellissimo tramonto!

Avete ancora il coraggio di sostenere che il mare in inverno è malinconico?

5 Comments

  1. Franca Uberti

    3rd Dic 2016 - 8:44

    Penso proprio che grazie ai marciapiedi di borgotaro queste meraviglie le guarderò nel tuo blog!peccato !!

  2. UIFPW08

    20th Dic 2016 - 14:00

    Ottimo reportage
    Complimenti
    Maurizio

    • Maria Paola Salvanelli

      20th Dic 2016 - 14:16

      Grazie mille Maurizio, felice che ti sia piaciuto!

  3. Prod

    24th Nov 2020 - 15:54

    nell’angolo che si vede verso la quinta foto, sotto quei canceli quella casa è mia! stessa cosa per le monorotaie!

    • Maria Paola Salvanelli

      24th Nov 2020 - 17:06

      Abiti in un posto splendido!

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