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Perdersi e ritrovarsi in un giardino di bambu

Lo scorso 29 maggio ha aperto al pubblico il labirinto più grande del mondo e giocando in casa non potevo non andare in avanscoperta!

L’idea nasce dalla geniale fantasia dell’editore parmense Pier Maria Ricci. Ci sono voluti oltre sei anni di lavoro e circa 200mila piante di bambù alte fino a 5 metri, che sono servite a strutturare un percorso lungo tre chilometri che si snoda nella campagna di Fontanellato.

Il progetto visionario di Ricci nasce in occasione di un incontro con lo scrittore argentino Jorge Luis Borges, amico e importantissimo collaboratore della casa editrice. “Quando Minosse fece costruire il suo labirinto, che era una prigione – ha spiegato Ricci –, nutriva intenzioni cupe e crudeli; io immaginai un equivalente addolcito, che fosse anche un giardino, dove la gente potesse passeggiare, smarrendosi di tanto in tanto, senza pericolo”.

Il labirinto è’ un labirinto vero, c’è da scegliere in che direzione proseguire pur non sapendo se la strada scelta porta davvero dove si vorrebbe arrivare. Un po’ come la vita, come Borges ha insegnato a Ricci.

Se vi perdete e avete bisogno di assistenza, niente paura. Troverete diversi punti contrassegnati da grossi numeri arancioni, basta telefonare, indicare il numero in cui vi trovate e un assistente vi verrà a recuperare. Ma non arrendetevi subito, con un po di pazienza ed intuito riuscirete a trovare la giusta direzione.

Un aiutino, l’uscita si trova vicino vicino il numero 15…..ma come arrivarci?

Per poter realizzare questo ambizioso progetto, Ricci nel 2004 ha venduto la casa editrice da lui stesso fondata nel 1965 ma all’interno della Masone la storica attività tornerà a vivere. Accanto al labirinto è stata infatti realizzata una costruzione in muratura a forma di piramide e spaziosi cortili interni che ospitano la sua collezione privata – 500 opere tra pitture e sculture, che vanno Cinquecento al Novecento.

È esposta anche la sua magnifica Jaguar nera anni ‘60 (la stessa di Diabolik).

Non mancano sale destinate a mostre temporanee, come ‘Arte e Follia’, curata da Vittorio Sgarbi e dedicata ai pittori padani Antonio Ligabue e Pietro Ghizzardi. Troviamo una trentina di lavori del primo e una cinquantina del secondo, a testimonianza della grande originalità dei loro autori, uomini che hanno vissuto in povertà ma travolti da una grande emotività.




Il ristorante dei fratelli Spigaroli, rinomati chef della zona, completa l’esperienza in questo luogo magico e affascinante.

Ovviamente non sono mancate, come di consueto le critiche: l’elevato costo del biglietto ( € 18) la mancanza di posti a sedere lungo il labirinto, la troppa facilità con cui si trova l’uscita….che dire….come sempre le cose vanno sperimentate di persona; concordo sul costo eccessivo dell’ingresso ma personalmente mi sono divertita e mi sento di consigliarlo, se non altro per passare un pomeriggio diverso dal solito!

Fatemi sapere cosa ne pensate se ci andate!
Vi ricordo che è’ aperto tutti i giorni tranne il martedì dalle 10 alle 19.

2 Comments

  1. Ugo Matone

    13th Apr 2019 - 1:41

    Che luogo meraviglioso da visitare assolutamente…

    • Maria Paola Salvanelli

      13th Apr 2019 - 15:20

      Ciao Ugo, io sono stata poco dopo l’inaugurazione, immagino che i bambù ora siano ancora più rigogliosi

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